martedì 5 aprile 2011

Alla ex Carrozzerie Bertone ( Grugliasco-TO)scoppia la guerra delle firme.

In 400 chiedono a Marchionne un incontro in fabbrica: Fismic e Uil raccolgono adesioni per il «sì» all'accordo.

Da una parte Fiom, dall’altra
Uilm e Fismic cercano una nuova legittimazione tra i dipendenti

RAPHAËL ZANOTTI
Con i sindacati intrappolati in un’estenuante guerra di logoramento interna e la Fiat che, dopo la sospensione dell’investimento, si è seduta sulla riva del fiume ad aspettare, va in scena l’assemblea dei lavoratori organizzata dalle Rsu della ex Bertone per spiegare i motivi dell’impasse. I numeri parleranno di una spaccatura tra una maggioranza dei lavoratori forse stanca (i partecipanti saranno 430 su 1096) e una minoranza molto vivace e sindacalizzata. In questo quadro che non sembra mostrare sbocchi, le varie sigle sindacali hanno dato vita a un’insolita guerra delle firme che ne giustifichino le mosse.
La Fiom ha spinto ieri una raccolta promossa - secondo un comunicato diffuso ieri - da 17 dipendenti che hanno invitato l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, a recarsi in fabbrica per un confronto diretto con i lavoratori. Dall’altra parte Fismic e Uilm (ieri assente) hanno deciso autonomamente di dar vita a un «Comitato per il sì» sul modello Mirafiori per sottrarre alla Fiom il quasi monopolio della rappresentanza (all’ex Bertone la Fiom ha il 70% degli iscritti con 10 Rsu su 15).
«Abbiamo raccolto oltre 400 firme all’assemblea» ha annunciato Giacomo Zulianello della Fiom all’uscita dall’assemblea. Nell’invito indirizzato a Marchionne, i firmatari si dichiarano orgogliosi di essere entrati nella grande famiglia Fiat, ma dichiarano di volersi «presentare» all’ad: «Noi vogliamo lavorare, noi sappiamo fare bene le automobili e vorremmo farne altre; ma non capiamo, ad esempio, cosa centri l’assenteismo in un’azienda che da anni non può neanche misurarlo (24 mesi di cassintegrazione dopo 8 anni di lavoro discontinuo, ndr), non capiamo perché dobbiamo essere pregiudizialmente inaffidabili».
L’ipotesi di un Marchionne in assemblea piace a Giorgio Airaudo, segretario nazionale della Fiom: «Ci sembra una bella e innovativa idea perché è con i lavoratori che bisogna trovare un accordo. La Fiom non si sente per nulla scavalcata e siamo sicuri che sarebbe una bella occasione anche per Marchionne che già in passato ha mostrato di saper rompere gli schemi».
Anche Vincenzo Ilotte, presidente torinese dell’Amma (aziende meccaniche) non si stupirebbe se Marchionne accettasse: «Ci ha abituato a operazioni inusuali» ma «non so se porterebbe valore aggiunto alla trattativa». L’incontro viene invece bocciato dalle altre sigle sindacali. «Questa è un’altra operazione inutile come la piattaforma di Bertone presentata di recente - dichiara Cono Melluso della Fismic dopo aver annunciato quota 100 nella raccolta per il sì - La Fiom cerca di dimostrare che la trattativa con l’azienda è ancora in piedi, ma non è così e i tempi stringono. Bisogna chiudere se non si vuole perdere l’investimento».
Sulla stessa linea anche Margot Cagliero che ieri in assemblea ha proposto un referendum per far esprimere direttamente i dipendenti (bocciato in attesa «che la trattativa si concluda»): «A Mirafiori e Pomigliano abbiamo salvato la situazione, ma alla ex Bertone i giochi sono nelle mani della Fiom. Ci auguriamo solo che i colleghi non giochino una loro partita sulla pelle dei lavoratori».

PS: Tutte e due le parti in competizione, stanno facendo il gioco di Marchionne: avere l'alibi per chiudere definitivamente la  ex Carrozzerie Bertone, e, magari con una variazione urbanistica........
Un saluto mda Umberto Marabese.

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