lunedì 17 agosto 2020

Pierluigi Battista - I partiti seri non fanno così. Si può cambiare idea, anche radicalmente, ma si deve almeno spiegare il perché...

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Pierluigi Battista | 16 agosto 2020

Le persone serie, quando cambiano idea, anche radicalmente, spiegano il perché e sanno anche soffrire, pensando di aver creduto in qualcosa che si è dimostrato sbagliato. Le persone serie: quelle non serie, cambiano idea come cambiano abito, si adattano, fanno finta di niente, intellettualmente pusillanimi come sono non dicono: «abbiamo sbagliato, ve ne spiego i motivi», ma fanno finta di nulla, e pensano, scaltri come sono, furbacchioni come sono, che la credibilità sia un optional, una faccenda da anime belle. I partiti seri possono cambiare un giudizio, ma se sono seri devono saper ammettere: «abbiamo sostenuto un sacco di fesserie, ma adesso siamo giunti alla conclusione che erano solo sciocchezze, e le ragioni sono queste»: se non sono seri, invece, prima dicono che un partito era quello di Bibbiano dove si rapiscono i bambini, poi fanno alleanze con quelli di Bibbiano e la chiamano pure, col sorriso del furbacchione senza principi, «evoluzione».

I partiti non seri prima dicono che un partito era fascistoide, anti-costituzionale al punto da chiederne la messa fuorilegge, fatto di cialtroni terrapiattisti soggiogati da un comico eversivo, poi dimenticano tutto nel giro di pochi giorni, fanno alleanze di governo con i terrapiattisti e poi addirittura ne propongono un’alleanza organica.

Non dicono: «scusate, su Bibbiano, sul Pdl meno elle, sul Pd con i tentacoli della piovra mafiosa dicevamo un sacco di fesserie», no, non dicono niente, e sorridono soddisfatti. Non dicono: «scusate, ma la piattaforma Rousseau non era un attacco alla democrazia, loro non erano degli squadristi armati di manganello mediatico», no, non dicono niente, sorridono soddisfatti. Nei partiti seri, la tattica è una cosa seria, ma se tutto diventa solo tattica strumentale, nessuno ti crederà più. Nei partiti seri, se si dice «mai» e poi invece «mai» diventa «qualche volta», «forse», «dipende», la prossima volta che dirai «mai», una risata ti seppellirà. Mai con Virginia Raggi ? Roba da ridere. Mai con la «piovra»? Roba da ridere. O da piangere. Perché i partiti seri hanno un’identità, una radice, una storia, una ragion d’essere, un popolo (si può dire popolo?). Ma partiti così non ne esistono più, la retorica della fluidità ha preso il posto di quella della serietà. Pensavamo che fosse un

a cosa più moderna. Pazienza, ci eravamo sbagliati.


16 agosto 2020, 22:37 - modifica il 16 agosto 2020 | 22:38


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