Stavolta è un organismo indipendente, l’Ufficio parlamentare di bilancio, a demolire la manovra del governo di Giorgia Meloni. Critiche dure, che vanno dritte al punto, espresse dall’Upb durante l’audizione sulla legge finanziaria davanti alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. Presente anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che nel suo intervento ha cercato di replicare alle osservazioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio. A dire il vero con poca incisivita.
Difficile ribattere di fronte a un quadro così negativo, come quello descritto dall’Autorità dei conti pubblici. Lilia Cavallari, presidente dell’Upb, smonta pezzo per pezzo il ddl di Bilancio per il 2024 nella memoria presentata alle commissioni riunite e nel suo intervento durante l’audizione a Montecitorio. Dalla sanità al taglio del cuneo fiscale. Fino ai tagli al fondo per le persone con disabilità. Una sostanziale bocciatura delle misure cardine della manovra per il 2024, peraltro pubblicizzate con molta enfasi dalla stessa premier Meloni nel corso del suo ultimo video de “Gli Appunti di Giorgia”. Un elenco di presunti obiettivi raggiunti e slogan altisonanti, puntualmente smentiti dai tecnici dell’Upb.
La manovra improntata su “un’ottica di breve periodo”
Secondo l’organismo parlamentare che vigila sulle politiche di finanza pubblica del governo, a livello generale, “la manovra appare improntata a un’ottica di breve periodo”. Il tutto “in una situazione soggetta a rischi di natura interna e soprattutto internazionale”. Proprio a causa dell’inevitabile esposizione a possibili shock o a crisi di sistema “l’utilizzo dello spazio di bilancio disponibile espone al rischio di non disporre di risorse sufficienti per sostenere l’economia in caso di deterioramento delle condizioni cicliche o in caso di eventi eccezionali”
Ma la batosta più clamorosa assestata dall’Upb a Palazzo Chigi arriva sul taglio del cuneo fiscale. “La misura più rilevante della manovra”, rileva l’Ufficio. Ma “finanziata temporaneamente in deficit”. Quindi, una sua “una eventuale ulteriore estensione richiederà l’individuazione di misure di copertura strutturali”.
Attenzione a non superare i 35mila euro all’anno, lordi ovviamente
E poi un problema centrale, che rischia di mettere in difficoltà anche chi dichiara un solo euro in più rispetto alla fascia di reddito dei 35mila euro all’anno lordi. Con lo “sconto per fasce e non per scaglioni”, che “comporta perdite significative al superamento delle due soglie di reddito entro le quali è definita” la misura del taglio del cuneo fiscale. Un esempio concreto sul malus principale della decontribuzione? Eccolo. La modalità applicativa per fasce anziché per scaglioni, nota l’Upb, “fa cessare ogni beneficio oltre la soglia di retribuzione lorda di 35mila euro, con una perdita di circa 1.100 euro superando di un solo euro tale soglia”. Una leggerezza marchiana. Anzi, una beffa per molte famiglie del ceto medio. Lilia Cavallari mette in guardia anche sulle possibili conseguenze di questa modalità del taglio del cuneo fiscale sul mercato del lavoro e dell’occupazione. “Nell’eventualità di ulteriori proroghe vi sarebbe un forte disincentivo al lavoro e si renderebbe più complesso il raggiungimento degli accordi di rinnovo contrattuale”, si legge nel report dell’Ufficio parlamentare di bilancio.
Mnovra: incertezze e critiche su tanti fronti
Incertezza anche sul futuro degli interventi sull’Irpef e della deduzione maggiorata dei costi per le aziende che decidono di fare nuove assunzioni. Interventi temporanei, che rischiano di non avere le coperture sufficienti per essere finanziati nei prossimi anni.
Critiche anche sulla sanità, un tema su cui le opposizioni attaccano il governo da settimane. Ebbene, secondo l’Upb, i fondi per il servizio sanitario nazionale per il 2024 non potrebbero essere sufficienti a coprire tutte le spese. Non solo. Il documento consegnato alle commissioni Bilancio certifica che potrebbero sorgere difficoltà “in relazione alle carenze di personale e all’impatto di eventuali nuove pressioni dei prezzi dei beni energetici sul settore sanitario”.
Giorgetti abbozza: “È stato un lavoro niente affatto facile, ma ritengo che sia stato fatto il meglio possibile”. Intanto la presidente Cavallari esprime preoccupazione sull’attuazione del Pnrr: “Si fanno più evidenti le criticità legate all’integrale utilizzo dei fondi del Piano”. Preoccupazione anche per il debito e per la crescita, che potrebbe essere “soggetta a una correzione al ribasso” rispetto agli obiettivi contenuti nel Documento programmatico di Bilancio.
Mentre sui fondi per i disabili, quello del governo sembra più che altro un gioco delle tre carte. Istituito con il ddl della legge di bilancio il Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità al posto di quattro distinti finanziamenti pre-esistenti. Solo che “la dotazione complessiva del nuovo Fondo è, tuttavia, inferiore al valore complessivo delle risorse disponibili nei fondi eliminati”, come spiega l’Upb nella sua relazione. Tra allarmi sulle pensioni e riserve sul bonus asili nido, quella dell’Upb sembra proprio una bocciatura a tutto campo.
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