UN MESE ESATTO DI VIOLENZE IN MEDIO ORIENTE. ISRAELIANI RICORDANO LE LORO VITTIME. A GAZA: OLTRE 10MILA MORTI, 4 MILA SONO BAMBINI
È passato un mese esatto da quando Hamas ha colpito Israele che oggi ricorda con diverse commemorazioni i cittadini che hanno perso la vita: 1160 persone. 240 sono ancora ostaggi dei miliziani. I bombardamenti di Tel Aviv, nella Striscia di Gaza, continuano ad essere. Il numero dei morti, dall’avvio della campagna militare secondo le autorità locali, è di 10.328. 4.237 sono bambini.
L’elemento della proporzionalità
Non è facile scorgere in questa scia ininterrotta di sangue quell’elemento della proporzionalità rispetto al danno subito, tanto decantato dalla prassi internazionale. L’enclave palestinese è intanto un cumulo di macerie. I campi profughi presenti in loco sono martellati da ordigni e l’incubo non sembra avere fine. La complessa situazione umanitaria si intreccia alle difficoltà della diplomazia di riportare le parti belligeranti al tavolo delle trattative.
Le intenzioni del leader di Tel Aviv
Il premier, Benjamin Netanyahu, ha parlato di “piccole pause umanitarie” per permettere l’arrivo degli aiuti ai civili. Il suo scopo è neutralizzare qualsiasi componente del gruppo che governa il territorio al di là del proprio confine, nonostante la legittimazione ottenuta dagli autoctoni. Il leader della Likud sta già valutando, nella propria mente sapendo di avere il pieno appoggio americano, quale sarà il nuovo governo sul territorio nemico.
Iran in allarme
La prospettiva ha allarmato quelli vicini al punto da scatenare intense rappresaglie delle milizie filo – iraniane, ovvero gli Houti nello Yemen ed Hezbollah nel Libano. Lo Stato ebraico ha aperto così un fronte nel Paese dei cedri e uno in Siria mediante raid contro i depositi di armi dei Pasdaran. Le basi americane in Iraq vengono prese di mira nel frattempo sempre più dalle milizie degli Ayatollah.
Le azioni degli Usa e dell’Italia
Washington ha inviato mezzi militari nel Mediterraneo per scoraggiare questi ultimi a compiere raid su Gerusalemme e l’Arabia Saudita. Roma ha spedito, da brava colonia della potenza a stelle e strisce, due fregate nella zona di crisi magari all’insaputa del Parlamento italiano.
Abbas colpito da un’imboscata?
Notizie preoccupanti giungono anche sul fronte palestinese. Il convoglio ufficiale del presidente, Mahmud Abbas, sarebbe stato osteggiato da colpi di arma da fuoco. L’imboscata sarebbe stata rivendicata dal gruppo “Figli di Abu Jandal” che avrebbe intimato al diretto interessato di dichiarare guerra totale a Israele entro 24 ore.
Le difficoltà dell’Onu
Il Consiglio di sicurezza dell’Onu non ha trovato un’intesa su come procedere per intensificare gli sforzi per la cessazione delle violenze. La strada sarà da oggi ancora più in salita, dal momento che le divergenze tra la Russia e la Casa Bianca sono aumentate.
Nuove tensioni tra le grandi potenze
La Nato ha annunciato di aver formalmente sospeso la propria partecipazione al Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa (Cfe), firmato nel 1990, dopo che il Cremlino ha comunicato di aver formalizzato il proprio ritiro dall’accordo.
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