Abbiamo visto che, nel codice dei pedofili, “hot dog” sembra indicare un bambino da ‘usare’. Oggi è nelle sale cinematografiche, come film per Natale adatto ai bambini, il cartone con questo manifesto:
“Un eroe si alzerà”: spero non ci voglia molto a capire il volgare doppio senso. Nell’originale inglese, “a hero will rise”, è ancora più chiaro: un eroe si rizzerà. Il salsicciotto.
Il cartoon per bambini per Natale è additato come “erotico”. Ossia pornografico.
Cosa mostra il film? Scorro dai media francesi: “Orge sessuali, voyerismo, fellatio, sodomia, sesso tra uomini e tra donne: ecco ciò che si vede nella scena culminante – che è appunto un’orgia….Descritto come un “food porn”, è una iniziazione e un incitamento a considerare normale il sesso di gruppo”: così InfoChrétienne, che ha sollevato il caso – perché in Francia è vietato ai minori di 12 anni; mentre in Usa, si noti, il cartoon è vietato ai “minori di 17 anni non accompagnati da un adulto”....
Ovviamente, i ‘cristiani’ sono bigotti. Allora prendiamo Paris-Normandie: “Scene sessualmente esplicite tra alimenti, conversazioni oscene, consumo di stupefacenti con istruzioni per l’uso, dialoghi spesso oltraggiosi pieni di insulti e volgarità varie. Sausage Party ha tutti gli ingredienti per suscitare polemiche”. O vediamo Unification France: “Il film è carico di una pesantissima tensione sessuale che finisce per esplodere in una scena finale che provocherà negli spettatori un orgasmo …di risate”. Il tono è corrivo, il senso è quello.
Ma non basta. All’inizio, si vedono i generi alimentari del supermercato che pregano il Buon Dio, cantando in coro, come tutte le mattine, aspirando di essere comprati per vedere il “Grande Oltre”, ovviamente credendo sia il paradiso. Poi scoprono che il “buon dio” sono uomini che li mangiano, e allora si emancipano dalla loro abitudine rituale di lodare Dio, e cominciano a liberarsi sessualmente, senza freni, ormai “liberati” dalla superstizione. Per giovani spettatori islamici, uno dei personaggi è Lavash, una tortilla “musulmana e omosessuale”. Sembra che il messaggio del film sia: l’orgia sodomitica è un gran mezzo di liberazione delle coscienze.
Lo spirito da cui proviene anche solo l’idea di un simile cartone animato è difficile da capire. Sarà certamente un caso, ma i tre soggettisti si chiamano Seth Aaron Rogers, Evans Goldberg, Jonah Hill Feldstein. Vedo che uno dei registi, Conrad Vernon, è stato sceneggiatore di Shrek e Shrek 2. E’ una traccia.
Shrek è parola yiddish (“שרעק”, shreck), che significa “paura”, “terrore”. Il film – anzi la serie – ha per protagonista un orco – il cattivo per antonomasia nelle favole per i bambini, qui simpaticamente malvagio (ed egoista e rozzo), che rovescia dunque i “valori” delle fiabe. Difatti vi appaiono i personaggi tradizionali, Cenerentola, Cappuccetto Rosso, Biancaneve, i Sette Nani, Pinocchio – in contesti “rovesciati” rispetto alle loro figure ed azioni tradizionali. Un esempio: in Shrek 2, l’omino di zenzero chiede a Pinocchio se porta mutande da donna; Pinocchio nega, e il suo naso si allunga; a questo punto l’omino di zenzero lo rivela, mostrando il perizoma fuxia, femminile che Pinocchio porta.
