mercoledì 10 aprile 2019

Franco Bechis - Franco Bechis: “Pensioni, questo governo ha tagliato meno del Pd”



L’Inps ha fatto uno scherzetto con il conguaglio di aprile, ma gli importi mensili sono più alti di prima fino a 4.500 euro. Sono panzane quelle usate nella polemica politica: tagliate solo le pensioni d’oro.

(di Franco Bechis – iltempo.it) –

 Più di un pensionato è rimasto sorpreso in questo mese di aprile dalla comunicazione Inps allegata all’assegno dovuto. Perché si taglia loro l’importo a modo di conguaglio per quanto ricevuto in più del dovuto nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2019. Si capisce il malumore, ma lo scherzetto è dovuto alla magica Inps di Tito Boeri che nonostante da decenni si vanti di essere super informatizzata, non è stata in grado di applicare da gennaio le nuove regole sulla indicizzazione delle pensioni stabilite dalla legge di bilancio a dicembre. Così ha fatto scattare per tutti un aumento dell’1,1% (il costo della vita 2018 stabilito per decreto) che però era dovuto solo ad alcuni (quelli con le pensioni fino a tre volte il minimo, quindi al di sotto dei 1.500 euro mensili). Sulle giuste lamentele dei pensionati che non erano stati preparati e informati adeguatamente su quel che sarebbe avvenuto si sono fiondati molti politici, sostenendo che questo dimostra come il governo per finanziare “quota 100” abbia tagliato tutte le pensioni anche basse. Questo fatto che viene ripetuto in tv spesso, è falso. Innanzitutto non di tagli si parla, ma di lievi aumenti per recuperare il potere di acquisto perso con l’inflazione. Questi aumenti erano razionati da norme in vigore dal 2014 varate prim a da Enrico Letta, poi confermate da Matteo Renzi e infine da Paolo Gentiloni, quindi da tutti i governi Pd.... Rispetto a loro oggi i pensionati italiani vengono trattati meglio dall’esecutivo di Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Perché tutti gli assegni fino a 4.500 euro vengono rivalutati più di quel che avveniva con quei governi: fino a 1.500 euro recuperano tutta inflazione. A 2 mila euro recuperano quasi tutta l’inflazione (il 95%), mentre fino all’anno scorso quella percentuale era più bassa (90%). E così via, a 2.500, 3 mila, 3.500, 4 mila e 4.500 euro, dove il recupero è sempre di almeno 5 punti superiore all’anno scorso. Solo da quel punto in su gli assegni aumentano, meno però di quanto sarebbero aumentati con i governi Pd. E inflazione a parte scatta pure il contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro che le taglia in maniera sensibile. Ma questa è la verità, non quella che viene raccontata nei talk show televisivi.---

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