PS: Enrico Letta, nipote di Gianni (Pdl), conferma le priorità del Pd. Che sono
l'abolizione dell'Imu (!), gli sgravi alle imprese, la lotta alla spesa
pubblica. È irrilevante chi avrà l'incarico, da oggi l'agenda è quella
del Cav, ed è una buona notizia.
Berlusconi ringrazia e brinda:"Buon cognome(Enrico Letta-Pd) non mente(Gianni Letta-Pdl).
umberto marabese
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Questa è una nemesi splendente, una resa incondizionata, oltre che un’ottima notizia per il Nord. Vince il Cav. Vincono la piattaforma programmatica e le priorità politiche di Silvio Berlusconi. Ma nei panni democratico-curiali di Enrico Letta.
Per inciso, nipote del Gianni che di Berlusconi è a fasi alterne la
coscienza, il Richelieu e il freno, ma questo è un discorso marginale.
La ciccia politica sta nelle parole davvero fantasmagoriche, per
inconsapevolezza e comicità involontaria, contenute nel documento
approvato in quel melodrammone ottocentesco che è stata la direzione del
Pd, e che Enrico Letta ha confermato al termine della
consultazione con Napolitano (l’unica lunga, del resto non riescono a
rinunciare alle ritualità di Palazzo nemmeno oggi, nel dramma). Il Pd,
recita il testo, è pronto, ovviamente, a garantire «il pieno sostegno a
un governo di responsabilità nazionale che faccia proprie tre priorità». E quali sono? «La prima riguarda l’economia». Rullo di tamburi. «Abolizione dell’Imu sulla prima casa, un programma di sostegno alle piccole e medie imprese, la modifica del patto di stabilità, detrazioni fiscali
per imprese che assumono giovani». Abolizione dell’Imu. È meraviglioso,
è surreale, qualcosa che poteva uscire solo dalla penna di un Samuel
Beckett, finoa d oggi. Il leader, per mancanza d’altri, tra riparati a Bettola
e rottamati vari, di uno dei due principali partiti, che si dice pronto
a sostenere un governo, ma a ben precise condizioni. Quelle che detta
il leader, per ribadita investitura, dell’altro grande partito. È
nominata per prima, l’abolizione dell’Imu, è qualcosa come
un’espiazione, irrilevante se cercata o involontaria, totale.
L’abolizione della tassa-horror, sostegno e sgravi alle imprese,
reazione al Leviatano fiscale… Aveva ragione Silvio, sono qui io a
dirvelo, due mesi dopo. È la conversione dell’Innominato, è qualcosa che
esonda della politica, siamo in piena letteratura. Avanti. Dopo la
dovuta e tautologica «riforma della legge elettorale», siamo alla terza “priorità” (pseudo)lettiana, e si arriva al cuore del berlusconismo, al taglio «della spesa pubblica
improduttiva», manca solo che Enrico venga colto da mistici furori e si
metta ad inneggiare alla “rivoluzione liberale”. È più di
un’autocritica, è l’eutanasia di un partito e di un progetto di società,
palesemente obsoleti, rottamati ben prima di qualsiasi Matteo Renzi, dalla dura realtà..continua...
http://www.lintraprendente.it/2013/04/letta-detta-le-condizioni-ma-sono-quelle-di-silvio/
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