Se vi domandate da che spirito nasce questa “favola”, stavolta la risposta è nota: dal furioso litigio per potere, compensi e carriera che ha opposto l’amministratore delegato della Walt Disney, Michael Eisner, al creativo socio Jeffrey Katzenberg, una lite che è arrivata in tribunale. Katzenberg voleva da Eisner 77 milioni di dollari e il posto di numero 2; non avendolo ottenuto, è passato alla DreamWork di Steven Spielberg, con cui ha realizzato Shrek: il cui senso immediato è una vendetta contro Eisner. I personaggi fiabeschi della Walt Disney entrano nel cartoon in veste ridicola o anti-nomica (tra l’altro indirettamente contaminando le fiabe per i più piccoli spettatori). Il malvagio di Shrek, il comicamente piccolo lord Farquaad, è la caricatura e impersonificazione di Eisner (“Quel nano”, lo chiama Katzenberg). Per gli spettatori americani adulti, lo strano nome “Farquaad” non ha misteri:è onomatopeicamente identico a un insulto volgarissimo, “Fuckwad”, più o meno ‘pezzo di fottuto’. E pesanti allusioni alla sessualità di Farquaad-Eisner sono sparse nel film. In una scena lord Farquard ha un’erezione sotto le coperte (pochi fotogrammi). Il tutto fra parolacce, allusioni sessuali e comportamenti disgustosi di Shrek.
Shrek dunque è nato da uno spirito di rabbia e di vendetta. Un “esprit mal tourné”, direbbero i francesi. Tale stortura si esibisce senza remore. La principessa nella torre che aspetta il principe azzurro, la bella Fiona, di notte si trasforma in orchessa. Inizialmente aspira a rompere il malvagio incantesimo facendosi dare il bacio risanatore dal principe, che è lord Farquaad, per restare umana. Alla fine della storia, però, ama e si accasa con l’orco: accetta insomma il suo lato oscuro, basso, sub-umano. E lo fa non spontaneamente ma per forza, per essere accettata dall’orco che altrimenti non ha alcuna attrazione per Fiona-donna. Da cui si può trarre più di una morale, per i bambini spettatori: che non serve alcuno sforzo di migliorarsi; che per farsi accettare dagli altri occorre abbassarsi, accettare il proprio lato basso e volgare. Si scelga, Katzenberg è prodigo di insegnamenti educativi.
“Sausage Party” s’inserisce nel filone di educazione di massa ad accettare l’inaccettabile. Rompendo un nuovo limite del degrado attraverso finte favole a rovescio o parodie di favole tradizionali. Che ciò corrisponda a un progetto generale e globale di “liberazione” da ogni “pregiudizio e “discriminazione” lo hanno dimostrato gli opuscoli, diffusi nelle scuole dal Ministero delle Pari Opportunità nel 2012, nella cui introduzione abbiamo potuto leggere: è opportuno evitare di leggere ai bambini le fiabe antiche perché “inducono le bambine a cercare – invano – per tutta la vita un uomo che assomigli a quel perfetto prototipo e i bambini a convincersi di dover usare spada e coltello per far colpo sulle fidanzate”, e peggio, “tendono a promuovere un modello di famiglia tradizionale ed impediscono identificazioni di diverso tipo”, ossia l’accettazione della propria e altrui omosessualità e del ‘matrimonio’sodomitico.
Infatti “la collana ha lo scopo di combattere il bullismo e la discriminazione, e al suo interno si trovano anche capitoli contro l’omofobia”
Così si poteva leggere mel cofanetto editoriale di “Educare alla diversità” realizzato dall’Istituto Beck, sulla base di un contratto con l’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) afferente al Dipartimento delle Pari Opportunità. Vero è che poi la viceministra delle Pari Opporunità, Cecilia Guerra, ha preso le distanze dagli opuscoli, dicendo “quel materiale didattico è stato realizzato senza che io ne fossi informata”; ma ha però ribadito che “l’educazione alla diversità è e resta cruciale”.
In questo progetto, le nuove fiabe come Shrek e Sausage Party adempiono egregiamente il ruolo didattico desiderato, cancellando finalmente i pregiudizi e i tabù di cui Cenerentola e Cappuccetto Rosso che hanno nutrito l’Occidente. Lo scopo finale di questo rinnovamento della civiltà e sua Liberazione, fu indicato da Aleister Crowley, autonominatosi Bestia 666: “L’incesto, l’adulterio e la pederastia” dovranno essere praticati senza “vergogna, codardia o ipocrisia” (…) “tutti gli infanti avrebbero dovuto quanto prima poter assistere ad ogni tipo di atto sessuale possibile”. Come scrisse nelle note al Commentary on The Book of Law, “la nuova moralità […] sarà quella in cui gli uomini si comportano come bestie”.
In Usa, hanno vietato Sausage ai minori di 17 anni, se non accompagnati da un adulto (sic). Noi siamo, come sempre,più progrediti di questi bigotti.
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