PS: DomandA:"In ultima analisi, c’è da chiedersi se ai nostri politici o alla nostra classe di intellettuali sia mai venuto in mente di pretendere una presa di posizione incontrovertibile, pena la perdita del lavoro, contro la politica bellica statunitense, per fare un solo esempio!!!"
RispostA: "NO !!!"
umberto marabese
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Se in tempi di covid ad essere esclusi dal consesso civile erano i non vaccinati, adesso tocca ai filorussi, o supposti tali. Con filorusso naturalmente si intende chiunque cerchi di farsi qualche domanda sulla situazione in atto o che semplicemente decida di non dire la propria opinione. E se per sbaglio si ha anche un cognome russo, siate pur certi che l’opinione pubblica non sarà disposta a perdonarvi.
A finire nel mirino in queste ore è il direttore d’orchestra Valery Gergiev che, reo di non aver preso le distanze dalla guerra né da Vladimir Putin, è stato dispensato dalla direzione de La Dama di Picche al Teatro alla Scala il prossimo 5 marzo. Il Teatro aveva chiesto al maestro una presa di distanza dalla guerra dopo l’aggressione all’Ucraina, richiesta che aveva già fatto qualche giorno fa il sindaco di Milano Giuseppe Sala all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Iulm.
Il sindaco avrebbe preso ad esempio altri personaggi del mondo artistico, come la soprano russa Anna Netrebko, che si è detta “contro la guerra”.Niente di diverso da quanto accaduto ai tempi del Black lives matters, dove chi si rifiutava di inginocchiarsi con il pugno alzato era automaticamente bollato come razzista e di conseguenza messo da parte. Atteggiamento che investe soprattutto il mondo della cultura, e per molti è forse più facile adeguarsi e dire in favore di camera ciò che il Beppe Sala di turno si aspetta, pur di mantenere i propri ingaggi.
Eppure, un paese che dichiara di voler difendere la democrazia dovrebbe essere il primo a rispettare il silenzio o l’opinione di chiunque, compresi gli artisti. Ma in quanto a diktat di antica memoria, Sala non è certo solo: il maestro Gergiev avrebbe ricevuto infatti l’ultimatum anche dal sindaco di Monaco Dieter Reiter. Se entro oggi non avesse preso le distanze da Putin, infatti, sarebbe stata interrotta anche la collaborazione con la Munchner Philaharmoniker, orchestra di cui Gergiev è direttore principale dalla stagione 2015-2016. Il maestro sarebbe stato abbandonato anche dal suo agente internazionale Marcus Felsner, il quale avrebbe affermato che è “chiaramente sgradito difendere gli interessi del maestro Gergiev“.
In ultima analisi, c’è da chiedersi se ai nostri politici o alla nostra classe di intellettuali sia mai venuto in mente di pretendere una presa di posizione incontrovertibile, pena la perdita del lavoro, contro la politica bellica statunitense, per fare un solo esempio.
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