700 mila elettori alle urne domenica dalle 7 alle 23 per eleggere il governatore. Esperimento per il nuovo patto civico fra i "governativi" M5S/Pd/Leu e per la ritrovata unità del centrodestra
HUFFINGTON POST
La tornata elettorale alla Regione Umbria porterà in ogni caso a una discontinuità rispetto al passato. Sono 703.595 (340.210 uomini e
363.385 donne) gli elettori chiamati domenica alle urne, dalle 7 alle 23 (lo spoglio comincerà subito dopo), per eleggere il presidente della Giunta regionale e i 20 consiglieri che formeranno l’Assemblea legislativa della 11° legislatura (2019-2024). Si elegge il successore di Catiuscia Marini, la governatrice dem che ha lasciato dopo l’indagine sui concorsi pilotati all’ospedale di Perugia...
363.385 donne) gli elettori chiamati domenica alle urne, dalle 7 alle 23 (lo spoglio comincerà subito dopo), per eleggere il presidente della Giunta regionale e i 20 consiglieri che formeranno l’Assemblea legislativa della 11° legislatura (2019-2024). Si elegge il successore di Catiuscia Marini, la governatrice dem che ha lasciato dopo l’indagine sui concorsi pilotati all’ospedale di Perugia...
Se a vincere sarà la leghista Donatella Tesei, sostenuta dal centrodestra, la rottura rispetto al passato sarà netta perché per la prima volta dal 1970 l’Umbria non sarà governata dai partiti di centrosinistra. Se dalle urne uscirà invece vincitore Vincenzo Bianconi, sostenuto da Pd, M5s e Leu, sarà la prima volta per un civico alla guida della Regione.
Si vota in base alla legge elettorale regionale numero 4 del 23 febbraio 2015, il cosiddetto “Umbricellum”: significa che si vota a turno unico senza ballottaggio, non è ammesso il voto disgiunto, non si possono indicare più di due preferenze e soprattutto vince chi prende un voto in più. Viene eletto presidente della Regione Umbria il candidato che ottiene il maggior numero di voti (e quindi è sufficiente un solo voto in più) e alla maggioranza che vince le elezioni vengono assegnati 13 seggi, compreso quello del presidente. Gli altri otto seggi sono assegnati alle liste di tutti i candidati presidenti perdenti che superano il 2,5% dei voti validi.
L’appuntamento elettorale viene considerato un laboratorio per la politica nazionale. Non è un test nazionale, dicono i “governativi” che si sono uniti attorno al candidato comune Vincenzo Bianconi e hanno suggellato il patto civico con la foto di Narni. È un test nazionale, una possibile spallata al Governo, è la versione del centrodestra che spinge Donatella Tesei alla guida della Regione.
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