Vuoi vedere che Trump ce la fa? Non ho mai dato per spacciato il candidato repubblicano, anche quando i sondaggi celebravano Clinton.
Vuoi
vedere che Trump ce la fa? Come sa chi segue questo blog, non ho mai
dato per spacciato il candidato repubblicano, anche quando la maggior
parte dei sondaggi attribuiva a Hillary un vantaggio abissale. La
maggior parte ma non tutti. E, in genere, di dubbia affidabilità:
pronosticare un risultato su scala nazionale consultando 1300 persone
non è convincente, tanto più dopo il fiasco del Brexit e di altre
elezioni. Avendo seguito dal vivo due campagne presidenziali - nel 2004 e
nel 2008 - durante le quali avevo percorso l'America profonda, quella
che di solito decide le presidenziali, avevo - e ho tutt'ora -
l'impressione che un candidato come Trump potesse essere molto più
popolare di quanto l'establishment, di cui i grandi media sono la voce,
fosse disposto ad ammettere.
Nell'ultima settimana
anche i sondaggi hanno iniziato a segnalare la rapidissima discesa di
Hillary e la risalita del repubblicano, che oggi vengono dati
praticamente alla pari. Anzi, ieri venivano dati alla pari, prima che
esplodesse il nuovo emailgate con la riapertura dell'inchiesta da parte
dell'Fbi sui messaggi di posta elettronica cancellati da Hillary. Tra
qualche giorno sapremo quale effetto la notizia ha avuto sugli elettori,
ma di certo non sarà positivo per la candidata democratica.....
Attenzione, si profila
uno scenario imprevedibile fino a poche ore fa: il sorpasso di Trump su
Hillary nell'ultima settimana della campagna elettorale. L'emailgate è
devastante per l'immagine della Clinton, perché alimenta il sospetto che
non sia affidabile, che abbia qualcosa da nascondere, che sia una
mentitrice seriale ovvero rafforza la diffidenza nei confronti della sua
persona che è stato il suo principale handicap in questi mesi.
I
contorni della vicenda sono da film: l'Fbi ha trovato le email di
Hillary indagando su Anthony Weiner, ex politico emergente del partito
democratico ed ex marito della sua assistente personale, la giovane e
fidatissima Huma Abedin, il quale è stato denunciato per molestie nei
confronti di ragazzine minorenni, a cui inviava sue foto in costume
adamitico. Forse è il karma che colpisce i Clinton: pensavano di aver
fatto fuori Trump pubblicando gli audio dei suoi commenti sulle donne e
ora proprio uno scandalo sessuale rischia di rovinare la carriera
dell'ex first-lady.
Ma anche senza il colpo
di coda dell'emailgate, Hillary sarebbe stata in difficoltà; perché la
maggior parte degli americani diffida dei cosiddetti media mainstream
(grandi tv e grandi giornali) e molti di loro preferiscono informarsi
su siti di informazione che sono letteralmente esplosi in quei mesi come
Breitbart, Drudge Report, Infowars, quasi tutti filorepubblicani e gli
unici ad aver dato conto regolarmente dell'altro enorme scandalo
ignorato dai grandi organi di informazione: quello di Wikileaks con la
pubblicazione di migliaia di email del capo della campagna democratica,
John Podesta, e di altri collaboratori, che sono stati hackerati.
Dalla lettura di quelle
email emerge il doppio linguaggio dell'ex first lady su temi
fondamentali con evidenti contraddizioni tra quanto promette agli
elettori e quel che dice a prete chiuse alle lobby più influenti;
emergono gli "inciuci" con una stampa servile e quella che appare come
una corruzione implicita multimilionaria tramite la sua Fondazione anche
con governi stranieri; insomma il vero volto del mondo della Clinton e,
in genere, del potere di Washington, che provoca disgusto e rabbia
negli americani.
Se Hillary perderà il merito sarà ovviamente di Trump, ma la colpa principale sarà sua e del suo inqualificabile passato.
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