sabato 12 febbraio 2022

Pepe Escobar - VOLETE UNA GUERRA TRA RUSSIA E NATO?...

 

Senza una comprensione approfondita delle civiltà cinese e russa e del loro modo di pensare, gli Occidentali, semplicemente, non ce la possono fare.


Pepe Escobar
strategic-culture.org

ISTANBUL – Emmanuel Macron non è Talleyrand. Autodefinitosi “giupiteriano” [1], potrebbe essere finalmente sceso sulla terra con una corretta intuizione di realpolitik, rimuginando su uno dei bon mots chiave dell’ex ministro degli affari esteri francese: “Un diplomatico che dice ‘sì’ vuol dire ‘forse’, un un diplomatico che dice “forse” vuol dire “no” e un diplomatico che dice “no” non è un diplomatico”.

Il signor Macron è andato a Mosca per incontrare il signor Putin con in mente un semplice piano in 4 punti...

1. Concludere un accordo ad ampio raggio con Putin sull’Ucraina, fermando così “l’aggressione russa”.
2. Crogiolarsi nel bagliore auto-emanato come pacificatore dell’Occidente.
3. Risollevare l’insulso profilo dell’UE, visto che è l’attuale presidente del Consiglio dell’UE.
4. Raccogliere tutto il bottino e poi vincere le elezioni presidenziali francesi di aprile.

Considerando che, con una raffica di telefonate, aveva quasi implorato un’udienza, Macron è stato ricevuto da Putin senza particolari onori. Una comica rassicurazione è arrivata dall’isteria dei principali media francesi, inclusi gli “strateghi militari”, che ha rievocato la scenetta del “castello francese” dei Monty Python e il Sacro Graal, mentre riaffermava ogni stereotipo disponibile sulle “rane codarde” [2]. La loro “analisi”: Putin è “isolato” e vuole “l’opzione militare”. La loro principale fonte di informazioni: The Washington Post, un giornale della CIA di proprietà di Bezos.

Tuttavia, è stato affascinante guardare – oh, quel tavolo così luuuuungo al Cremlino: l’unico leader dell’UE che si è preso la briga di ascoltare davvero Putin è stato quello che, mesi fa, aveva definito la NATO “cerebralmente morta”. Quindi i fantasmi di Charles de Gaulle e Talleyrand sembravano essersi impegnati in una vivace chiacchierata, nell’ambito di un’economia spicciola, per far finalmente capire allo “jupiteriano” che l’ossessione imperiale di impedire con ogni mezzo all’Europa di trarre profitto da un più ampio commercio con l’Eurasia è una partita persa.

Dopo sei faticose ore di discussioni, Putin, prevedibilmente, ha monopolizzato il dipartimento delle citazioni famose, iniziando con un detto che risuonerà per molto tempo in tutto il Sud del mondo: “I cittadini di Iraq, Libia, Afghanistan e Jugoslavia hanno visto quanto sia pacifica la NATO“.

C’è di più. Il già iconico Volete una guerra tra Russia e NATO? – seguito dal sinistro “non ci saranno vincitori”. Oppure questo sul Maidan: “La Russia sa fin dal febbraio 2014 che la fonte del potere in Ucraina è scaturita da un colpo di stato. Questa è una pessima sandbox [3], non ci piace questo genere di gioco“.

Sugli accordi di Minsk, il messaggio è stato schietto: “Il presidente dell’Ucraina ha detto che non gli piace nessuna delle clausole degli accordi di Minsk. Che ti piaccia o no, sii paziente, caro mio. Devono essere soddisfatte”.

Il “vero problema dietro la crisi attuale”

Macron, da parte sua, ha sottolineato che “sono necessari nuovi meccanismi per garantire la stabilità in Europa, ma che, senza rivedere gli accordi esistenti, forse nuove soluzioni di sicurezza sarebbero innovative“. Quindi, niente che Mosca non avesse già sottolineato. Ha aggiunto: “Francia e Russia hanno concordato di lavorare insieme sulle garanzie di sicurezza“. Il termine operativo è “Francia”. Non il governo degli Stati Uniti che è incapace di negoziare .

L’interpretazione anglo-americana ha insistito sul fatto che Putin ha accettato di non lanciare nuove “iniziative militari” – tenendo allo stesso tempo nascosto ciò che Macron aveva promesso in cambio. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, non ha confermato alcun accordo. Ha solo detto che il Cremlino si impegnerà con le proposte di dialogo di Macron, “a condizione che anche gli Stati Uniti le accettino“. E su questo, come tutti sanno, non ci sono garanzie.

Il Cremlino ha sottolineato per mesi che la Russia non ha alcun interesse ad invadere quel buco nero de facto che è l’Ucraina. E le truppe russe torneranno alle loro basi al termine delle esercitazioni. Niente di tutto ciò ha a che fare con le “concessioni” di Putin.

E poi è arrivata la bomba: il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, fonte di ispirazione per uno dei personaggi principali del nuovo libro di Michel Houellebecq, Anéantir, ha affermato che l’operatività del Nord Stream 2 “è una delle componenti principali per la riduzione delle tensioni al confine russo-ucraino”. L’estro gallico ha formulato ad alta voce ciò che nessun Tedesco ha avuto le palle di dire.

A Kiev, dopo la parentesi di Mosca, sembra che Macron abbia detto correttamente a Zelensky da che parte ora soffia il vento. Zelensky ha frettolosamente confermato che l’Ucraina è pronta ad attuare gli accordi di Minsk; non lo è mai stata, per sette lunghi anni. Ha anche affermato che prevede di tenere un vertice in formato Normandia (Kiev, le repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk, Germania e Francia) “nel prossimo futuro”. Giovedì prossimo si terrà a Berlino una riunione dei consiglieri politici in formato Normandia.

