Non c’è guerra dei dazi né allarme recessione che sia stato in grado di fermarlo. Dall’inizio di luglio il nickel ha letteralmente preso il volo
Sissi Bellomovice caposervizio
Non c’è guerra dei dazi né allarme recessione che sia stato in grado di fermarlo. Dall’inizio di luglio il nickel ha letteralmente preso il volo, fino a spingersi ai massimi dal 2014, sopra 18mila dollari per tonnellata nella seduta di ieri, qando l’Indonesia – primo fornitore mondiale – ha confermato che anticiperà a dicembre il divieto di esportazione di minerali grezzi, che sarebbe dovuto scattare nel 2022.
Il nickel è ora in rialzo di quasi il 70% dall’inizio dell’anno, una performance che surclassa quella di qualsiasi altra materia prima (e non solo). Gli altri metalli industriali in particolare hanno tutti risentito delle tensioni commerciali Usa-Cina e delle previsioni di rallentamento dell’economia.
Al London Metal Exchange il rame è vicino ai minimi da due anni e ha perso circa il 5% da gennaio, una flessione analoga a quella accusata dall’alluminio. Lo stagno, maglia nera del listino londinese, è addirittura in ribasso di quasi il 20% e per la prima volta dal 2010 costa meno del nickel....