venerdì 24 agosto 2018

Maurizio Blondet - Su Flick , il ministro e giurista campione del diritto.

Su Flick , il ministro  e giurista campione  del diritto.

   

Ieri abbiamo segnalato che il  dottor Francesco Cozzi, pm di   Genova  che indaga sulla strage di Ponte Morandi, “è stato “direttore dell’Ufficio rapporti con il Parlamento nel Gabinetto del Ministro della Giustizia prof G.M. Flick”, ossia ha fatto parte come magistrato “distaccato”  (questi distacchi  sono un’altra delle porte girevoli in cui avviene la commistione incestuosa dell’ordine giudiziario  col potere politico “amico”)  del governo Prodi Uno, ossiadella compagine che magari ha qualcosa da nascondere sulla Concessione Autostrade ai Benetton con patto  segreto. Domandavamo tremanti di paura: non c’è qui un qualche conflitto d’interesse?, eccetera eccetera.
Ora ,  l’avvocato Giovanni Maria Flick, che fu ministro della giustizia a cui Cozzi collaborava, e che è anche stato elevato a giudice della Corte Costituzionale, in qualità di insigne giurista è stato intervistato   da Huffington Post e si pronuncia sulla strage di Genova – da par suo, ossia da insigne giurista al disopra delle parti – contro il governo attuale, populista:
Su Genova e Autostrada, Flick dice: “Mi preoccupa la tendenza all’inversione del principio di non colpevolezza, sostituendosi all’autorità giudiziaria”.
Perché , invece di cercare  colpevoli, per Flick...

  • “Il crollo impone a tutti una riflessione profonda su necessità di prevenzione e valutazione del rischio e su tutte le tematiche legate alla realizzazione delle grandi opere. Detto questo, mi lascia perplesso l’assunzione di un ruolo molto autoritario e di dogmatica condanna preventiva, fra l’altro sostituendosi alla autorità giudiziaria.
“A me non convince questo modo di procedere” spiega l’ex ministro della Giustizia:”Tutta una serie di sintomi, indicazioni e provocazioni mi lasciano perplesso e non mi paiono in linea con l’impostazione costituzionale della nostra Repubblica. In passato abbiamo avuto dei tentativi di svuotamento della Costituzione dall’interno, come attraverso l’ultimo referendum, cui fui contrario…”.

Si sostituì lui all’autorità giudiziaria

Principi giusti, ineccepibili fondamenti del diritto,  vero? Ebbene:   il giurista Flick li ha violati ed infranti. A cominciare dalla  “inversione del principio di non colpevolezza, sostituendosi all’autorità giudiziaria”.
Lo fece, come dovreste ricordare  nel processo ad Erich Priebke, agosto 1996. L’ex SS accusata per l’eccidio alle Fosse Ardeatine era stato  assolto dal tribunale militare  italiano per sopravvenuta prescrizione, quando  il ministro Flick  intervene per farlo ri-arrestare e ri-processare, per cui un nuovo processo condannò Priebke all’ergastolo.
Dall’assoluzione all’ergastolo, non c’è  male come “inversione del  principio di non colpevolezza”.  Imposta per di più non da un giudice, ma da un ministro: il potere  esecutivo  si “sostituì all’autorità giudiziaria”, ingerendosi di un processo e rovesciandolo: senza che quella magistratura, di solito  sempre tanto gelosa della sua autonomia,  lamentasse in quel caso l’abnorme intrusione dell’Esecutivo nel Giudiziario, e con quella brutalità.  Vuol dire che il Giudiziario gradì  l’intromissione della politica nella giustizia, quella volta? Ma perché solo quella volta?
Le circostanze le  ha ricordate  sul Manifesto Roberto Zanini, che vide la scena  in quel pomeriggio del primo agosto 1996,  dopo che Priebke  fu assolto dal tribunale militare. Immediatamente i giudici militari furono assediati e terrorizzati da una folla .
Assolto, e ricondannato.
“La lega ebraica fu efficientissima  – ricorda il giornalista –  . Sulla strada decine di ragazzi con la kippah in testa o i capelli rasati, alcuni col codino, piccole stelle di Davide appese alla catenine, inquadrati in modo militare, alcuni facevano spuntare dalla camicia il calcio della pistola. Nella caserma, paura e rabbia. L’allora leader dei giovani ebrei, Riccardo Pacifici, parlamentava con le autorità: un alto grado dei carabinieri, poliziotti, poi via via pezzi del governo italiano: deputati, un sottosegretario, il sindaco Rutelli.  Pacifici non chiedeva, ordinava. Non trattava, rifiutava e negava. Ci guadagnò una denuncia per sequestro di persona, mossa (e persa) da Priebke. A notte fonda il ministro della giustizia Flick”.
Fermiamo un attimo l’immagine:

