16:28 04.10.2016 - Tatiana Santi
PS:<< Domenica 2 ottobre a Donetsk e Lugansk si sono svolte le elezioni
amministrative. Le due autoproclamate repubbliche popolari hanno
lanciato così alla comunità internazionale un vero segnale politico e
mediatico....>>...qualcuno di Voi l'ha letto o saputo da qualche nostro pseudo giornalista?....da qualche dei numerosissimi Tg di tutti i giorni?...da qualche talk show...?...NO...!
umberto marabese
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Domenica 2 ottobre a Donetsk e Lugansk si sono svolte le elezioni
amministrative. Le due autoproclamate repubbliche popolari hanno
lanciato così alla comunità internazionale un vero segnale politico e
mediatico.
Come si sono svolte le elezioni, in quale atmosfera? Che significato hanno queste elezioni per il Donbass? Sputnik Italia ha fatto il punto della situazione con il reporter e antropologo Eliseo Bertolasi, che ha seguito da vicino le elezioni a Donetsk in qualità di osservatore internazionale. Le elezioni nel Donbass, il due ottobre. © Foto: Eliseo Bertolasi Le elezioni nel Donbass, il due ottobre. — Eliseo, quali sono le tue impressioni delle elezioni svoltesi a Donetsk che tu hai seguito da vicino come osservatore? — Nella giornata del 2 ottobre di è votato sia a Donetsk sia a Lugansk. In questo momento mi trovo a Donetsk e ho seguito qui le elezioni. Anche se le chiamano primarie, non si tratta di elezioni per eleggere il premier della Repubblica Popolare di Donetsk. In questo caso l'obiettivo, votando su 3 schede, era quello di eleggere innanzitutto il sindaco di Donetsk, poi i capi delle varie circoscrizioni territoriali e infine i deputati del Consiglio cittadino. — Hai notato delle stranezze o delle irregolarità? — Assolutamente no..... Sono stato su 7 seggi elettorali diversi, considerando che sono stati aperti alle otto di mattina e chiusi alle otto di sera. Mi sono mosso con un pullmino con altri osservatori. Ti confermo che ho potuto muovermi con la più totale libertà all'interno dei vari seggi elettorali, dove io ho fotografato, filmato, chiesto informazioni sia agli scrutatori, ai presidenti dei seggi, sia ai cittadini che si recavano a votare. Nessuno mi ha mai ostacolato nei miei movimenti. Non ho notato nessun'irregolarità. — C'erano altri osservatori stranieri a parte te? — La delegazione di osservatori era composta da italiani, finlandesi e cittadini dell'Ossezia del Sud. I bambini durante le elezioni nel Donbass. © Foto: Eliseo Bertolasi I bambini durante le elezioni nel Donbass. — In quale atmosfera si sono svolte le elezioni, qual era l'umore della gente? — Sono rimasto veramente meravigliato da tale entusiasmo. Sono italiano, so benissimo che ogni volta da noi quando ci sono le elezioni, i politici temono le bellissime giornate di sole, perché sanno che spesso gli elettori disertano le urne per andare a rilassarsi. Qui ho visto una grandissima partecipazione popolare e non solo. Davanti alle scuole e agli istituti dove sono stati allestiti i seggi, le scolaresche hanno organizzato una sorta di festa con spettacoli, con gli studenti che ballavano e cantavano. Molte di queste scuole, è bene ricordarlo, erano state distrutte dai bombardamenti e poi ricostruite dagli abitanti della città. Alla fine sembrava una grande festa popolare, più che semplicemente un appuntamento di tipo elettorale. C'erano delle bancarelle dove si vendevano i dolci, si serviva a tutti la "kasha del soldato", un piatto fatto di grano saraceno arricchito con dei pezzettini di carne, e del te ovviamente. — Per Donetsk quindi si è trattato di qualcosa di più di semplici elezioni, un momento importante da un punto di vista anche sociale? — Per Donetsk il fatto di aver organizzato queste elezioni, anche se di tipo locale, ha avuto una grande importanza, perché ha significato mostrare alla comunità internazionale un dato indiscutibile. La nuova repubblica, seppure non riconosciuta, in maniera assolutamente autonoma è riuscita ad organizzare e gestire delle elezioni nel migliore dei modi con il rispetto di tutti gli standard di sicurezza e trasparenza. È un grande segnale politico che la Repubblica Popolare di Donetsk ha voluto dare alla comunità internazionale. — Si spara ancora nel Donbass, la guerra non è finita? — La guerra qui non è ancora finita, nonostante sia una guerra a bassa intensità rispetto al passato. Ogni notte come d'abitudine, una normalità da guerra, in lontananza si sentono continuamente le esplosioni dei colpi di arma da fuoco. Nonostante la presenza della guerra, la Repubblica Popolare di Donetsk è riuscita ad organizzare questo evento per loro di grande importanza politica e mediatica.---
