PS: << Senza di me ve la vedrete con Al Qaida e con
gli immigrati di tutta l'Africa. La nemesi di Gheddafi è realtà. La
cattura a Tripoli di Anas Al Libi, ex sodale di Bin Laden e mente delle
stragi del 1998 alle ambasciate Usa in Africa, ne è l'ultima prova.>>
umberto marabese
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Libia, la terra senza legge ora è l'incubo dell'Italia.
di Gian Micalessin.
Preceduta dal naufragio a Lampedusa del
barcone salpato dal porto libico di Misurata.
Quella tragedia e la
cattura di Al Libi sembrano i prodomi di una nemesi destinata a
travolgere la Libia e a mettere in ginocchio l'Italia. Il primo a
saperlo è l'amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni, alle prese con
la drastica riduzione delle forniture di greggio libico precipitate dai
270mila barili giornalieri del dopo Gheddafi ai meno di 60mila di oggi.
Tre quarti del petrolio destinato all'Italia, quello che con Gheddafi
garantiva il 23 per cento delle nostre importazioni, e oggi circa il 15
per cento, sembra dunque svanito. Una perdita non da poco per un'Italia
perennemente sull'orlo della crisi energetica e costretta ora a
rifornirsi altrove pagando più caro il greggio acquisito sui nuovi
mercati.
Più perniciosa della carenza di petrolio e dell'inevitabile, ma
in fondo consueto aumento della benzina, sarebbe l'eventuale blocco
delle forniture di gas. Un'eventualità da incubo, soprattutto alle porte
del periodo invernale quando il gas libico garantisce - con quello
russo e algerino - il tepore delle nostre abitazioni.
Un'eventualità che
nessuno è in grado di escludere.......
La paralisi d'intere zone del paese
causata dagli scontri tra milizie rivali, le infiltrazioni di Al Qaida
arrivata a minacciare i pozzi petroliferi, l'emergere di signori della
guerra decisi a riscuotere tasse di «protezione» sempre più ingenti
sulle risorse sotto il loro controllo mettono a rischio anche i gasdotti
essenziali per il nostro fabbisogno.
Il caos libico, l'impotenza e la
mancanza d'autorità dei governi del dopo Gheddafi sono anche la causa
della nuova ondata di sbarchi sulle nostre coste. Misurata, il porto da
dove è salpato il barcone naufragato a Lampedusa, è da due anni il
capoluogo di una regione dove il governo non controlla né polizia, né
esercito, né autorità portuali. Banchine e approdi sono nelle mani di
chi paga le milizie locali o se ne garantisce il controllo con la forza
delle armi. Lo stesso vale sia per Tripoli, dove le milizie si
contendono il controllo delle varie zone della città, sia per Bengasi,
sia per gli altri porti.
Da luglio Brega e Ras Lanuf, due terminali
essenziali per le esportazioni del greggio, sono alla mercé di Ibrahim
al-Jathran, un ex-galeotto 33 enne tirato fuori di galera alla caduta di
Gheddafi e messo alla testa di una milizia pagata, in teoria, per
garantire la protezione delle installazioni petrolifere governative. Una
milizia usata ora da Jahtran per occupare i terminali, ricattare il
governo e farsi riconoscere il controllo di una buona fetta della
Cirenaica. Risultato: blocco delle forniture, perdite per oltre cinque
miliardi di dollari e una situazione di anarchia in cui si rischia la
guerra civile.
In un simile frangente immaginare d'arginare la
minaccia di Al Qaida, contrastare i signori della guerra e fermare i
contrabbandieri di esseri umani implorando l'intervento dell'impotente
governo centrale di Tripoli è pura utopia. E tra le nebbie dell'utopia
emerge sempre più concreto il profilo di una Libia nel caos. Una Libia
da cui non pomperemo più greggio, ma solo disordine, pericoli e
insicurezza. Una Libia molto simile alla Somalia, ma distante, stavolta,
meno di 400 chilometri dalle nostre coste.
Fonte: http://www.ilgiornale.it/news/esteri/libia-terra-senza-legge-ora-lincubo-dellitalia-956267.html.
http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=88092&typeb=0&Libia-la-terra-senza-legge-ora-e-l-incubo-dell-Italia
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