Già nell’agosto 2020 avevo indicato [anche tradotto su CDC] in che direzione ci stavamo dirigendo nello scacchiere principale. Alcune menti acute della Beltway, nelle e-mail alle loro reti, avevano notato nel mio articolo come “l’obiettivo della politica russa e cinese è reclutare la Germania in una tripla alleanza che unisca la massa continentale eurasiatica – alla Mackinder – nella più grande alleanza geopolitica della storia, spostando l’egemonia mondiale a favore di queste tre grandi potenze contro la potenza marittima anglosassone.”

Ora, una fonte di informazioni di alto livello de Deep State, attualmente in pensione, scende al nocciolo della questione, sottolineando come “i negoziati segreti tra Russia e Stati Uniti siano incentrati sui missili nell’Europa orientale, mentre gli Stati Uniti lavorano freneticamente per completare lo sviluppo di vettori ipersonici”.

Il punto principale è che, se gli Stati Uniti dislocassero tali missili ipersonici in Romania e Polonia, come previsto, il tempo necessario per raggiungere Mosca sarebbe 1/10 del tempo di un Tomahawk. Per la Russia sarebbe anche peggio se venissero collocati nei Paesi Baltici. La fonte osserva che “il piano degli Stati Uniti è di neutralizzare i più avanzati sistemi missilistici difensivi che sigillano lo spazio aereo russo. Questo è il motivo per cui gli Stati Uniti si sono offerti di consentire alla Russia di ispezionare in futuro questi siti missilistici, per dimostrare che non esistono missili nucleari ipersonici. Eppure questa non è una soluzione, poiché i lanciamissili Raytheon possono gestire missili sia offensivi che difensivi, quindi è possibile caricarli di nascosto anche con missili offensivi. Tutto quindi richiede un’osservazione continua.”

La conclusione è netta: “Questo è il vero problema dietro l’attuale crisi. L’unica soluzione è vietare i siti missilistici nell’Europa orientale”. Questo sembra essere una parte essenziale delle richieste della Russia per le garanzie di sicurezza.

Navigando verso Bisanzio

Alastair Crooke ha dimostrato che “l’Occidente sta lentamente scoprendo di non avere alcun potere di pressione contro la Russia (la cui economia è relativamente a prova di sanzioni), e che forze armate occidentali non possono competere con quelle della Russia”.

Parallelamente, Michael Hudson ha indicato in modo conclusivo che “la minaccia al dominio degli Stati Uniti è che Cina, Russia e il cuore dell’isola eurasiatica tanto cara a Mackinder stanno offrendo opportunità commerciali e di investimento migliori di quelle offerte dagli Stati Uniti con la loro richiesta sempre più disperata di sacrifici da parte della NATO e dei loro alleati”.

Molti di noi, analisti indipendenti sia del Nord che del Sud del mondo, sottolineano senza sosta da anni che il Gotterdammerung [4] in salsa pop attualmente in corso è imperniato sulla fine del controllo geopolitico americano sull’Eurasia. La sottomissione strategica dell’Eurasia da ovest ad est imposta tramite una Germania e un Giappone occupati; la NATO in continua espansione; L’Impero delle Basi, tra l’altro in continua riduzione, insomma tutti i lineamenti di un pranzo gratuito che dura da più di 75 anni, stanno collassando.

Il nuovo motivetto è impostato sulle note della Nuova Via della Seta, o BRI: l’impareggiabile potenza ipersonica della Russia – ed ora le richieste non negoziabili di garanzie di sicurezza, l’avvento della RCEP [Regional Comprehensive Economic Partnership, Partenariato Economico Globale Regional], il più grande accordo di libero scambio del pianeta che unisce l’Asia orientale, l’Impero quasi espulso dall’Asia centrale dopo l’umiliazione afgana e, prima o poi, la sua espulsione dalla prima catena di isole del Pacifico occidentale, con l’arrivo dei veri protagonisti, i missili cinesi DF-21D “distruggi-portaerei”.

L’acronimo MICIMATT (complesso militare-industriale-congressional-intelligence-media-accademia-think tank) coniato da Ray McGovern, non è stato in grado di radunare il QI collettivo per anche solo iniziare a capire i termini della dichiarazione congiunta Russia-Cina rilasciata nel già storico 4 febbraio 2022. Alcuni in Europa l’hanno fatto, probabilmente al Palazzo dell’Eliseo.

Questa dotta decodifica [della dichiarazione congiunta russo-cinese] si concentra sull’interconnessione di alcune formulazioni chiave, come  “le relazioni tra Russia e Cina sono superiori alle alleanze politiche e militari dell’era della Guerra Fredda” e “l’amicizia che non mostra limiti“,  il partenariato strategico, con tutte le sue sfide, è molto più complesso di un semplice “trattato” o “accordo”. Senza una comprensione più approfondita delle civiltà cinese e russa e del loro modo di pensare, gli Occidentali, semplicemente, non ce la possono fare.

Alla fine, se riusciremo a sfuggire alla morte e distruzione dell’Occidente, potremmo ritrovarci in una versione distorta di Navigando verso Bisanzio di Yeats.

Potremmo sempre sognare il migliore e il più brillante d’Europa che, finalmente, si svincola dalla morsa ferrea dello squallido Eccezionalistan imperiale:

“Fuori dalla natura, io non prenderò più
la mia forma corporea da alcuna cosa naturale,
ma quella forma che orefici greci
fanno d’oro battuto e foglia d’oro
per tener desto un Imperatore assonnato,
o sopra un ramo d’oro posato a cantare
ai signori e alle dame di Bisanzio
di quello che è passato, che passa, o che verrà.”

Pepe Escobar


Nessun commento:

Posta un commento