Affrontiamo queste onde assieme a Simone Rossini (Cittadini liberi e consapevoli Bonavigo – Verona), Stefano Gandus (medico pediatra e oncologo), Rocco D’Alessandro (Bastardi senza Google – Uniamoci), Anna Pettinaroli (comitato LevanteStop5G) e Katiuscia Eroe (responsabile nazionale energia Legambiente).---
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Schiavi degli interessi delle compagnie telefoniche: solo così si spiega l’atteggiamento dei nostri politici nei confronti dell’installazione di antenne di telecomunicazioni a tecnologia 5G.
Torniamo al 2020: con il Decreto Semplificazioni pubblicato in Gazzetta Ufficiale era stato inserito il divieto, per i sindaci, di introdurre limitazioni all’installazione di antenne sul proprio territorio.
Ad aprile di quest’anno, il Ministero delle imprese aveva dato il via libera all’innalzamento dei limiti dei campi elettromagnetici a 15 V/m. E infine, lo scorso 26 giugno, il Senato ha dato via libera al decreto Coesione che tra i numerosi articoli ne prevede uno proprio sul Piano Italia 5g. Piano ampiamente contestato da alcuni sindaci e dagli ambientalisti perché arriverebbe a scavalcare i regolamenti comunali.
Sono diversi infatti i sindaci che, rispondendo alle preoccupazioni dei cittadini in merito a questioni di salute e sicurezza ambientale, fanno ostruzionismo all’installazione delle nuove antenne 5g.
E dove i sindaci fanno orecchie da mercante arrivano i cittadini. È il caso di Roma, dove lo scorso 2 luglio un nutrito gruppo di abitanti del X Municipio ha interrotto i lavori dell’assemblea capitolina in Campidoglio con striscioni e cartelli, chiedendo una immediata moratoria sulle antenne.
Come ha scritto sui propri canali social il il consigliere del X municipio Alessandro Ieva del Movimento 5Stelle, “di questo passo a Roma e in tutta la nazione ci saranno più antenne che alberi”. Il tutto mentre la maggioranza Gualtieri, a parole, dice di perseguire una politica “verde”, che però si traduce in tagli di alberi selvaggi e di Fasce verdi la cui utilità è quantomeno dubbia.
I cittadini hanno avuto la possibilità di parlare con il Presidente dell’assemblea, a cui hanno esposto quelli che sono i punti su cui la maggioranza dovrebbe lavorare.
In primis, sospendere il rilascio delle autorizzazione all’installazione di antenne, in attesa dell’approvazione del regolamento capitolino che ancora non è stato discusso in aula.
Non solo, i cittadini chiedono di regolamentare anche l’installazione delle microantenne 5g. Di conseguenza, tra le altre richieste, c’è anche la previsione di adeguati fondi di bilancio per installare o implementare, su tutto il territorio della città di Roma, specifici strumenti di rilevamento, per garantire che i livelli di esposizione alle radiazioni non superino i limiti stabiliti.
Anche nel comune di Siderno, in provincia di Reggio Calabria i cittadini si muovono per impedire la costruzione di un impianto 5g prima ancora che siano pubblicati i dati riferiti all’incidenza delle radiazioni presenti nell’area.
Il Comitato No al 5g Sotto casa ha promosso una petizione con oggetto “Richiesta di controllo elettromagnetico per antenne e ripetitori presenti sul territorio”, che ha raccolto oltre milleduecento firme, indirizzate alla sindaca e all’assessore all’ambiente di Siderno.
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