L'Autority di controllo giudica equilibrato lo spazio dato al sì e al no per il referendum, salvo una sanzione al Tg4 che dal 28 settembre al 16 ottobre ha dato il 75% del tempo ai favorevoli. Anche Studio aperto sbilanciato sul "Sì". Ma su gli altri temi politici intima a tutte le emittenti nazionali di ridurre l'esposizione del presidente del consiglio e dei suoi ministri e di garantire "un adeguato contradditorio tra le diverse forze politiche". Per il premier un'ora al giorno sullo schermo.
Matteo Renzi che dilaga in tv in pieno regime di par condicio costa una bacchettata a Rai, Mediaset, Sky e La7. L’Agcom ha pubblicato i dati di monitoraggio della campagna referendaria nelle prime tre settimane dall’indizione dei comizi (28 settembre-16 ottobre). L’Autorità si è riunita ieri alle 16 e dopo una seduta fiume ha reso noti i dati preso decisioni che faranno discutere, non ultimo il richiamo formale al Tg4 per il divario di tempo concesso nelle sue edizioni a favore del “sì”, a riprova forse della fiacchezza della campagna di Forza Italia già oggetto di scontro nel centrodestra. L’Agcom ha riconosciuto “un comportamento sostanzialmente equilibrato da parte di quasi tutte le emittenti” nell’attribuzione di tempi di parola e tempi di notizia ai due schieramenti. Anche se Renzi – conteggiato come istituzione (Presidenza del Consiglio) – ha parlato per oltre otto ore (di cui quasi cinque in Rai, quasi tre a Mediaset) in meno di venti giorni, più di tutte le altre istituzioni messe insieme. Che sommato al tempo delle notizie a lui destinate su tutte le reti fanno 20 ore in 19 giorni, più di una una al giorno....
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