Le indagini, volte a chiarire i dettagli e le circostanze dell’attentato avvenuto nelle ultime ore contro Donald Trump mentre stava tenendo un comizio nella città di Butler in vista dell’appuntamento alle urne di novembre, sono in corso. Rimangono molti i punti oscuri, ancora da definire, in riferimento ai motivi che avrebbero portato gli agenti, preposti alla sicurezza, a ignorare il pericolo incombente.
Le testimonianze
Alcuni presenti in loco hanno raccontato, agli organi di informazione, di aver avvisato la polizia in merito alla presenza di un individuo con un mitragliatore in mano nelle vicinanze
. Gli agenti però, sempre a loro dire, avrebbero ignorato l’avvertimento. La tragedia è diventata realtà, ma avrebbe potuto assumere contorni ancora peggiori. Le immagini infatti, riprese in quei drammatici momenti, hanno rivelato inoltre che i proiettili hanno raggiunto il tycoon alla sua destra, ferendo l’orecchio. Avrebbero potuto quindi con tutta probabilità ucciderlo se non si fosse girato per parlare alla folla. Le uniche certezze riguardano, però al momento, l’identità di colui che ha sparato.L’identikit dell’aggressore
L’attentatore era un uomo bianco, di 20 anni e il suo nome era Thomas Matthew Crooks. Indossava una maglietta che pubblicizzava un popolare canale Youtube dedicato ad armi da fuoco e viveva a Bethel Park, un centro urbano della Pennsylvania. Era registrato come elettore del Partito Repubblicano e non aveva precedenti penali. Ha compiuto il gesto, con un fucile semiautomatico di tipo AR-15, dal tetto di un piccolo edificio a circa 150 metri di distanza dal palco su cui l’ex presidente stava tenendo il suo discorso. L’aggressore, privo di addestramento militare, è stato ucciso da un cecchino dei servizi segreti pochi istanti dopo l’inizio del piano criminale. Non è stato chiarito il movente che lo ha spinto ad attuarlo. Il magnate a stelle e strisce ha già lasciato nel frattempo l’ospedale, dove era stato ricoverato brevemente per ricevere le necessarie cure mediche. È salito così a bordo del suo aereo che è decollato dallo scalo di Pittsburgh alla volta di quello di Newark. La località si trova nelle vicinanze di New York dove, nella Trump Tower, ha la sua residenza. “Non mi arrenderò mai”, ha scritto in una email inviata ai suoi sostenitori e parteciperà, già domani, alla convention repubblicana prevista a Milwaukee in Wisconsin.
Gli attestati di solidarietà
Sono molti i messaggi di solidarietà ricevuti, dal diretto interessato, dai leader di tutto il mondo. “L’accaduto è la fotocopia di quello che è successo a me”, ha constatato il primo ministro della Slovacchia Robert Fico.
“Condanno l’attacco. La violenza politica non ha posto nelle nostre democrazie. Gli alleati della Nato sono uniti per difendere la nostra libertà e i nostri valori”, ha sottolineato il segretario dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg.
“Il tentativo di assassinio di Donald Trump, che è miracolosamente scampato a questo attentato, è un simbolo drammatico della violenza che sta minando le nostre democrazie. A lui auguriamo una pronta guarigione e il nostro pensiero va agli attivisti repubblicani vittime di questa follia”, ha commentato la leader del Rassemblement National Marine Le Pen.
La preoccupazione di Giorgia Meloni
“Seguo con apprensione gli aggiornamenti dalla Pennsylvania, dove il 45esimo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e’ stato colpito durante un comizio. A lui la mia solidarietà e i miei auguri di pronta guarigione, con l’auspicio che i prossimi mesi di campagna elettorale possano vedere prevalere dialogo e responsabilità su odio e violenza”, ha riferito il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
La posizione di Mosca
La Russia ha commentato: “Esattamente due mesi fa ho attirato l’attenzione sul fatto che negli Stati Uniti viene incoraggiato l’incitamento all’odio nei confronti degli oppositori politici. Ho anche fornito esempi della tradizione americana di omicidi e attentati a presidenti e candidati presidenziali”, ha scritto la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, su Telegram richiamando il suo messaggio redatto a maggio. L’addetta stampa del dicastero del Cremlino aveva constatato, in quella circostanza, che la nazione d’Oltreoceano sostiene “apertamente la necessità di uccidere il candidato presidenziale, l’ex presidente Donald Trump”, criticando la legittimità dell’appuntamento alle urne svolto nella Federazione.
La dichiarazione del Cremlino
Il Cremlino ha analizzato la situazione, per bocca del portavoce Dmitry Peskov, in questi termini: “Non pensiamo, o riteniamo, che “il tentativo di eliminare il candidato presidenziale Trump sia stato organizzato dalle autorità, ma l’atmosfera creata da questa amministrazione nel corso della lotta politica, l’atmosfera intorno al candidato Trump, ha provocato quello che gli Stati Uniti stanno affrontando oggi”.
La presa di posizione non va sottovalutata. Vladimir Putin è sempre più accusato, senza prove evidenti, di organizzare atti di sabotaggio e di criminalità comune in Occidente, per il sostegno di quest’ultimo all’Ucraina, nonostante il rischio di una possibile attivazione della clausola dell’autodifesa collettiva, prevista dall’articolo 5 della Nato, che ufficializzerebbe una Terza Guerra Mondiale già combattuta de facto.
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