I denti estratti, che secondo il ministero della Difesa ucraino appartenevano a vittime di torture da parte dei soldati russi nella regione di Kharkiv, appartengono in realtà a un dentista locale. A rivelarlo è il quotidiano tedesco Bild.
Il 4 ottobre, il ministero della Difesa ucraino ha twittato riguardo le camere di tortura russe, "mini-Auschwitz" nel villaggio di Peski-Radkovsky e ha accompagnato la pubblicazione con la foto di una scatola con corone dentali d'oro. Questo è quanto hanno riportato i media occidentali.
Tra questi non poteva mancare l’ineffabile Open.
Peccato però che un dentista locale abbia smentito quanto rilanciato con clamore dai media occidentali: “Questi denti sono simili a quelli che sono stati rubati dalla mia collezione. Sono l'unico dentista qui. Quindi, se sono stati trovati qui, allora devono essere miei", ha detto il dentista del villaggio Sergei, mostrando ai giornalisti la sua altra scatola di denti.
Così ancora una volta Open, come nel caso delle presunte file di russi in fuga verso la Finlandia dopo l’annuncio della mobilitazione parziale decisa da Putin, ha dovuto sbufalare e smentire proprio quanto affermato da Open stesso. Un bel contrappasso per un portale che ha fatto del fact-checking la sua ragion d’essere. Pur se a senso unico.
Ovviamente i social network non marchieranno i contenuti del portale informativo fondato da Enrico Mentana come disinformazione o fake news.
Ormai le fake news rilanciate da questo portale si susseguono. Così come le relative goffe rettifiche. Un aspetto positivo c’è: chi dovesse imbattersi nell’informazione russofoba di Open potrà facilmente intuire che si tratta della solita disinformazione e portarsi avanti con i tempi sulla relativa rettifica.
Insomma, essendo un portale ‘smart’ (come dicono i liberal bravi, quelli che hanno studiato) e sempre un passo avanti, Open ha deciso di permettere agli utenti di poter comprendere cosa siano le fake news impegnandosi sul campo nella loro diffusione a profusione.
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