venerdì 5 aprile 2019

Giorgio Cremaschi: "Ecco perché Potere al Popolo non parteciperà alle prossime elezioni europee".

Ecco perché Potere al Popolo non parteciperà alle prossime elezioni europee. Intervista a Giorgio Cremaschi

"Alle europee non daremo indicazioni di voto in Italia, ma sosterremo in Francia France Insoumise".



Intervista a Giorgio Cremaschi, Portavoce nazionale di Potere al Popolo


Potere al Popolo non parteciperà alle prossime elezioni europee. Perché?

Abbiamo deciso di iniziare un tavolo di trattative dopo una votazione online dei nostri iscritti con alcune forze politiche di sinistra, tra cui Dema di De Magistris, ma il tutto è saltato sui contenuti. E voglio che sia chiaro questo: sui contenuti.
 

Ci può spiegare meglio?

Come delegazione di Potere al Popolo avevamo posto 4 punti sul tavolo:

1)      la rottura dei Trattati dell’Ue che per noi rappresenta una chiara collocazione politica. Chi oggi vuole combattere in modo chiaro le politiche neo-liberiste e vuole varare politiche sociali vere ha un avversario chiaro: l’Unione Europea.

2)      la rottura con la Nato e riduzione delle spese militari. Siamo contro la collocazione internazionale euro-atlantica dell’Italia, contro il golpe in Venezuela e le scelte di quest’organizzazione nata in teoria come difensiva e che ci stanno avvicinando alla follia di uno scontro con la Russia e con il sud del mondo.

3) Coerenza del comportamento con il Pd. Un accordo doveva significare l’esclusione di qualunque accordo politico con il Pd a livello comunale o regionale.

4)Rinnovamento delle liste sia dal punto di vista del genere che delle persone. Persone in estrema sintesi che venissero dai movimenti e dal sociale piuttosto che dalle tradizionali figure di partito...

 


E i partiti e organizzazioni presenti come hanno reagito a questi 4 punti?

DeMa di De Magistris aveva dato un ok di massima al primo punto e credo sia molto significativo. Diem 25 di Varoufakis si è addirittura alzato dal tavolo per la nostra solo presenza, ci hanno definito i “sovranisti di sinistra”! Sinistra Italiana ha dichiarato di non essere d’accordo su nessuno dei 4 punti. E Rifondazione Comunista ha fatto il pesce in barile, dicendoci che era d’accordo in teoria ma che bisognava abbandonarli questi punti per far confluire tutti. Noi non li abbiamo abbandonati e si è aperta una crisi del tavolo. Unica possibilità di accordo a livello di contenuti era tra PAP DEMA e Rifondazione Comunista.


Perché non avete trovato un accordo?

Rifondazione comunista non ha sciolto il nodo e De Magistris ha annunciato il ritiro della sua candidatura. Rifondazione Comunista e Sinistra Italiana faranno una lista che chiameranno “Sinistra europea” dove ci sarà tutto e il contrario di tutto. Addirittura non daranno neanche vincoli sul gruppo di cui far parte nel Parlamento europeo, pare  per candidare dirigenti politici come Cofferati che poi non sceglieranno il Gue. Siamo all’antitesi di quello che Potere al Popolo considera un’alternativa credibile. Avevamo detto che non avremmo partecipato ad una lista in cui si sostenesse tutto ed il contrario di tutto, pur di candidarsi. 

Perché non parteciperete da soli?

Siamo bloccati dallo sbarramento assurdo delle 180 mila firme in pochi giorni da raccogliere (3 mila solo in Val D’Aosta e Molise). Non mi nascondo nel dire che oggi la nostra organizzazione non sia in grado di farlo e credo che nessuno oggi in Italia abbia questa forza. E quindi il sistema, in un meccanismo che abbiamo visto già nel mondo del lavoro dove per contestare un accordo devi prima firmarlo, ha posto dei limiti praticamente invalicabili di accesso.
 Che possono aggirare i furbetti sul modello Bonino-Tabacci, con il mercatino dei simboli. Bisogna denunciare di più gli sbarramenti  che escludono dal voto e dalla rappresentanza le forze nuove, anche perché siamo un paese dove oramai la metà degli elettori non va a votare o si astiene. Alle europee non daremo indicazioni di voto in Italia, ma sosterremo in Francia France Insoumise, con la quale abbiamo rapporti e condividiamo il patto di Lisbona fra forze radicalmente anti liberiste. Poi saremo lo stesso presenti con la nostra iniziativa, proprio sui nostri quattro punti e sulle scelte economiche e sociali da compiere. E parteciperemo alle amministrative a Livorno, Firenze, Cesena Aversa ed in altri comuni medi e  piccoli.



Quale sarà la strategia dei prossimi mesi di Potere al Popolo per convincere un elettorato potenziale sempre maggiore…

Anche la nostra esperienza della lista per le europee ci ha confermato che non si tratti tanto di unire ciò che oggi è sinistra, ma di ricostruire una sinistra sociale e politica alternativa a tutto il quadro politico esistente. Per noi è chiaro che oggi gli avversari sono 2: da un lato la destra reazionaria di Salvini e di Orban e dall’altro la finta sinistra di Zingaretti, che in realtà ha le posizioni da destra liberale di Macron. Lega e PD la pensano allo stesso modo quasi su tutto: Tav, Venezuela, grandi opere, autonomia differenziata, Unione Europea. C’è un enorme spazio che oggi non è coperto, avrebbero potuto coprirlo i Cinque Stelle ma si sono piegati alle politiche reazionarie di Salvini (che poi proseguono ad essere onesti quelle di Minniti) e alle compatibilità UE e NATO. Si sono dichiarati euroatlantici. Ecco si deve avere il coraggio di dire, se davvero si vuol cambiare si deve avere il coraggio di non andare al governo se non si può cambiare davvero. I cinquestelle hanno fatto la scelta opposta e alla fine, come chiede la Confindustria, quando saranno sufficientemente indeboliti, verranno scaricati.
Potere al Popolo è una piccola forza, ma ha l’obiettivo di creare ciò che oggi manca: creare una forza sociale e politica di rottura che sappia canalizzare le richieste di milioni di persone oppresse e sfruttate che oggi non hanno rappresentanza. Per capirci meglio. Non si può essere antifascisti e antirazzisti se poi si sta con Bolsonaro e Netayahu. Non si può essere ambientalisti e non essere NoTav. Non si può sostenere la 194 e non vedere tutti gli ostacoli alla sua applicazione. Qui per fortuna il movimento NON UNA DI MENO, non a caso nato in America Latina, ha dato una svolta anticapitalista alla lotta delle donne. E sul piano economico e sociale non possiamo oscillare tra le timide e contradditorie realizzazioni su reddito e quota 100 e il partito del PIL di CGILCISLUIL e Confindustria, che sostiene le solite politiche di sviluppo liberiste. No non si può dire LAVORO! e poi non dire:  rimettiamo l’articolo 18 , basta precarietà, riduzione dell’orario contro la disoccupazione, nazionalizzazioni e rottura dei vincoli e dei trattati UE che, come ci ha ricordato Juncker con i suoi diktat, impongono l’austerità. Ecco noi siamo piccoli, ma abbiamo un programma alternativo all’esistente e ci crediamo.. per questo andremo avanti anche se non saremo sulla scheda per le europee.
 


A.B.
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