Ignazio Marino - L’imbarazzo del Pd, partito diviso D’Alema e Veltroni lo chiamano...
Orfini
si difende: lui via perché incapace. La sinistra con l’ex sindaco.
Stefano Esposito: «Marino resta un bugiardo, ha mentito sempre, ma sono
contento che lo abbiano assolto. Vorrei che il mio partito fosse più garantista».
ROMA «Ma
quali scuse, Marino resta un bugiardo, ma sono contento che lo abbiano
assolto». Stefano Esposito, al solito, è il più franco tra i politici
del Partito democratico nel parlare del caso Marino. Non ci pensa
neanche a fare mea culpa, esattamente come Matteo Orfini, che però
ritiene controproducente esporsi troppo e quindi condensa il suo gelo
nei 140 caratteri di Twitter: «Ricordo che chiedemmo le dimissioni di
Marino non per gli scontrini (a farlo fu Sel) ma perché incapace di
risolvere i problemi di Roma». Eppure l’imbarazzo è palpabile. I fan lo
acclamano al grido di «aridatece Marino». Lui gongola in conferenza
stampa, cita il Qoelet e — dopo le domande — esibisce due telefonate «pesanti»:
«Mi hanno chiamato due leader nazionali, uno si chiama Walter e l’altro
si chiama Massimo». Veltroni e D’Alema. Manca l’ultimo segretario,
Matteo Renzi. Del resto i più calorosi nel complimentarsi per
l’assoluzione sono gli esponenti della minoranza. Roberto Speranza, che
dà «un abbraccio a una persona perbene». E Gianni Cuperlo, che esprime
«un sentimento di amicizia» verso Marino....
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