Eʼ scontro aperto tra premier ed ex premier sulla manovra. Salvini: "Uno spettacolo indegno". Zingaretti: "Così si torna alle urne".
"Con il mio governo abbiamo fatto gli 80 euro, 6 miliardi in meno di costo del lavoro e altri interventi per 22 miliardi di riduzione cuneo fiscale. Proporre 3,4 miliardi in meno è un pannicello caldo". Matteo Renzi attacca a testa bassa sulla manovra. "Due miliardi in meno di tagli - aggiunge ex premier - non mi sembrano una rivoluzione del proletariato". Immediata la reazione di Conte: "Non abbiamo bisogno di fenomeni - avverte - Renzi non è opposizione, gli chiedo correttezza, così non si va avanti".
Insomma, ci risiamo. Sembrano tornati i tempi di quello "Stai sereno" che portò invece allo sfratto di Enrico Letta da Palazzo Chigi nel 2014. "Come posso stare sereno? - si chiede, infatti, Giuseppe Conte - so di dover rispondere a 61 milioni di cittadini che hanno urgenza e non abbiamo bisogno di fenomeni che rivendicano primati....
E' inaccettabile che uno senta il bisogno di rimarcare ogni giorno uno spazio politico. Renzi non è opposizione, mi aspetto correttezza, così non si va avanti" . A poche settimane dal giuramento del nuovo esecutivo, il Premier agita per la prima volta il fantasma di una nuova crisi di governo ma esclude in maniera netta l`ipotesi del voto. "Andare a votare? - aggiunge - i cittadini hanno bisogno di soluzioni ai problemi. E vogliono credere in una squadra che lavora per il bene comune".
Fatto sta, che dopo la scissione nel Pd e la formazione di un nuovo gruppo parlamentare guidato dal senatore di Rignano, il premier ragiona su una possibile "minaccia" da Italia Viva ma boccia l`idea di un patto per disinnescarla. "Non devo fare un patto singolo con Renzi - dichiara . non è nella mia cultura politica fare patti singoli. Dico: né crostate, né merendine, né caminetti. Io non sono così. Poi se devo incontrare Renzi sono pronto, non ho nessuna difficoltà. Possiamo farlo una, due, venti volte... Ho incontrato anche Zingaretti. Ma il piano governativo è un`altra cosa: lì lavoro con i ministri e per le questioni più importanti con i capidelegazione. Parlo con loro, questo è il perimetro".
L'attacco sul Def però sembra aver incrinato i già difficili equilibri all'interno della muova maggioranza. Lo stesso Zingaretti esce allo scoperto e avverte: "Attenzione, così si torna alle urne". Una preoccupazione più che legittima, anche in vista del voto del 27 ottobre per le elezioni regionali in Umbria, il primo vero test sulla tenuta della coalizione, che sanciranno i rapporti di forza non solo tra Cinque Stelle e Pd ma anche tra Pd e renziani nel centrosinistra. Conte però non vuol sentir parlare di verifiche, mette le mani avanti e getta acqua sul fuoco: "Sarà un voto rilevante e abbiamo un ottimo candidato - conferma . ma è un po' esagerato parlare di laboratori. C'è un progetto politico che va costruito". Un progetto che però proprio sulla manovra mostra le prime crepe. "Leggo dichiarazioni polemiche e vedo commenti a senso unico nei talk show - ribatte Renzi dopo il contrattacco del premier, senza rinunciare a una stoccata anche ai pentastellati - io rispetto tutti ma mi limito a una considerazione: non ho fatto il fenomeno. Il mio obiettivo non è giocare a fare il simpatico ma dare una mano al mio Paese: ci pagano per questo. Chi vuole rispondermi può farlo sulla base dei numeri, se crede. O delle idee. Il populista gioca ad apparire simpatico, il politico prova a risolvere i problemi. Io ho scelto la politica e non il populismo".
Uno scontro interno che riaccende subito il duello tra il nuovo governo e Matteo Salvini. "Sbarchi triplicati, una tassa al giorno e litigi continui, con Conte in fuga dal Parlamento e che oggi dà del 'fenomeno' a Renzi - chiosa il leader ella Lega - uno spettacolo indegno e purtroppo saranno gli Italiani a farne le spese".
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