sabato 18 novembre 2023

Maurizio Blondet - Grazie CGIL!...Per come hai difeso i salari…nei oltre trentanni di egemonia sindacale!

 


Grazie CGIL!...

...per come hai difeso i salari…!

CGIL: oltre trent’anni di egemonia sindacale totalitaria, gli ultimi 15 con governi “tecnici” (risultato di colpi di Stato UE) verso i quali Landini è stato latte miele, mai uno sciopero contro Monti, contro Draghi, e il risultato è quello che vediamo in questa tabella.

https://twitter.com/ZioKlint/status/1725191262095995316?s=20

L’italia è stato il solo paese europeo che ha subito una diminuzione delle paghe. Il popolo italiano dovrebbe rivoltarsi contro Landini e la CGIL, e chiedergli conto dei risultati se non fosse zombificato come abbiamo visto nell’Impostura Covid. Invece è Landini. La CGIL che chiede conto al governo mettendolo sotto accusa per le cose che la CGIL non ha mai preteso quando governava egemone totale con “la sinistra”, il salario minimo. Vuole adesso che sia la Meloni a farlo.

Ricordiamo almeno che Landini ha proclamato l’obbligo vaccinale a sostegno di Draghi e Speranza: non contento decurtare i salari degli italiani, ha voluto contribuire a eliminarli come dettava il Potere.

Sia consentito almeno concludere con un grido:

La CGIL è il sindacato dei Padroni. Quelli veri.

come dimostra la foto… umiliante

landini-draghi

Per contiguità posto qui sotto na importante intervista a Marco Rizzo, che limita il senso della sua partecipazione all’incontro con Alemanno, ma ha parole contro la sinistra fighetta che scolpia, e facciamo nostre.

Rizzo: “Non accetto lezioni di antifascismo dai ‘fighetti’ del Pd”

Finito insieme a Moni Ovadia sulla locandina dell’assemblea fondativa del nuovo partito di destra di Gianni Alemanno, il presidente onorario del Partito Comunista parla del malinteso a Today.it. E spiega la sua “Democrazia Sovrana e Popolare”

Marco Rizzo (LaPresse)

Sono lontani i tempi dei filmati perfetti targati Istituto Luce. Oggi gli eredi di quella “matrice” hanno difficoltà anche con le locandine degli eventi. E così, tra i partecipanti all’assemblea fondativa del nuovo partito dell’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che si propone di fare da pungolo “da destra” al governo guidato da Giorgia Meloni, spuntano due nomi che fanno discutere: i marxisti Moni Ovadia e Marco Rizzo. Il primo, dopo qualche ora, annulla la partecipazione, lamentando un malinteso, il secondo conferma la sua presenza.

Moni Ovadia, “l’attacco di Hamas è il prodotto dell’arroganza di Israele”

“La fermo subito. Alemanno ha organizzato il congresso fondativo di una cosa sua – spiega Rizzo – e all’interno dell’evento c’è una tavola rotonda sui temi del dissenso. Io partecipo alla tavola rotonda, non certo al congresso fondativo. Noi abbiamo il congresso fondativo di Democrazia Sovrana e Popolare a gennaio”.

Ammetterà che vedere il suo nome e quello di Moni Ovadia a fianco di quello di Alemanno possono suscitare una certa curiosità?

“Ovviamente qualche giornale ha fatto il solito minestrone. Poi sono arrivati alcuni fighetti del Pd a farmi lezioni di antifascismo. Proprio loro fanno lezioni di antifascismo a me? Loro che hanno votato l’equiparazione tra nazismo e comunismo al Parlamento Europeo? Loro che fanno dell’antifascismo una macchietta da passerella per le campagne elettorali? Io, a differenza loro, i fascisti li ho avuti sotto casa: a sedici, a diciassette e a diciannove anni; due volte le ho suonate e una volta ho rischiato la vita. Quelli che erano con me nel PCI ora sono al servizio dei banchieri e io non posso andare a una tavola rotonda dove c’è Alemanno? Ma per favore…”.

Beh, un po’ di anni fa lei e Alemanno ve le sareste suonate di santa ragione

“È probabile. Però quelli che un po’ di anni fa erano con me ora stanno con i banchieri, con la Nato, con l’Unione Europea. Adesso Alemanno è contro la guerra: io vado a discutere con lui a una tavola rotonda, insieme ad altri che certo non hanno quelle idee politiche. Poi c’è stato un errore di comunicazione e non si distinguono bene le due cose, ma quello è un problema di Alemanno, non mio”.

