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Di Adriano Tilgher
Il Pd ha passato sotto traccia, anzi ha taciuto, la morte d’un suo storico nume tutelare: Peppone, contadino operaio e per più d’ottanta anni sindaco simbolo della governabilità comunista; di quel modello emiliano costruito sulla difesa dei diritti dei lavoratori, sul diritto alla casa di proprietà per l’operaio e della terra ai contadini. Benessere diffuso, basato sui sacrifici, che faceva di Peppone l’emblema della lotta sindacale.
A far sparire le spoglie mortali del trinariciuto in camicia rossa a quadroni, baffoni, cappellaccio e mani callose hanno provveduto circa un milione di seguaci di Fedez e Rosa Chemical che alle primarie del Pd hanno votato Elly Schlein segretaria. Il Pd della “segretaria cià cià cià” prende così il posto nella musica popolare del ben più serio “compagni dai campi e dalle officine prendete la falce, portate il martello, scendete in piazza…”. La Schlein ha scelto che proprio la piazza non sarà più fatta di operai e contadini, ma sarà sempre un festoso Gay Pride.
Perché la sua missione sarà difendere i diritti di questi ultimi, soprattutto garantendo che in ogni dove si possano celebrare “gendrimoni” (matrimoni gender) interspecie ed intergenere: per assurdo un ricco stravagante animalista per salvare un cinghiale dall’abbattimento potrà contrattualizzare d’averlo sposato, stesso discorso per un topo da salvare dalla derattizzazione od un pesce dalla padella. Garantendo all’animale una vita dorata nell’umana comunità.
Vien da pensare che i comunisti veraci si siano astenuti dalle primarie, forse schifati dal giro di mazzette intascate a Bruxelles da rappresentanti europei di una sinistra che promuove regolamenti nemici del lavoro e dei lavoratori: le famigerate normative europee partorite su spinta di lobbysti al soldo di multinazionali. A rimetterci è stato l’ultimo comunista col sopracciglio alla Luigi Longo, al secolo Stefano Bonaccini: un politico serio e di professione, mica come la Schlein che ha solo sei mesi d’anzianità di tessera Pd.
Un amico, vecchio stalinista, mi ha fatto notare che quando c’era Palmiro Togliatti alle tipe come la Schlein pagavano una vacanza premio in Unione Sovietica, garantendosi che dal freddo siberiano non facesse più ritorno: del resto negli anni ’50 non s’ebbe più notizia di tanti italiani che, dati per reduci dal fronte russo, non fecero più ritorno, e nemmeno di certi comunisti italiani partiti per Mosca e scomodi al “centralismo democratico” di Togliatti.
L’imbarco di questi ultimi veniva anche festeggiato, poi più nessuna notizia. Ma Stalin ha perso e, dopo più d’ottanta anni, ha vinto il fantasma di Lev Trotsky, che in comune con Elly Schlein ha tutto, persino ancestrale parentela. Certo ai tempi di Baffone non sarebbe potuta esistere una Schlein segretario del Pci: i sicari di Stalin inseguirono Trotsky fino a Città del Messico, per eliminare con lui il germe delle sue idee.
L’imbarco di questi ultimi veniva anche festeggiato, poi più nessuna notizia. Ma Stalin ha perso e, dopo più d’ottanta anni, ha vinto il fantasma di Lev Trotsky, che in comune con Elly Schlein ha tutto, persino ancestrale parentela. Certo ai tempi di Baffone non sarebbe potuta esistere una Schlein segretario del Pci: i sicari di Stalin inseguirono Trotsky fino a Città del Messico, per eliminare con lui il germe delle sue idee.
La segretaria crede che il primo fattore d’inquinamento sia il lavoro umano, il fattore antropico, quindi sogna una società di contemplativi col frigo pieno di grilli. Sogna una natura senza uomo, con una telecamera che registri tutta la vita in un computer, certificando che dopo l’estinzione dei figli di Adamo ed Eva tutto è andato meglio. Per raggiungere il risultato saranno necessari profilatura totale di ogni individuo, digitalizzazione completa della società, estinzione e virtualizzazione della moneta, abolizione del lavoro classico, fine della proprietà. Il Pd della Schlein è di fatto una setta gender ambientalista, una sorta di Wwf antropofago.
Un po’ dei suoi tweet (li sta cancellando):
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