I preparativi per l'operazione Flow nella regione di Kursk hanno richiesto tre mesi — comandante
KURSK, 21 marzo. /TASS/. L'operazione Flow, in cui i caccia russi hanno attraversato un gasdotto in disuso per lanciare un attacco a sorpresa dietro le linee ucraine a Sudzha nella regione di Kursk, è stata preparata per circa tre mesi, ha detto venerdì alla TASS il comandante del battaglione con il nominativo di chiamata Morpekh della Veterans Separate Air Assault Brigade.
"[L'operazione] è stata preparata in realtà per tre mesi. Per capirci, non c'era solo un'uscita dal tubo, ce n'erano due. La prima uscita è stata preparata per lo spostamento del personale sul fianco destro, verso Sudzha e la regione di Sumy. La seconda era per lo spostamento sul fianco sinistro, verso i ponti e la zona industriale", ha detto il comandante.
Circa 500 combattenti russi si sono mossi attraverso il tubo verso Sudzha. Le uscite del tubo sui fianchi destro e sinistro sono state realizzate deliberatamente per l'efficace distribuzione del personale tra le posizioni, ha spiegato.
"È impossibile far uscire così tante truppe da una sola uscita del tubo. Se ci avessimo provato, avremmo subito gravi perdite perché sarebbero uscite dal tubo lentamente", ha spiegato il comandante del battaglione.
Durante l'operazione Flow, i combattenti di una forza d'assalto combinata composta da militari dell'11a Brigata d'assalto aerea separata delle Guardie, dal 30° reggimento della 72a Divisione fucilieri motorizzati, dall'unità commando Akhmat e da volontari delle Brigate d'assalto dei veterani e della Vostok V percorsero circa 15 km all'interno dell'oleodotto e riemersero in un attacco a sorpresa nelle profondità delle difese dell'esercito ucraino vicino a Sudzha, nella regione di Kursk.
Il 12 marzo, il capo dello Stato maggiore russo, il primo vice ministro della Difesa, generale dell'esercito Valery Gerasimov, ha affermato che più di 600 combattenti avevano partecipato all'operazione per attraversare un gasdotto in disuso. Ha osservato che le formazioni Veterans e Akhmat, l'11th Air Assault Brigade e il 30th Motor Rifle Regiment si erano particolarmente distinti nell'operazione.
Gerasimov ha sottolineato "le azioni eroiche della forza d'assalto combinata" che hanno colto di sorpresa il nemico e hanno contribuito a indebolirne le difese e a sviluppare operazioni offensive da parte delle truppe russe nella regione di Kursk.---
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Il crollo delle linee ucraine nella regione di Kursk – AGGIORNATO

(Aggiornato alle ore 23,55)
Dopo le offensive dei giorni scorsi le forze russe hanno riconquistato ieri tutta l’area settentrionale del saliente occupati dalle truppe di Kiev nella regione di Kursk, tra Malaya Loknya e Sudzha. Il ministero della Difesa russo ha annunciato la liberazione di Malaya Loknya, Cherkasskoye Porechnoye e Kositsa.
L’8 marzo erano cadute Novaya Sorochina e Lebedevka. I blogger militari russi registrano i successi conseguiti dalla 34a Brigata fucilieri motorizzati russa che hanno liberato Malaya Loknya e del 51° reggimento aviotrasportato (VDV) russo (106a Divisione) che hanno preso il controllo di Lebedevka.
Nelle mappe dell’ISW qui sotto l’evoluzione della situazione negli ultimi tre giorni.
A conferma che la morsa russa si sta stringendo intorno a Sudzha, principale centro urbano in mano agli ucraini, le stesse fonti russe riprese dall’Institute for the Study of the War, hanno reso nota la caduta anche dei villaggi di Pravda, Kubratkin e Ivashkovshyi, a nord di Sudzha dove sono in azione gli Spetsnaz ceceni della Forza Akhmat e truppe del 30° reggimento fucilieri motorizzati (72a divisione fucilieri motorizzati).
Blogger russi hanno affermato ieri che la maggior parte delle forze ucraine si è ritirata dalle posizioni nella parte settentrionale del saliente verso Kazachya Loknya e Sudzha con grosse difficoltà dopo che i russi hanno distrutto diversi ponti a nord e a sud di Sudzha.
Fonti che questa mattina riferivano di truppe russe già penetrate da nord nel centro urbano di Sudzha e di una situazione in rapida evoluzione e resa ancor più complicata per le forze di Kiev dalla penetrazione russa nella regione ucraina di confine di Sumy, alle spalle delle linee ucraine a Kursk.
Il ministero della Difesa russo ha annunciato ieri la conquista del villaggio di Novenke lungo l’asse di penetrazione nella regione di Sumy che ha portato i russi a tenere sotto tiro la strada Sumy-Sudzha bloccando già nei giorni scorsi i rifornimenti alle truppe ucraine schierate nella regione di Kursk.
Gli ultimi report indicano che i russi stanno consolidando le posizioni in vista dell’attacco a Sudzha dopo averne raggiunto la periferia. Ulteriori villaggi dei dintorni sarebbero caduti in mano ai russi: Agronom, Kolmakov, Mikhailovka, Bogdanovka e Mirny.
Ma gli attacchi continuano in tutta la regione con l’obiettivo di impedire agli ucraini di riorganizzarsi dopo le sconfitte e le ritirate degli ultimi giorni.
