venerdì 19 aprile 2013

Marini lascia...ma leggete con quali parole...cornuto e mazziato dal PD-Bersani!

 PS: Vatti a fidare degli ex-finti-comunisti!
umberto marabese
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LA LOGICA
«Ho preso 521 voti, la maggioranza assoluta. Il problema non è se Marini si ritira o meno», ha argomentato l’ex segretario della Cisl dopo aver incontrato a palazzo Giustiniani il capogruppo del Pdl, Renato Brunetta, «il problema è che l’intesa sottoscritta dal segretario del partito con Berlusconi e Maroni ha avuto la maggioranza dei grandi elettori del Pd e il 53% del Parlamento in seduta comune. E’ vero che per ora non basta, ma alla quarta votazione consentirebbe l’elezione del nuovo capo dello Stato. In più gli altri contraenti del patto, il Pdl e la Lega, confermano la disponibilità. Ebbene, se le cose stanno così, e stanno così, perché rinnegare l’intesa?!».
LO SFOGO
Inutile dire che Marini non ha apprezzato affatto come Bersani si è mosso. «Non ha capito nulla di come si doveva gestire la candidatura», si è sfogato, «Pier Luigi non è riuscito neppure a portarmi i voti degli elettori emiliani. Mi chiedo, se non controlla neppure i suoi, perché mi abbia voluto candidare». In sette parole: «Sono stato vittima di grave insipienza politica». Dure anche le parole dedicate a Matteo Renzi, il guastatore: «Non ha cuore il bene del Paese, ha a cuore solo i suoi interessi». Poi, prendendosela con «certi giornali»: «Sono uno del popolo, venuto dal popolo. Siccome non appartengono a una delle grandi famiglie della borghesia di sinistra, mi impallinano. Che tristezza...».
«ERRORI IMPERDONABILI»
Per Marini, abruzzese risoluto e testardo, è una questione di principio. Non di poltrona. Nel giro di contatti e di incontri con Sergio D’Antoni, Beppe Fioroni, Raffaele Bonanni, suoi amici e sostenitori, non ha nascosto il disappunto. Non ha gradito essere considerato «la bandiera dell’inciucio». Non ha apprezzato affatto le manifestazioni davanti Montecitorio dei militanti del Pd che chiedevano ai parlamentari di non votarlo. «Sono stati compiuti gravi errori di comunicazione», ha confidato, «sono stato fatto passare come il candidato della vecchia politica, del patto scellerato con Berlusconi. Non è stato chiarito all’opinione pubblica il valore di una candidatura condivisa per la pacificazione del Paese. Qui siamo davanti a una dimostrazione palese di incapacità. Si è giocato sulla mia pelle».------

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