Come si sono svolte le elezioni, in quale atmosfera? Che significato hanno queste elezioni per il Donbass? Sputnik Italia ha fatto il punto della situazione con il reporter e antropologo Eliseo Bertolasi, che ha seguito da vicino le elezioni a Donetsk in qualità di osservatore internazionale. Le elezioni nel Donbass, il due ottobre. © Foto: Eliseo Bertolasi Le elezioni nel Donbass, il due ottobre. — Eliseo, quali sono le tue impressioni delle elezioni svoltesi a Donetsk che tu hai seguito da vicino come osservatore? — Nella giornata del 2 ottobre di è votato sia a Donetsk sia a Lugansk. In questo momento mi trovo a Donetsk e ho seguito qui le elezioni. Anche se le chiamano primarie, non si tratta di elezioni per eleggere il premier della Repubblica Popolare di Donetsk. In questo caso l'obiettivo, votando su 3 schede, era quello di eleggere innanzitutto il sindaco di Donetsk, poi i capi delle varie circoscrizioni territoriali e infine i deputati del Consiglio cittadino. — Hai notato delle stranezze o delle irregolarità? — Assolutamente no..... Sono stato su 7 seggi elettorali diversi, considerando che sono stati aperti alle otto di mattina e chiusi alle otto di sera. Mi sono mosso con un pullmino con altri osservatori. Ti confermo che ho potuto muovermi con la più totale libertà all'interno dei vari seggi elettorali, dove io ho fotografato, filmato, chiesto informazioni sia agli scrutatori, ai presidenti dei seggi, sia ai cittadini che si recavano a votare. Nessuno mi ha mai ostacolato nei miei movimenti. Non ho notato nessun'irregolarità. — C'erano altri osservatori stranieri a parte te? — La delegazione di osservatori era composta da italiani, finlandesi e cittadini dell'Ossezia del Sud. I bambini durante le elezioni nel Donbass. © Foto: Eliseo Bertolasi I bambini durante le elezioni nel Donbass. — In quale atmosfera si sono svolte le elezioni, qual era l'umore della gente? — Sono rimasto veramente meravigliato da tale entusiasmo. Sono italiano, so benissimo che ogni volta da noi quando ci sono le elezioni, i politici temono le bellissime giornate di sole, perché sanno che spesso gli elettori disertano le urne per andare a rilassarsi. Qui ho visto una grandissima partecipazione popolare e non solo. Davanti alle scuole e agli istituti dove sono stati allestiti i seggi, le scolaresche hanno organizzato una sorta di festa con spettacoli, con gli studenti che ballavano e cantavano. Molte di queste scuole, è bene ricordarlo, erano state distrutte dai bombardamenti e poi ricostruite dagli abitanti della città. Alla fine sembrava una grande festa popolare, più che semplicemente un appuntamento di tipo elettorale. C'erano delle bancarelle dove si vendevano i dolci, si serviva a tutti la "kasha del soldato", un piatto fatto di grano saraceno arricchito con dei pezzettini di carne, e del te ovviamente. — Per Donetsk quindi si è trattato di qualcosa di più di semplici elezioni, un momento importante da un punto di vista anche sociale? — Per Donetsk il fatto di aver organizzato queste elezioni, anche se di tipo locale, ha avuto una grande importanza, perché ha significato mostrare alla comunità internazionale un dato indiscutibile. La nuova repubblica, seppure non riconosciuta, in maniera assolutamente autonoma è riuscita ad organizzare e gestire delle elezioni nel migliore dei modi con il rispetto di tutti gli standard di sicurezza e trasparenza. È un grande segnale politico che la Repubblica Popolare di Donetsk ha voluto dare alla comunità internazionale. — Si spara ancora nel Donbass, la guerra non è finita? — La guerra qui non è ancora finita, nonostante sia una guerra a bassa intensità rispetto al passato. Ogni notte come d'abitudine, una normalità da guerra, in lontananza si sentono continuamente le esplosioni dei colpi di arma da fuoco. Nonostante la presenza della guerra, la Repubblica Popolare di Donetsk è riuscita ad organizzare questo evento per loro di grande importanza politica e mediatica.---
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