sabato 13 aprile 2019

Saker Italia - La prossima mossa dell’amministrazione Trump sarà andare in guerra?


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La prossima mossa dell’amministrazione Trump sarà andare in guerra?

Da quando Mr. MAGA è arrivato alla Casa Bianca, sono rimasto stupito dal livello di pura stupidità e, francamente, dall’immoralità di questa amministrazione. Obama è stato quasi altrettanto incompetente e malvagio, ma Trump ha veramente portato un cambiamento qualitativo in quello che potremmo definire genericamente “il QI della Casa Bianca”. La cosa migliore che posso dire onestamente su Trump è che la stupidità può essere una cosa buona. Ahimè, può anche essere estremamente pericolosa, e questo è ciò che sta accadendo. Basta controllare questi titoli recenti [terzo link in russo, tutti gli altri in inglese]:
Devo ammettere che quest’ultimo è il mio preferito, davvero! Quant’è fico? Gli Stati Uniti minacciano uno stato membro della NATO con la guerra (questo è ciò che “conseguenze devastanti/gravi” significa in termini diplomatici)...

Pompeo (sicuramente uno degli idioti più malvagi e deliranti dell’Amministrazione Trump) stava probabilmente cercando di emulare il modello di comportamento di tutta questa Amministrazione, Bibi Netanyahu, che una volta aveva addirittura minacciato *la Nuova Zelanda* con la guerra [in inglese] (beh, qualcosa del genere, lo so, in realtà non voleva dire “vera” guerra, ma ha usato il linguaggio bellico, che, per un politico, è nel migliore dei casi irresponsabile).
Sarebbe tutto molto divertente se non fosse per il fatto che è abbastanza ovvio che gli Stati Uniti sono già impegnati in una campagna militare/terroristica segreta contro il Venezuela, e che il governo di Maduro ha sventato con successo la “rivoluzione di Guaidó” (almeno fino ad ora), cosa che fa infuriare tipi come Pompeo. Inoltre, il fatto che l’esercito americano non sembra avere lo stomaco per un’invasione di terra non significa affatto che non possano iniziare una campagna di bombardamenti in stile Kosovo o Libia contro il Venezuela.
La guerra segreta contro il Venezuela diventerà presto evidente?
Quelli che ora sostengono che tre battaglioni della difesa aerea di S-300 russi (equipaggiati con la versione da esportazione dell’S-300VM – “Antey-2500”) o addirittura migliaia di MANPADS di fabbricazione russa possono fermare gli Stati Uniti, semplicemente non capiscono la guerra in generale e le operazioni di difesa aerea in particolare. Ciò che queste persone fanno è prendere alcune cifre riguardanti, in questo caso, le capacità teoriche degli S-300 venezuelani e poi calcolare quanti aerei/missili questi sistemi potrebbero abbattere. Non è così che funzionano le difese aeree.
[Nota a margine: qui non scriverò una spiegazione dettagliata di questo argomento. Il mio amico Andrej Martjanov può farlo molto meglio di me, ma dirò solo che per essere veramente efficace, qualsiasi sistema di difesa aerea deve essere 1) multi-livello e 2) integrato. Inoltre, tali pseudoanalisi, come menzionato sopra, trascurano sempre l’importanza di tutti gli altri fattori oltre al numero e alle caratteristiche dei missili stessi. Ma in realtà la guerra elettronica, l’integrazione della rete, l’elaborazione dei segnali, i sistemi di gestione del combattimento, ecc. svolgono un ruolo assolutamente cruciale nelle difese aeree. Anche le misure di inganno (come i “carri armati” gonfiabili o gli “aerei” di legno) possono svolgere un ruolo centrale nel risultato (come è accaduto in Kosovo e in Iraq). Lo stesso vale per le operazioni aeree offensive, ovviamente. Quindi nessuna valutazione di un possibile attacco aereo statunitense in Venezuela può essere fatta senza analizzare capacità, addestramento, procedure, ecc. degli Stati Uniti. La verità è che i cosiddetti esperti militari si impegnano solo in ciò che i veri esperti militari chiamano “conta dei fagioli”. Da un punto di vista militare è completamente inutile]
La triste verità è che in assenza di un sistema di difesa aerea integrato a più livelli come in Russia, le operazioni di difesa aerea tipicamente si trasformano in un semplice gioco di numeri: X numero di missili difensivi contro il numero Y di attaccanti. Tenete presente che una guerra elettronica efficace (specialmente SEAD) ridurrà *drasticamente* l’efficacia di qualsiasi difesa aerea. Lo stesso vale per qualsiasi numero di Su-30 o persino di Su-35 che la Russia possa consegnare al Venezuela.
