La martellante e continua azione persuasiva ad opera dei media generalisti sembra aver sortito i suoi effetti. Con il primo freddo gli italiani corrono a tamponarsi e la causa di ogni starnuto è una e una soltanto: il Covid.
Anche lo Stato fa la sua parte, continuando imperterrito a pubblicare bollettini, a lanciare l’allarme contagi e a parlare di “trend in crescita”. Secondo il monitoraggio del ministero della Salute attualmente in Italia ci sono oltre 220 mila casi, con un incremento rispetto alla settimana scorsa del 57,8%.
Sulla base di quale sistema vengono però forniti questi dati? E soprattutto, quale strano ragionamento o meccanismo mentale porta questi numeri a trasformarsi in un pericolo reale?
I tamponi non servono a nulla
Il “governo dei numeri” che negli ultimi due anni ha terrorizzato grandi e bambini, chiudendoci in casa e dividendo l’Italia in zone rosse, gialle e arancioni, si basa su un sistema fallace.
Come addirittura il redento Matteo Bassetti, senza alcuno stupore o novità per chi da sempre ha sostenuto tale tesi, fa notare che un tampone positivo non è un indicatore del contagio né di persone ammalate. Le istituzioni non ne vogliono sapere né dell’immunità di gregge, né della convivenza con il virus, però finalmente gli attori della narrazione dominante ammettono i propri errori.
Bisogna smettere di parlare di boom di contagi e di ondate, il dato reale, se ancora c’è l’esigenza di avere dati Covid, sono i malati. Persone che si recano in ospedale con sintomi gravi. Anche i numeri delle terapie intensive sono inutili, visto che la maggior parte dei tamponi positivi sono di pazienti ricoverati per altri motivi. Quello che manca è quindi un sistema di sorveglianza attivo, ma dopo due anni e mezzo lo Stato non ci ha ancora pensato e gli asintomatici vengono ancora utilizzati per generare terrore.
Pediatri vogliono la mascherina
Questo è evidente proprio nell’ultimo bollettino, appena i pediatri hanno notato che la fascia più soggetta era quella dei minori, hanno subito evocato il ritorno dell’obbligo di mascherina.
Tralasciando quanto possa essere sciocco pensare che vi sia ancora la possibilità di debellare completamente un virus come il Sars-Cov2, non sarà di certo un bavagliolo a realizzare tale utopia. Così l’appello di Annamaria Staiano, presidente della Società Italiana di Pediatria, di un ritorno delle mascherine tra i bambini risulta davvero inopportuno.
Bisogna uscire da questa allucinazione collettiva, altrimenti appena ne avrà l’occasione lo Stato potrebbe tornare ad invocare restrizioni e green pass.
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