sabato 30 aprile 2011

Sakineh a morte in Bahrein

Scritto da Mazzetta Venerdì 29 Aprile 2011 23:04

di Mazzetta.
Quattro condanne a morte e qualche ergastolo, queste le condanne a un gruppo di rivoltosi accusato di aver ucciso due poliziotti investendoli con un'auto nel corso delle proteste che hanno scosso il Bahrein, prima che l'invasione di truppe saudite e l'istituzione della legge marziale soffocassero i moti in un bagno di sangue.
La repressione è particolarmente feroce, tanto che sono attese pesantissime condanne persino per i medici che hanno soccorso le vittime del massacro perpetrato dalle forze governative.

Inoltre è stato stravolto l'assetto proprietario e organizzativo dell'unico quotidiano non platelamente filo-governativo e più di ottocento persone (su cinquecentomila sudditi del regno) sono state arrestate e sono detenute senza poter comunicare con i parenti. A queste si aggiungono decine di "scomparsi", mentre alcuni arrestati sono stati restituti morti ai parenti, come nel caso della giovane poetessa che, prima di essere uccisa, è stata anche stata stuprata dai suoi carcerieri. Altro che Sakineh.

Repressione staliniana, tanto che hanno già perso il lavoro quelli che hanno partecipato alle manifestazioni e persino due membri della locale camera di commercio sono stati espulsi per aver solidarizzato.

Nessuno di quelli che ha strumentalizzato la condanna di Sakineh in chiave anti-iraniana ha fiatato. Nessuno di quelli che hanno chiesto il bombardamento di Gheddafi si è scandalizzato, nessuno si è schierato dalla parte di chi ha chiesto pacificamente una monarchia costituzionale ed ha ricevuto in cambio morte e torture.

Il che dimostra che a questi soggetti non importa nulla dei diritti umani, interessa solo strumentalizzare quello che c'è per spingere agende politiche che nulla hanno a che fare con la difesa dei diritti umani e ancora meno con la promozione della democrazia.

Tutti invece complici del tiranno di Manama (nella foto), che come tanti suoi colleghi non ha esitato un secondo a millantare
un complotto fomentato dall'estero e a dare la colpa, invece che ad al Qaeda troppo vicina ai protettori sauditi, all'Iran

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