Ora, guardate una mappa e constatate di persona: il Venezuela è letteralmente nel cortile degli Stati Uniti (almeno in termini militari), e gli Stati Uniti possono portare un numero ENORME di ciò che vogliono (missili, bombe, velivoli SEAD, ecc.) in combattimento. Non solo, ma i venezuelani non hanno alcuna vera opzione di contrattacco, il che significa che lo Zio Shmuel può sparare quanti missili vuole per settimane e mesi senza mai doversi preoccupare di un contrattacco.
Sono solo i fattori politici che proteggono il Venezuela da un palese attacco statunitense, non i fattori militari. Questi ultimi non sono irrilevanti, ovviamente, e ne ho discusso qui. In termini militari, il Venezuela è un bersaglio facile che potrebbe essere in grado di dissuadere un’operazione terrestre, ma che non può fare nulla contro le capacità di attacco degli Stati Uniti, almeno non contro un determinato sforzo statunitense. Contro un finto attacco, come quello eseguito da israeliani e Stati Uniti in Siria, i venezuelani probabilmente potrebbero diminuire significativamente il numero di bombe/missili statunitensi che arrivano a bersaglio. Ma questo è tutto ciò che possono ragionevolmente sperare.
E che dire della Siria?
Bene, gli Anglo-Sionisti hanno sicuramente perso la prima fase di questa guerra, ma non sono disposti a venire a patti con questo fatto. Così ora hanno definito i loro obiettivi da “un nuovo Medio Oriente” o “l’animale Assad se ne deve andare” a “non permetteremo mai che scoppi la pace in Siria”. Non un granché come strategia, ma è abbastanza buona per gli israeliani, e questo è tutto ciò che conta davvero per Trump o per i suoi padroni. Non voglio trattare dettagliatamente la Siria in questo momento, ma il semplice fatto che Pompeo stia diffondendo minacce contro la Turchia dice davvero tutto. La reazione turca è stata abbastanza prevedibile: il vicepresidente turco Fuat Oktay ha dichiarato che “Gli Stati Uniti devono scegliere. Vogliono rimanere alleati della Turchia o rischiare la nostra amicizia unendo le forze con i terroristi per indebolire le difese della sua alleata della NATO contro i suoi nemici?
Sentite l’amore?!
Sì, queste sono solo parole, e la Turchia rimane sotto l’occupazione NATO/CENTCOM (CENTCOM, che gli iraniani hanno – logicamente – appena dichiarato un’organizzazione terroristica[in inglese]). Tuttavia, tra l’S-400 contro l’F-35, la questione curda, il continuo sostegno della CIA a Fethullah Gülen o il fatto che l’UE (controllata dagli Stati Uniti) non ha mai accettato la Turchia, creano uno sfondo potenzialmente esplosivo che anche una piccola scintilla potrebbe accendere.
È altrettanto chiaro che sia gli USA che Israele continueranno a condurre attacchi aerei, assassinii, sostegno a gruppi terroristici Takfiristi, ecc., in Siria per il prossimo futuro. Il famoso ritiro di Trump dalla Siria finirà come tutte le sue promesse: buttato giù nel buco della memoria. Per quanto riguarda gli israeliani, è assolutamente vitale (per ragioni psicologiche e ideologiche) che continuino a sovvertire non solo la Siria, ma tutto il Medio Oriente. Inoltre, non dovremmo *mai* dimenticare l’obiettivo finale israeliano: usare gli Stati Uniti per distruggere qualsiasi paese che abbia osato resistere all’aggressione israeliana. In cima a quella lista, c’è, ovviamente, l’Iran.