Restiamo sulla guerra in Medio Oriente. Come legge il dibattito in Italia?

“Esiste un pensiero unico”.

Non ricordo dove, ma l’ho già sentita…

“Le faccio un elenco di quello che è successo negli ultimi tre anni: sono stato critico sulla gestione pandemica e sul green pass e sono diventato un complottista; sono stato critico sulla guerra in Ucraina, sulle sanzioni e sull’invio delle armi e sono diventato un putiniano; sono stato critico sulla vicenda del clima, perché ho detto che il 70 per cento dell’inquinamento mondiale viene fatto dalle prime cento multinazionali e sono diventato un negazionista; adesso sono critico sul genocidio a Gaza, che è solo una vendetta atroce contro il massacro di Hamas e non c’entra nulla col diritto di uno Stato a difendersi, dato che sono morti cinquemila bambini innocenti, e sono diventato un antisemita. C’è una classificazione di qualunque pensiero critico”.

Come si auto classifica oggi Marco Rizzo?

“Sono uno che vuole un cambio di sistema, perché questo sistema non mi piace. Abbiamo costruito un’ipotesi politica con Francesco Toscano, si chiama Democrazia Sovrana e Popolare. Sono tre aggettivi che riconoscono appieno il mio sentire.

Marco Rizzo e Francesco Toscano

Noi vogliamo una vera democrazia, non un paese dove si vota una volta ogni cinque anni persone che vengono elette sulla base di quanto hanno largo il portafogli per le loro campagne elettorali. Vorremmo un paese dove la sovranità fosse in qualche modo restituita al popolo e non alla Banca Centrale Europea, alla Nato, al Fondo Monetario Internazionale, che contano cento volte più dei nostri presidenti del Consiglio, compresa Giorgia Meloni”.

Lo sa che il sovranismo è una cosa di destra tipo Alemanno vero?

“Lo è perché la sinistra ha abiurato la lezione di Antonio Gramsci, che parlava di nazione, parlava di egemonia. La sinistra ha tradito, la sinistra è quella delle banche. La sinistra attuale è il peggio che c’è. Non che la destra sia molto meglio, perché fa le stesse cose”.

Ho visto che su X ha attaccato anche Landini, postando una sua foto con Mario Draghi e criticandolo sui contratti. Cosa pensa di questo scontro tra governo e sindacati sullo sciopero del 17?

“È uno sciopero di sopravvivenza politica della CGIL e della concertazione sindacale. È uno sciopero fatto di venerdì e ormai questa cosa ha stancato: le grandi lotte dei metalmeccanici e del sindacato conflittuale di classe erano fatte in mezzo alla settimana per procurare il maggior danno possibile, invece ora vengono fatte per allungare il weekend”.

Aspetti però, chi lavora nei trasporti lavora sette giorni su sette, per loro non cambia nulla il venerdì o un altro giorno…

“Ma io non parlo solo dei trasporti, parlo di tutto. Questo è uno sciopero politico contro il centrodestra, che sì, fa delle cose vergognose. E soprattutto fa il contrario di quello che ha detto in campagna elettorale. Matteo Salvini parlava di quota 41, parlava di pensioni, di banche… hanno fatto esattamente il contrario. Ma io però mi chiedo, dove era Landini quando c’era l’abolizione dell’articolo 18? Lui era segretario della FIOM. Cosa ha fatto la Cgil quando la Fornero ha passato l’età pensionabile fino a 67 anni? Hanno fatto quattro ore di sciopero per cinque anni in più. In Francia c’è la CGT, che è molto più piccola, ma è ancora un sindacato conflittuale di classe e non concertativo: per l’aumento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni hanno paralizzato il Paese per mesi, altro che Cgil”.

Ma ha ancora senso parlare di lotta di classe nel 2023?

“La lotta di classe l’hanno fatta le multinazionali e l’hanno vinta. L’hanno fatta le élite contro i popoli; hanno ammazzato il ceto medio, lo hanno proletarizzato; hanno fatto una macedonia di tutti quelli che vivono del proprio lavoro. La lotta di classe oggi è quella dei ricchi contro i poveri”.

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