Evoluzionismo giuridico del sequestro di persona

La giustizia italiana non   vide   un  “sequestro di persona” benché il tribunale fosse circondato da ebrei che facevano spuntare il calcio delle pistole, mentre invece è pronta a  incriminare di “sequestro di persona” il   ministro Salvini, che  fa quello  che fanno tutte le polizie quando una nave straniera entra in porto: salgono a bordo  le guardie di frontiera, esaminano i documenti del personale, e i marinai che a loro giudizio non sono in regola non possono scendere, restano sulla nave.
Ma quel che vale per i marinai, secondo le folle urlanti dell’accoglienza senza limiti, non vale per africani   che si sono liberati dei documenti d’identità, onde non si possa controllare se sono quel che affermano di essere, perseguitati al loro paese;  hanno pagato 3-5 mila dollari per il passaggio  ad  organizzazioni criminali che il nostro ministro cerca di stroncare, come è dovere di  un capo della polizia.
Questa è la “giustizia”   secondo le sinistre. Due pesi e due misure. E’ ciò “In linea con l’impostazione costituzionale della nostra Repubblica”   cui tanto tiene G.M. Flick?   Perché a dei marinai viene vietato ciò che a dei negri che dicono di meritare asilo politici  deve essere concesso sulla parola? Non sarebbe questo motivo di “una riflessione profonda su necessità di prevenzione e valutazione del rischio”,   come invita il Flick a fare sui Benetton, invece di semplicemente  iscriverli come indagati?
Torniamo a quella sera dell’agosto 1996, quando una corte giudiziaria italiana  non fu lasciata uscire da una caserma-tribunale, da una massa minacciosa di ebrei armati .
Una banda armata che stava cercando di impadronirsi di Priebke per linciarlo, secondo il racconto del giornalista del Manifesto: “ Mentre la gente al piano terra cercava di salire, i carabinieri di opporsi. Volarono le botte: brevi, violente, incattivite. Quattro carabinieri si faranno medicare, i “ragazzi” si cureranno i lividi da soli…   ora  il problema era di far uscire Priebke tutto intero”.

“Giuridicamente  una porcata”

da giudice supremo, ora di nuovo avvocato.
Svegliato a notte tarda, arriva il ministro Flick: e ch pensate che faccia? Ordini ai CC e poliziotti presenti di far rispettare la legge, ossia chiedere i documenti agli armati israeliani, e pretendere di vedere se hanno il porto d’armi? Se sono armati senza  permesso? Ma no, questo vale per voi, cittadini comuni.
“Verso mezzanotte arrivò Flick, con la soluzione: arrestarlo di nuovo, per quella vecchia richiesta di estradizione dalla Germania. Un gioco di prestigio, giuridicamente una porcata.  […]  Ma era finita, Erich Priebke non era più libero. E non lo sarebbe stato mai più”.
Il 7 marzo 1998, la Corte d’appello militare accolse le richieste del PM e, dopo otto ore di camera di consiglio, riformando la sentenza di primo grado, sentenziò la condanna all’ergastolo per Priebke.
Con “dogmatica condanna preventiva”   in obbedienza al “ruolo autoritario” di  chi sapete.
“Rifarei tutto quello che ho fatto  quella notte”,   ha ripetuto Flick  in varie interviste.  Ossia: sostituirsi all’autorità giudiziaria,   arresto arbitrario di un imputato assolto  (“giuridicamente una porcata”), inversione del  principio di non colpevolezza:  esattamente ciò che lui condanna nell’atteggiamento dell’attuale governo verso i Benetton.  E sarebbe pronto a rifarlo un’altra volta, dunque. Non ci stupisce che sia stato poi premiato dal sistema col lucroso e prestigioso incarico di giudice costituzionale, per come  quella sera del ’96 ha calpestato i fondamenti del diritto.   Però almeno possiamo sottoscrivere le altre parole del Flick:
“A me non convince questo modo di procedere. Tutta una serie di sintomi, indicazioni e provocazioni mi lasciano perplesso e non mi paiono in linea con l’impostazione costituzionale della nostra Repubblica. In passato abbiamo avuto dei tentativi di svuotamento della Costituzione dall’interno”.
Sì, sì, l’abbiamo  visto. A noi parve di vederlo far da lui, quella notte.  Ma   dopo essere stato giudice costituzionale, rieccolo avvocato: non dite che qui ci sia un conflitto d’interessi, che mai al mondo un giudice supremo si è poi rimeso a fare l’avvocato, per  l’influenza che può avere sui giudicanti. Fioccano querele.   A lui la “giustizia” italiana con le sue speciali caratteristiche  (il detto qualunquista “la legge si  applica per i nemici, si interpreta per gli amici” da cui prendiamo le distanze) ha dato molto. Lo dimostra l’organigramma dello Studio Flick, sito  per puro caso in Genova:


Studio Flick
Associazione Professionale
GENOVA Via Fieschi, 1/8
P. IVA 01770950994
C.F. 95115500100
Lo segnaliamo per un fatterello di colore,  perché è uno studio molto, molto familiare:
Leggiamo l’organigramma:
Prof. Avv. GIOVANNI MARIA FLICK
  • Avv. CATERINA FLICK
Of Counsel, Roma

Diritto Civile
Avv. ARTURO FLICK
arturo.flick@studioflick.it
Diritto Penale  AVV. CAROLA FLICK carola.flick@studioflick.it
Che dire? Dato il noto spopolamento di Genova,  si può rilevare che una parte rilevante della superstite popolazione si chiama “Flick” e fa  l’avvocato.
E il  Capo di tutti i  “Flick”   è apertamente avverso al governo attuale, parteggia come un tifoso, non come un giurista:

Giovanni Maria Flick critica il contratto M5S-Lega: “Ricorda quello di Berlusconi”

Il presidente emerito della Consulta mette in guardia sui rischi legati al Comitato di conciliazione
Tanto che (secondo gli hacker russi, da cui prendiamo le distanze) Mattarella pensò a lui per farne il premier di un governo che calpestasse il  risultato delle elezioni del 4 marzo:

“Governo, il Pd vuole Giovanni Maria Flick premier

Mattarella sta pensando a un nome a cui il Pd non potrebbe dire di no, uno che sta bene anche ai 5 Stelle…”.
Ovvio che, quando fior di giuristi  (palesemente subordinati agli hacker russi) avvertirono che i comportamenti di Mattarella, come l no a Savona come ministro, ponevano dubbi sulla liceità,  il capo di tutti i Flick ricambiò  il favore del Quirinale che aveva pensato a lui:

Governo, Flick: ”Macché impeachment, Mattarella ha applicato Costituzione”

Responso di altissima autorevolezza, da parte  di un ex giudice costituzionale che aveva rovesciato la presunzione di innocenza sostituendosi da ministro all’autorità giudiziaria.   Ed è stato pronto a rivesciare il responso elettorale  oggi,   mostrandosi aprtamente di parte.
Se avessimo voglia di fare discorsi seri, potremmo sottolineare come questa casta  che indossa tutti cappelli dell’esecutivo, giudiziario  e avvocatesco,  abbia  buttato alle ortiche ogni pretesa di “autorità”, perché l’ha sostituita col potere, e l’autorità  (che  si ottiene rispettando verità e giustizia), in quel loro modo di esercitarlo, disturba.
Ma  vogliamo essere leggeri, e ricordare solo questo fatterello comico: l’avvocata Caterina Flick è la legale rappresentante di Laura Boldrini un  una causa contro una TV, la RTM TV, per lesa maestà della presidenta.
(Eh sì, sulla strage autostrade ho un orribile presentimento. Non vi dico quale, per paura.   E ricordatevi di portarmi le arance)

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