In poche parole: non ci sarà pace in Medio Oriente finché la Palestina sarà occupata da una banda di criminali razzisti, il cui disprezzo per il diritto internazionale o persino le norme basilari di comportamento civilizzato è totale, quanto la totale dipendenza dall’inganno e dalla violenza per soggiogare la regione e, infine, il nostro intero pianeta. Certo, la Russia e la Cina saranno d’aiuto, come lo sarà l’Iran, ma è improbabile che ciò sia sufficiente per ottenere una pace duratura (se non altro, le ultime dichiarazioni israeliane sull’annessione di ancora più parti della Palestina sono un indicatore di altre cose negative).
La verità è che mentre l’Impero non ha il potere di spezzare la volontà del popolo siriano, ha abbastanza forza per impedire che scoppi la pace in Siria.
O l’Iran?
Chissà? È possibile prevedere le azioni di un attore razionale. “Razionale” implica un grado minimo di intelligenza e sanità mentale. Il problema è che non possiamo essere sicuri dell’intelligenza delle persone attualmente in servizio al Pentagono, mentre possiamo essere assolutamente sicuri che gli israeliani sono completamente pazzi e deliranti (come lo sono sempre i razzisti). Finora, gli israeliani non sono riusciti a convincere gli Stati Uniti ad attaccare l’Iran. Chiaramente, al Pentagono c’erano persone intelligenti e sensate (nella tradizione dell’Ammiraglio Fallon [in inglese]) ma quanto possiamo essere sicuri che ormai non siano stati tutti epurati (o corrotti) dal regime Neoconservatore?
[Nota a latere: quando parlo della stupidità dei leader statunitensi, non intendo ciò come un insulto. Intendo stupidità in senso diagnostico: queste persone semplicemente non sono molto brillanti. Date un’occhiata all’eccellente interpretazione di Dmitrij Orlov “La USS Nave dei Fessi imbarca acqua?” [in inglese] per una buona discussione sul ruolo sempre più importante che la stupidità sta giocando nelle azioni dell’Impero. E Orlov non è l’unico a pensarlo. Ormai la maggior parte dei russi è piuttosto convinta che la stupidità e la grossolana incompetenza siano ciò che meglio caratterizza il processo decisionale americano. Se non fosse per i reali rischi di guerra, i russi passerebbero il loro tempo a ridere per l’incompetenza dei leader della “nazione indispensabile”…]
Quando guardo al fatto che, almeno finora, gli Stati Uniti non hanno osato lanciare un’aggressione militare contro il Venezuela, non riesco ad immaginare nessuno al Pentagono o al CENTCOM che abbia lo stomaco per una guerra contro l’Iran. Ma, di nuovo, sto presumendo intelligenza e sanità mentale, che non si applica né al signor MAGA né agli israeliani.
La Corea del Nord? L’Ucraina? Libia? Paese X?
Nell’analisi strategica non si dovrebbe mai dire mai, ma sottolineo che le probabilità di un attacco militare su vasta scala degli Stati Uniti in Ucraina, in Libia o contro il Paese X (sostituire X con qualsiasi paese vogliate) sono scarse. Francamente, quel treno ha già lasciato la stazione. Certamente, “Paese X” è abbastanza vago da rimanere una possibilità almeno teorica, forse si può trovare una nuova minuscola “Grenada” da poter, usando le parole immortali di Michael Ledeen[in inglese] “sbatterlo contro il muro, solo per mostrare al mondo che noi gestiamo gli affari” (dopo tutto, questo è quello che ha fatto quel grande eroe americano – Reagan – dopo che gli Stati Uniti hanno dovuto scappare dal Libano), ma a meno che l’amministrazione Trump non raggiunga un nuovo livello di incompetenza, arroganza e follia, non vedo dove lo Zio Shmuel potrebbe decidere di “ripristinare la democrazia”.
Qualche scommessa su dove questa gente “indispensabile” ripristinerà la democrazia?
