martedì 17 settembre 2019

L'intervista "anticipata" di Renzi da Vespa: "Il nome del nuovo partito sarà Italia viva. In Parlamento siamo più di 40"

Renzi: "Il nome del nuovo partito sarà Italia viva. In Parlamento siamo più di 40"


L'ex premier da Vespa: "Vogliamo parlare a quella gente che ha voglia di tornare a credere nella politica. Ascani resta nel Pd. Ieri ho chiamato per la prima volta Di Maio, mi ha fatto un po' effetto".
ROMA - "Il nome della nostra nuova sfida sarà "Italia Viva". "Sono più di 40 i nostri parlamentari, saranno 25 deputati e 15 senatori e ci sarà un sottosegretario, non due".

Lo ha detto Matteo Renzi, arrivando a Porta Porta, conversando con Bruno Vespa.

E' Anna Ascani" la sottosegretaria che rimarrà nel Partito democratico. Lo ha detto Renzi. Insieme a Teresa Bellanova e Elena Bonetti, a seguire Renzi in Italia Viva sarà il sottosegretario Ivan Scalfarotto. "Lo ha deciso lei", ha aggiunto.

Ha spiegato Renzi: "Il tema è parlare, non fare una cosa in politichese, antipatica, noiosa, ma parlare a quella gente che ha voglia di tornare a credere nella politica". Così ha detto Renzi, a margine della registrazione della trasmissione in onda stasera su Rai1. E ha aggiunto: "Io voglio molto bene al popolo del Pd, per 7 anni ho cercato disperatamente giorno dopo giorno di dedicare loro la mia esperienza politica. Dopo di che le polemiche, i litigi, le divisioni erano la quotidianità".

"Il partito novecentesco non funziona più. Voglio fare una cosa nuova, allegra e divertente ma che metta al centro i problemi. I parlamentari li ho lasciati tutti a Zingaretti. Basta con questa cosa che se faccio una cosa io c'è sempre un retropensiero".
A chi gli ha ricordato che controllava i gruppi, Renzi ha risposto: "E' una balla".

"Salvini ha scelto deliberatamente, alla fine della sessione estiva del Parlamento, di aprire una crisi non per una infrastruttura bloccata dal no dei 5 Stelle o da un luogo di sofferenze, ma dal Papeete, fra cubiste e mojto. Noi abbiamo alzato le terga e lo abbiamo messo sotto, perché Salvini chiedeva i pieni poteri. Ho fatto un'operazione machiavellica, di palazzo, ma io che ho lavorato a Palazzo Vecchio dico che per me Machiavelli è un grande: non è quello de 'Il fine giustifica i mezzi', una frase che, tra l'altro, lui non ha mai detto.
Però non mi basta, non credo che la politica sia questo" ha aggiunto, ricordando poi che Salvini "si è avvicinato pensando che il leone fosse morto e si è preso una zampata"

Lasciare il Pd "è stato un sacrificio personale, la sera prima dell'intervista non ho dormito. Se allora avessimo fatto un accordo
con i no Vax, i no Tav, saremmo stati spazzati via. Ora è diversa la situazione, sono cambiati loro (i 5 Stelle, ndr) su alcune questioni ad esempio sulla Tav. E ora di no Vax non parla più nessuno, manco la Taverna. Facendo un gioco di parole, noi abbiamo fatto un accordo sul No tax, perché per colpa di Salvini l'Iva sarebbe aumentata. Ieri per la prima volta in vita mia ho chiamato Di Maio, mi ha fatto un pò di effetto. Il mio rapporto con i 5 Stelle non è il migliore del mondo, se ci facciamo il governo è per il bene dell'Italia. Se avessi continuato a dire no a qualsiasi rapporto con i 5 stelle avrei consegnato l'Italia alla politica del Papeete. E penso che sarebbe stato un errore".

"Mi faccia fare un confronto con lui, che ha tempo libero ora. Ultimamente è un pò scappato", ha aggiunto Renzi.
 Bruno Vespa ha poi annunciato che Matteo Salvini si è detto disponibile al confronto con l'ex premier. In precedenza l'ex segretario Pd aveva espresso l'intenzione di misurarsi con il leader della Lega. Una disponibilità ribadita nuovamente: "Certo - ha risposto Renzi a Vespa - scegliamo la data".

 "La nostra capo delegazione sarà Teresa Bellanova. È il mio riferimento al governo, sono orgoglioso di questo".  E sul ministro alle Politiche agricole ha aggiunto: "E'una donna straordinaria, ha combattuto contro il caporalato, è diventata sindacalista e noi siamo diventati amici nonostante la mia non partecipazione al sindacato. Era una che si metteva lì e risolveva i problemi. A chi la insulta per il vestito al Quirinale, dico che sono orgoglioso di lei".

"Resto a fare il mio lavoro nel Pd, non condivido la scelta di Matteo, sono ancora convinto che ci sia uno spazio importante per i liberaldemocratici come me". Così su Facebook, il presidente dei senatori dem Andrea Marcucci. "Non sarò mai un nemico di Matteo, mai diventerò un suo denigratore. Nel Pd mi sento ancora a casa mia, se si dovesse trasformare in un soggetto sempre più simile al Pds, mi sentirei un estraneo. Non credo che succederà, resto tra i democratici anche perché ciò non accada".---

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