martedì 29 ottobre 2019

"M5S è morto". L'addio con polemica della sindaca di Imola Manuela Sangiorgi

Manuela Sangiorgi, sindaca di


"Il Movimento è scomparso insieme a Gianroberto 


Casaleggio. Nei ruoli apicali personaggi senza arte né 


parte". La Lega la elogia.




Manuela Sangiorgi, sindaca di Imola

“Il M5s non esiste più. Il M5s è morto ed è morto quando è morto Gianroberto
 Casaleggio. Abbiamo visto appropriarsi di ruoli apicali da parte di persone senza
 arte né parte, perdere sei milioni di voti in un anno e fare finta di niente”. Lo h
a detto, in un’intervista all’emittente E-Tv, Manuela Sangiorgi, sindaca di Imola 
che formalizzerà in consiglio comunale le dimissioni annunciate ieri sera, dopo poco
 più di un anno di governo della città.
Ieri, davanti agli imolesi, Sangiorgi ha detto di non sentirsi più parte del Movimento
 5 Stelle - con cui aveva vinto le elezioni nel giugno del 2018 al ballottaggio strappando
 il 55,4% dei voti - essendo venute a mancare condizioni politiche per andare avanti.
 Il successo di Sangiorgi aveva segnato una sconfitta particolarmente simbolica per il
 centrosinistra dell’Emilia-Romagna perché Imola era sempre stata considerata un
 feudo inespugnabile, sia per il fortissimo radicamento del partito, sia per la presenza 
di moltissime grandi cooperative che per anni sono state una forma di finanziamento
 e di creazione di consenso per lo stesso centrosinistra....

“Io mi aspettavo un appoggio dal M5s nazionale, mi aspettavo fosse un salotto dei big, 
perché siamo il terzo comune più grande amministrato dal Movimento. Poi, quando sono
 andata a chiedere aiuto su questioni importanti, ho avuto risposte imbarazzanti”, 
è l’accusa della sindaca. “C’è stato un muro - ha aggiunto - e in buona parte ha contribuito
 Massimo Bugani. Io per 15 mesi sono stato un sindaco commissariato, quando venivo in 
Comune era come entrare nella foresta dei pugnali volanti. Alcuni del M5s pensano che
 governare un Comune sia come governare un comitato: da una parte il M5s ha suscitato
 voglia di mettersi in gioco, ma dall’altra non è vero che tutti possono fare politica, non
 c’è contezza della macchina amministrativa”.
Nel corso dei 15 mesi alla guida della città, piuttosto travagliati, Sangiorgi ha visto uscire
 di scena, per dimissioni o revoca dell’incarico, cinque assessori della sua compagine: 
Massimiliano Minorchio, Ezio Roi, Ina Dhimgjini, Maurizio Lelli e Rosa Lucente. Nel suo
 addio la sindaca se l’è presa anche con il Pd che - ha attaccato - “quando ha capito che
 ero debole in consiglio si è insinuato e ha fatto il resto”.
Elogi al suo operato arrivano invece dalla Lega, partito a cui Sangiorgi appare sempre
 più vicina. “Una decisione coraggiosa. Non possiamo che dare atto al sindaco di Imola,
 Manuela Sangiorgi, di essere coerente e trasparente. Ha scelto la piazza e una platea 
di imolesi per rassegnare le proprie dimissioni e per spiegare che, di fronte a ricatti e veti
 incrociati, non si può amministrare”, ha commentato Jacopo Morrone, segretario della
 Lega Romagna.
La Sangiorgi è critica anche delle scelte politiche che il Movimento ha fatto a livello 
nazionale. “Fino al giorno prima - ha aggiunto - abbiamo detto di tutto al Pd, e poi ci 
andiamo al governo insieme? Poi abbiamo visto che bel progetto, il progetto di governo
 delle tasse”.---

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