Conclusione: il Venezuela è ancora nel mirino o è già sotto attacco?
Quando si ha a che fare con un’amministrazione disfunzionale allo stato terminale come l’amministrazione Trump (basta guardare quante volte le persone vengono licenziate o si dimettono! Controllate qui [in inglese] per l’ultimo caso), dobbiamo supporre che sia capace delle azioni peggiori, più illogiche, e persino di catastrofiche auto-sconfitte. Un chiaro attacco al Venezuela rientrerebbe indubbiamente in questa categoria. Pertanto, abbiamo bisogno di mettere da parte tutte le numerose dichiarazioni rilasciate da vari funzionari statunitensi (sia minacciose che accondiscendenti) e guardare a ciò che gli Stati Uniti stanno facendo. Quando lo facciamo, vediamo che gli Stati Uniti sono già impegnati in una guerra contro il Venezuela, anche se questa guerra è per lo più segreta. Inoltre, questa guerra segreta ha fallito, almeno finora. Tuttavia, e cosa ancor più preoccupante, gli Stati Uniti hanno pagato un prezzo politico molto basso, se non addirittura nullo, per la loro aggressione completamente illegale contro il Venezuela. Quindi la vera domanda non è se gli Stati Uniti decideranno di lanciare un’aggressione militare palese su vasta scala contro il Venezuela, ma se ci siano dei fattori che potrebbero impedire agli Stati Uniti di superare la soglia di negabilità.
Posso pensare ad almeno uno di questi fattori: l’inevitabile contraccolpo contro qualsiasi intervento militare “yankee” nell’opinione pubblica latinoamericana e le conseguenti e potenzialmente gravi conseguenze per i burattini degli Stati Uniti (à la Bolsonaro, ad esempio) e i vari regimi compradores (in Colombia per esempio) nel continente. A parte questo, la mia più grande speranza è che la debacle in Iraq, in Afghanistan e altrove sarà sufficiente a persuadere i funzionari degli Stati Uniti che un altro disastro militare non porterà alcun beneficio ai loro interessi.
L’orologio sta girando e la banda Neoconservatrice alla Casa Bianca deve decidere in ogni caso – dare la colpa a qualcun altro (il popolo venezuelano, i russi, i cinesi, Hezbollah, l’Iran, gli extraterresti marziani, ecc.) e arrendersi o provare un intervento militare palese e sperare che le cose vadano meglio di come vanno sempre.
Cosa ne pensate? L’amministrazione Trump entrerà in guerra e, se sì, dove?
Il Saker
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PS: rapido aggiornamento ucraino: né Poroshenko né Zelenskyj hanno qualcosa di simile ad un vero programma (anche se Zelenskyj ha appena pubblicato un “piano” in 10 punti che è semplicemente sciocco, non ha senso discuterne ora). Poiché entrambi saranno marionette degli Stati Uniti, questo non è un grosso problema: il corso dell’Ucraina non cambierà comunque a seguito di queste elezioni. La campagna di Poroshenko è debole, sta cercando di soddisfare la popolazione di lingua russa (arriva persino a parlare a volte in russo, che è tecnicamente illegale per lui!), ma ormai è troppo tardi: tutti odiano lui e il regime che rappresenta. Zelenskyj, al contrario, ha una campagna molto dinamica ed efficace – per lo più video – in cui dice cose che Poroshenko non potrebbe mai dire. La maggior parte degli osservatori, me compreso, pensa che siccome il 2° turno di votazioni sarà una gara di anti-rating (percezione negativa), vincerà Zelenskyj. Il tempo stringe per Poroshenko, è meglio inventarsi qualcosa di drammatico, o dovrà scappare. Per quanto riguarda Julija Vladimirovna, sta chiaramente discutendo con la gente di Zelenskyj per vedere se può formare una coalizione politica nella Rada. Credo che queste trattative saranno tenute segrete fino al 2° turno, quando nella Rada verrà creata una “coalizione di fazioni di supporto a Zelenskyj”.
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Pubblicato su The Saker il 10 aprile 2019.Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

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