#Romania – L’Ufficio elettorale centrale della Romania ha respinto la candidatura alle elezioni presidenziali del candidato sovranista Calin #Georgescu
i disordini in Romania dopo che la commissione elettorale rumena ha rifiutato la candidatura di Georgescu. Non esiste una valida ragione se non che Calin Georgescu non è un fantoccio globalista e vuole fare gli interessi del suo Paese. ...Tutto il mondo sta vedendo che la vera dittatura non è a Washington, Mosca o Pechino. È a Bruxelles e si chiama Unione europea...
Francesca Donato:
Le decisioni dei giudici che hanno annullato le elezioni rumene e poi respinto la ricandidatura del vincitore Georgescu, quella sul diritto al risarcimento dei clandestini trattenuti a bordo prima dello sbarco, quelle contro i centri di identificazione italiani in Albania, quella sulla legittimità dell’obbligo vaccinale… sono legate da un filo rosso: quello della repressione della sovranità popolare, della libertà individuale e delle basi essenziali degli Stati nazionali. Chi tira il filo sta a Bruxelles.
ECCO LE MOTIVAZIONI SULL’ESCLUSIONE DI GEORGESCU DALLA CORSA PRESIDENZIALE.
L’Ufficio elettorale centrale (BEC) ha diramato le motivazioni alla base del rifiuto della candidatura di Calin Georgescu alle elezioni presidenziali.
Il ragionamento, se di ragionamento si può parlare, dell’Ufficio elettorale si basa sostanzialmente sulla decisione presa il 6 dicembre dalla Suprema Corte rumena (sulla base di un dossier con accuse indiziarie e mai provate).
In pratica una commissione elettorale si eleva al rango di tribunale e giudica Calin Georgescu sulla base di una decisione illegittimapresa in passato sul suo conto.
Oltre il danno la beffa.
Per l’Ufficio elettorale Centrale rumeno siccome Georgescu è stato fermato nel primo turno delle elezioni vinte e poi annullate, allora non ha diritto a ripresentarsi a queste nuove.
Poco conta se formalmente fossero 390.000 firme valide e non ci fossero intoppi o carenze o frodi nella presentazione di questa candidatura.
Ma cosa ha fatto esattamente Calin Georgescu? Di preciso dove sono le prove delle accuse?
Intanto che le cercano (o le fabbricano) i suoi diritti civili e politici sono sospesi.
Questo avviene sotto i nostri occhi nella “democratica” Unione Europea.
E a ottobre, l’euro digitale:
Lagarde reports that the digital € will launch in October:
–They will track every payment
–They can block purchases
–Automatic taxes
–Without cash, you depend on the ECBThey will sell you "convenience", but you will lose freedom. And you will be happy.
pic.twitter.com/Bb33JCHBBc— BowTiedMara (@BowTiedMara) March 8, 2025
Lagarde annuncia che il lancio del digitale € avverrà a ottobre:
- Tracceranno ogni pagamento
- Possono bloccare gli acquisti
- Tasse automatiche
- Senza contanti, dipendi dalla BCE
Ti venderanno “comodità”, ma perderai la libertà. E sarai felice.
Perché le valute digitali delle banche centrali sono inutili e pericolose
Un’ulteriore precisazione forse non chiara a tutti. ReArm Europe, approvato dal Consiglio europeo, prevede l’applicazione della clausola di salvaguardia attraverso la quale consentire ai singoli Stati membri di spendere fino a 650 miliardi di euro per riarmarsi senza violare il Patto di stabilità, che rimane invece saldamente applicato per tutte le altre spese. In altre parole, la Commissione europea affida ai singoli Stati, a loro spese, la possibilità di riarmarsi, costruendo Leggi di bilancio ad hoc: dunque non ci sono soldi europei, ma soldi dei cittadini e delle cittadine dei vari Stati che aumenteranno il debito dei paese, senza far scattare il vincolo del Patto solo per la spesa militare. Si tratta dell’applicazione dell’articolo 122 del Trattato sul funzionamento dell’Unione, come avvenuto per il Covid, ma, in estrema sintesi, gravando per intero sui conti nazionali. La Commissione, in tale disegno, metterebbe soltanto le garanzie per 150 miliardi di prestiti, ancora agli Stati membri, che si indebiterebbero per le spese militari, e solo per quelle, a tassi di interesse bassi. Inoltre la Commissione prevede la possibilità di una riconversione, senza troppi passaggi burocratici, dei fondi del bilancio europeo destinati ad altri programmi in direzione delle armi. Alla luce di ciò, è evidente che il riarmo, disegnato dalla Commissione, comporterà per un paese come l’Italia una montagna di debito in armi che toglierà ogni vero spazio fiscale per altre spese e genererà difficoltà nella copertura di un debito che ormai è di 3000 miliardi di euro e che, senza Bce, avrà bisogno dei grandi fondi finanziari americani. Mi piacerebbe che tutto ciò fosse molto chiaro a chi predica la necessità di “difendere la libertà con le armi”. L’Europa spende già molto per la difesa, come dicono tutte le statistiche, per un totale nel 2024 di 457 miliardi di euro; pensare di portare tale spesa a oltre ben oltre i 1000 miliardi, con il debito dei paesi e in regime di austerità sociale, mi sembra una follia che non c’entra nulla con la Conferenza di Monaco del 1938 e che genererà un impoverimento ulteriore, destinato a scatenare una rabbia sociale per la quale l’Europa sarà il primo bersaglio.---
¿Pronto comenzarán las psikhushkas en europa?
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