Non prendiamoci in giro, il gas libico in questo momento non esiste. Andrà cercato in fondo al mare.
Intanto parlamentari libici (di quel parlamento votato dai libici nel 2014 e mai riconosciuto dalla Nato), politici e persino il premier legittimo Fathi Bashagha da Bengasi ripetono in coro "questi accordi sono illegali".
La loro voce in Italia non arriva. Il governo italiano tira dritto e oggi a Tripoli scenderà dall'aereo con le fanfare di un'occupazione coloniale.
In pratica chi oggi firmerà dal lato libico questi contratti, non ha mandato legale per rappresentare i libici. Questi contratti sono dunque carta straccia.
Tuttavia 8 miliardi finiranno nelle casse delle milizie.
A questo servono tutti questi soldi: a tenere in piedi una giunta militare coloniale illegittima, illegale, non votata dai libici e che noi, beffardamente, chiamiamo governo libico.
No, sono solo milizie. Gruppi armati residuati dell'Isis. Lo dice anche il documento ufficiale da loro stessi prodotto e qui sotto pubblicato: i soldi ricevuti dall'Europa servono per finanziare militarmente le milizie al fine di mantenere il controllo di Tripoli, quel 20% di Libia ancora fuori controllo.
In questo 20% di Libia non sta un solo pozzo di petrolio o gas. Ecco perché ora dobbiamo andarcelo a cercare sotto il mare.
Eppure l'altra Libia, quella vera, quella legale, quella legittima, petrolio e gas ne hanno quanto ne occorre.
Qui sotto la fattura della benzina che comprai a Bengasi lo scorso novembre.
1 litro = 0,03 €.
Fatalmente invece, quelle milizie che oggi la Meloni coprirà d'oro non sono solo criminali e illegali, sono le responsabili della migrazione.
Come gli si potrà chiedere di smettere se è la loro unica fonte di sostentamento ormai?
La Meloni non conosce la Libia e sta mettendo l'Italia nei guai.
Mentre da Bengasi le legittime autorità libiche ripetono in coro: questi contratti sono illegali.
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