Alcuni blogger militari ucraini rilevano il caos nelle linee ucraine a Kursk e accusano i comandi militari di non aver ordinato in tempo utile la ritirata delle forze schierate in territorio russo (circa 10 mila militari tra i meglio addestrati ed equipaggiati dell’esercito) condannandole alla resa e alla sconfitta.
Fonti militari citate dal canale ucraino RezidentUA riferiscono che alcune delle migliori unità ucraine tentano di ritirarsi senza ordini, accusando il quartier generale di non essere riuscito a emettere un tempestivo ordine di ritiro nonostante le richieste dei comandanti sul campo e il peggioramento della situazione tattica. Le vie di rifornimento sono sotto attacco da una settimana e i ponti sono stati distrutti. Solo ieri, sottolineava una fonte, sono andati persi quasi mille soldati insieme a un centinaio di mezzi e sistemi d’arma pezzi di equipaggiamento.
Critiche che non risparmiano il capo di stato maggiore delle forze armate dell’Ucraina, generale Oleksandr Syrsky, che nel pomeriggio di oggi ha negato i rovescio subiti annunciando l’invio di rinforzi nella regione di Kursk.
“Diverse località sulla linea del fronte, i cui nomi compaiono nei comunicati dei propagandisti russi, non esistono più nella realtà: sono state distrutte dal fuoco dell’aggressore”, ha scritto Oleksandr Syrsky su Facebook. “Ho preso la decisione di rafforzare il nostro raggruppamento con le forze e le risorse necessarie, tra cui la guerra elettronica e i componenti senza pilota”. Al momento, ha aggiunto, “non c’è alcuna minaccia di accerchiamento delle nostre unità nella regione di Kursk. Le unità stanno prendendo misure tempestive per manovrare verso linee di difesa vantaggiose”.
Siyrsky è stato impegnato in colloqui con gli omologhi di Regno Unito, Francia e Germania, con i quali ha discusso dell’evoluzione sul fronte secondo quanto ha riferito l’agenzia di stampa RBK Ucraina. Il generale ucraino ha visto in videoconferenza il britannico Anthony Radakin, il francese Thierry Burkard e il tedesco Carsten Breuer per discutere i cambiamenti nella situazione nelle aree delle operazioni di combattimento” e le “attuali esigenze delle forze armate dell’Ucraina in termini di armi, equipaggiamento militare, munizioni”, ha spiegato Syrskyi.
“Difesa aerea, proiettili di artiglieria, veicoli blindati, e addestramento: su queste e altre richieste, l’Europa continuerà a essere con noi”, ha sottolineato Syrsky con un chiaro riferimento al rapido disimpegno statunitense che ha visto il blocco degli aiuti militari e del supporto d’intelligence e che secondo fonti ucraine avrebbe determinato almeno in parte la sconfitta nella regione di Kursk.
Ieri la Francia ha annunciato l’invio di un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, del valore di 195 milioni di euro, ricavati dagli interessi maturati sui beni russi congelati. Lo ha riferito il ministro della Difesa, Sebastien Lecornu, in un’intervista al quotidiano Tribune Dimanche, sottolineando che la sospensione delle consegne di armi statunitensi all’Ucraina rappresenta un “duro colpo” alla lotta di Kiev contro l’invasione russa.
“Quest’anno mobiliteremo, grazie agli interessi dei beni russi congelati, un nuovo pacchetto di 195 milioni di euro” per l’Ucraina, ha detto Lecornu. Questi consentiranno la consegna di proiettili da 155 millimetri e di armi aria-superficie Aasm che armano i caccia francesi Mirage 2000 che Parigi ha consegnato all’Ucraina e che sarebbero stati impiegati per la prima volta in operazioni di difesa aerea il 7 marzo.
Nonostante in Europa da più parti si tenda a enfatizzare il rischio di un attacco russo all’Europa, il ministro Lecornu ha riferito che l’intelligence francese non ha indicazioni che Mosca stia pianificando di attaccare un membro della Nato nei prossimi cinque anni, tuttavia “c’è una tentazione di destabilizzare la Moldavia” attraverso la sua regione separatista della Transnistria.
Tornando alle operazioni sul terreno i russi continuano ad avanzare anche nella regione di Donetsk Le forze russe hanno conquistato ieri Kostyantynopil, situato a ovest di Kurakhovo dove le truppe russe continuano ad avanzare lungo loe sponde del fiume Vovcha impegnando unità della 36a e 114a Brigata Fucilieri motorizzata supportate dalla 238a Brigata Artiglieria.
L’intelligence britannico (MI6) avrebbe informato Kiev che la Russia starebbe preparando diverse ampie operazioni offensive su diversi fronti in l’Ucraina: la prevista offensiva di primavera che potrebbe mobilitare fino a 500mila uomini e 20mila unità di equipaggiamento.
Da tempo si registrano ammassamenti di truppe russe nella regione di Zaporizhia ed è possibile che Mosca punti a completare la liberazione del proprio territorio nella regione di Kursk prima di dare il via ad altre estese offensive che potrebbero includere anche le regioni di Sumy e Kharkiv tenuto conto dell’ingente presenza di forze russe concentrate oggi nelle regioni di confine di Kursk e Belgorod.
Come rileva anche l’ISW, il comando russo non ha mai dato priorità allo sforzo di espellere le truppe ucraine dall’Oblast di Kursk rispetto a ulteriori avanzate nell’Ucraina orientale ma oggi il crollo delle difese ucraine a Kursk potrebbe cambiare le priorità.
Immagini: ISW, Edelweiss e TASS
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