PS: Seppur per venire a galla la fa lunga...la "verità"...stà arrivando dagli stessi ...comandi - vari...Ucraini. Aspettiamo a leggerne..."altra"...!
umberto marabese
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In Ucraina salta un’altra testa. Quanto accaduto domenica scorsa a Sumy sta avendo delle ripercussioni a livello politico.
A seguito dell’attacco missilistico russo con 35 morti e centinaia di feriti, civili compresi, Zelensky licenzia un suo omonimo: si tratta di Volodymyr Artyukh, capo dell’amministrazione militare di Sumy.
L’ennesimo licenziamento tra i vertici ucraini, da parte del presidente ormai fuori mandato, è il segnale che, al di là del raid russo, sul fronte interno qualcosa è andato storto.
Lo sostiene il sindaco di Konotop, città della regione di Sumy: “L’attacco è stato conseguenza non solo della sete di sangue russa ma anche della negligenza di funzionari ucraini“, dice Artem Semenikhin.
Secondo quest’ultimo, i russi hanno colto l’occasione per colpire un obiettivo militare perché, all’interno di uno degli edifici presi di mira, proprio il licenziato Volodymyr Artyukh aveva tenuto una cerimonia di consegna di medaglie ai soldati della 117a Brigata.
Il Cremlino aveva sostenuto lo stesso, ovvero che l’obiettivo era quello di colpire alcuni militari durante una riunione. Il ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, sostiene che la Russia ha le prove di un incontro tra ufficiali ucraini e della NATO all’interno della struttura di Sumy. Mosca ha anche accusato Kiev per utilizzare i civili “come scud
“Solo un bastardo si comporti umani”.a così”, aveva attaccato Zelensky, sottolineando che i russi avevano colpito “una normale strada cittadina”.
In quelle vie, però, si sarebbe svolto un evento militare e adesso arriva un licenziamento, lasciando ipotizzare che qualcuno a Kiev abbia commesso un errore.
L’Ucraina aveva tra l’altro anche corretto il numero dei morti tra i bambini, riducendolo da 7 a 2 tramite il portavoce del Servizio di Emergenza Statale.
Il presidente americano Donald Trump aveva invece posto l’accento sull’errore russo. Adesso, però, secondo quanto riportato da Bloomberg, gli Stati Uniti non hanno firmato un comunicato di condanna del G7 per preservare i negoziati su una pace che appare abbastanza distante.
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