sabato 23 giugno 2018

Marco Travaglio: “Il Coniglio Inferiore...il ” figlio o il padre ?...

Marco Travaglio: "Il Coniglio Inferiore"
  Andrea Scanzi: “Nessuno è nemico del Pd come il Pd”        


Marco Travaglio per il Fatto Quotidiano 23 giugno 2018

Per non dimenticare in che mani eravamo, basta un’occhiata ai due ultimi avamposti del defunto renzismo: la Rai e il Csm. Alla Rai, tutta renzizzata per quattro anni, stanno diventando tutti leghisti: se davvero, come sembra, Salvini vuole cacciare i renziani, deve sbrigarsi, perché rischia di non trovarne più nemmeno uno. Quanto al Csm, è in scadenza: il 9 luglio i 9 mila magistrati italiani eleggeranno i nuovi membri laici, poi il Parlamento eleggerà quelli togati e il nuovo Plenum si insedierà a settembre. Però il Consiglio morente ha ricevuto a suo tempo un preciso mandato: fucilare il pm napoletano Henry John Woodcock, reo di avere scoperchiato lo scandalo numero 1 dell’ultima legislatura (le manovre su Consip per truccare il più grande appalto d’Europa, roba da 2,7 miliardi, e le fughe di notizie politico-istituzionali per rovinare l’indagine e salvare dai guai amici e parenti di Renzi). Per mesi Woodcock è stato ricoperto di sterco, con accuse penali (poi archiviate), azioni disciplinari e pratiche per trasferirlo d’ufficio e di funzione (in gran parte sfumate) e vergognose campagne di stampa. Alla fine la montagna ha partorito il topolino: un processetto disciplinare con due accuse-burla: non aver indagato Filippo Vannoni, amico e consigliere di Renzi nonché presidente di Publiacqua, per sentirlo come teste e minacciarlo d’arresto per falsa testimonianza; aver parlato al telefono con la giornalista Liana Milella, che poi pubblicò il colloquio (tra l’altro ammettendo di non essere stata autorizzata a farlo), su questioni estranee all’oggetto dell’inchiesta (ormai passata a Roma), cioè sui famosi errori di trascrizione del capitano del Noe Gianpaolo Scafarto...

Insomma, il presunto complotto di Consip, sventolato per mesi da Renzi per comprensibili motivi famigliari e rilanciato dalla stampa serva, è miseramente evaporato. Ma gli unici che continuano a crederci sono un bel pezzo di Csm, giornali clandestini come Il Dubbio e ovviamente Renzi. Che ora, sul suo sito, rilancia il pezzo del Dubbio “Consip è stato un complotto” come oro colato, dando per buone tutte le baggianate già smontate dai pm di Roma e dalla Cassazione. E chiede che le audizioni di testimoni siano videoregistrate. Noi, una volta tanto, siamo d’accordo con lui. Avremmo visto volentieri il video della sua audizione (come teste, mica come indagato: ci mancherebbe) dinanzi ai pm di Roma a proposito della sua soffiata a De Benedetti sul decreto banche, che fece guadagnare all’Ingegnere 600 mila euro in Borsa. Purtroppo la riforma Renzi, sfortunatamente venutagli in mente ora che non è più premier, non era in vigore. Però ci accontentiamo del verbale: ce ne procura gentilmente una copia?  

Due barzellette che non porterebbero al Csm nessun pm d’Italia, salvo che si chiami Woodcock o Di Matteo o Robledo. Siccome però il mandato è chiaro – colpire Woodcock per educarne 9 mila – il Csm prosegue a spron battuto, con mosse che, se non fossero inquietanti, sarebbero ridicole. Tipo ascoltare Vannoni sulla sua audizione a Napoli di fine 2016, quando accusò Lotti di averlo avvertito delle indagini Consip, che lui comunicò all’allora Ad Luigi Marroni, che a sua volta fece rimuovere le cimici del Noe dagli uffici. Poi Vannoni fu indagato per favoreggiamento a Roma e, risentito dai pm capitolini, ritrattò le accuse a Lotti, sostenendo che il cattivo Woodcock l’aveva intimidito facendogli dire ciò che non voleva. Il suo racconto è così comico che non meriterebbe commenti: Vannoni, travestito da anarchico Pinelli, racconta di aver dovuto attendere mezz’ora al freddo in anticamera.
E poi di aver subìto ogni sorta di pressioni in una stanza caldissima (l’effetto freddo-caldo è letale), dove Woodcock gli fumava in faccia una sigaretta dietro l’altra, gli indicava Poggioreale fuori dalla finestra promettendogli una vacanza in cella, gli mostrava dei “fili elettrici” sotto la porta per fargli capire che era intercettato e, in coro con Scafarto e altri carabinieri, gli ripeteva “confessa confessa!”, “Renzi Renzi!”, “Lotti Lotti!”. Finché lui, poverino, crollò e scappò via senza leggere il verbale che aveva firmato. E corse a Roma ad avvertire Lotti di averlo accusato falsamente, ma senza fargli parola delle violenze subìte. Ora, altri testimoni hanno raccontato che quel giorno Vannoni giunse in ritardo all’appuntamento col pm, dunque niente anticamera al freddo; Woodcock non ha mai fumato sigarette (fumava il sigaro, ma da anni ha smesso); a Poggioreale – purtroppo– i falsi testimoni non possono più finirci dal 1995, quando fu abolita la legge Falcone sull’arresto in flagranza di chi mente ai giudici sotto giuramento; che Lotti sia una delle talpe della fuga di notizie su Consip non lo dice solo Vannoni, ma pure Marroni, mai indagato e sempre ritenuto credibile dai pm di Napoli e Roma (infatti è stato subito cacciato da Consip dal governo Pd, mentre l’indagato Vannoni resta a piè fermo a Publiacqua). Del resto, se Vannoni non ebbe notizie riservate da Lotti, ma le spifferò – come conferma nella ritrattazione – a Marroni, chi gliele aveva raccontate? Il suo mignolo? L’uccellino? Lo Spirito Santo? Mistero buffo. Infatti i pm di Roma credono alla sua prima versione, non certo alla ritrattazione, avvenuta quando era già indagato, dunque poteva mentire. Il Csm invece, per giudicare un pm non indagato, anzi totalmente scagionato, chi sente? Un indagato che non solo può mentire, ma ha sicuramente mentito: o nell’audizione a Napoli o nella ritrattazione a Roma. E lo mette a confronto con Scafarto, appena uscito vincitore dalla Cassazione, che l’ha reintegrato nell’Arma e ha demolito le accuse dei pm romani: niente falsi in atto pubblico, solo errori in buona fede.---

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