Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, in un gruppo WhatsApp di cui faccio parte ieri è apparso questo messaggio:
È sempre più (anche) la pandemia dei vaccinati. La narrazione di un vaccino in grado di proteggere dal contagio, dalla ospedalizzazione e dalla morte si rivela sempre più fallace e davanti alla durezza dei dati si sgretola tristemente. E infatti nell’aggiornamento nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità relativo al monitoraggio dei dati Covid del 1 dicembre 2021 e pubblicato il 3 dicembre 2021 si conferma il trend della scorsa settimana con una piccola e patetica novità: spariscono le percentuali sul totale rispetto a ciascuna categoria al fine di rendere meno immediata la comprensione dei dati. Ma nessun artificio può celare il fatto che si ammalano, vanno in ospedale e muoiono sempre più vaccinati rispetto alla scorsa settimana. (Continua dopo la foto)
Ovviamente questo dato è anche figlio del cosiddetto paradosso di Simpson che vuole che al crescere dei vaccinati cresca anche la loro incidenza sul totale, ma questa crescita sembra più che proporzionale rispetto alla crescita dei vaccinati. Ma veniamo ai numeri. Negli ultimi 30 giorni, sono stati notificati 75.512 casi di non vaccinati infetti pari al 36% del totale (era il 37,7% la scorsa settimana) e 134.075 casi di vaccinati infetti pari al 64% (era il 62,3%).
Ma soprattutto si consolida il dato, che la scorsa settimana era stato registrato per la prima volta, del superamento dei vaccinati nei casi di ospedalizzazione: 4.062 vaccinati pari al 52,2% (era il 50,9% la scorsa settimana) e 3.733 non vaccinati pari al 47,9% (era il 49,1%). In poche parole significa che le corsie degli ospedali sono piene più di vaccinati che non di non vaccinati. Il trend si conferma anche per i decessi il cui totale degli ultimi 30 giorni è composto da 712 vaccinati pari al 58% del totale (era il 56%) e da 515 non vaccinati pari al 42% (era il 44% la scorsa settimana). (Continua dopo la foto)
Infine, contrariamente alle anticipazioni riportate in questi giorni sul (tele)giornale unico che aveva parlato di una fiammata di ricoveri in terapia intensiva di non vaccinati, nelle terapie intensive (dove l’efficacia della vaccinazione è obiettivamente maggiore) la situazione resta quasi immutata con un piccolo scostamento dello 0,2% a favore dei vaccinati: 35,6% di pazienti vaccinati e un 64,4% di non vaccinati.
Lo stesso concetto viene espresso in maniera icastica da Davide Barillari, Consigliere della Regione Lazio:
Nel frattempo un amico napoletano, mi ha mandato, dopo giorni di silenzio questa mail:
Dopo ventitré giorni sono a casa. Non pentito: ero circondato da “vaccinati” da due dosi, e stavano più o meno come me (a mia scienza unico non “vaccinato”, almeno in queste settimane). E se ti chiedevano – come hanno chiesto anche a me – se fossi “vaccinato”, già confessavano: il vaccinato senza virgolette è immunizzato e quindi non può ammalarsi.
Questo amico – con tre patologie gravi e certamente non giovane – grazie a Dio ora sta bene. Ma diventa ogni giorno più difficile credere all’efficacia del siero genico sperimentale che hanno inoculato alla grande maggioranza della popolazione. In particolare quando si vedono grafici come quello pubblicato qui sotto.
E dal momento che da oggi entra in vigore la norma discriminatoria, e sostanzialmente inutile, se non pericolosa, del super green pass (che non garantisce nulla se non la creazione di cittadini di serie A e di serie B), è interessante leggere quello che scrive Summit, di cui traduciamo solo qualche riga:
I ricercatori hanno anche concluso che gli schemi di passaporto del vaccino “contribuiscono alla falsa impressione che le persone vaccinate non si infettino”, quando in realtà “circa il 40% dei vaccinati sono suscettibili di infezione e di trasmissione dell’infezione”, afferma il rapporto.
Gli unici lati positivi di un tale schema sono che “avverte la gente che c’è ancora pericolo dalla pandemia e incoraggia la vaccinazione tra i reticenti”.
In altre parole, anche se i passaporti dei vaccini non hanno un impatto discernibile sul loro obiettivo dichiarato – ridurre la diffusione del COVID-19 – riescono a mantenere la gente timorosa e compiacente.
E forse questo è l’obiettivo primario.
“I risultati sono simili alle prove trovate dal governo britannico – che i passaporti dei vaccini potrebbero aumentare i tassi di Covid nel paese”, scrive Ken Macon.
“Il governo del Galles, Regno Unito, ha anche scoperto che, nonostante l’introduzione dei passaporti dei vaccini, non hanno potuto trovare alcuna prova che funzionassero”.
E per chiudere, vi allego la riflessione pubblicata da un amico su Facebook. Che mi sembra sintetizzi in maniera esemplare il livello di malafede dei cosiddetti “esperti”, quelli della “scienza” (la scienza che fa comodo a loro, non la Scienza):
Hanno contato i contagi usando il tampone.
Hanno imposto i lockdown usando il tampone.
Hanno fermato giocatori e sportivi usando il tampone.
Hanno fatto entrare gli ospiti in Rai, in Mediaset a La7 e in Sky usando il tampone, anche se avevano il green pass.
Perché giustamente il tampone dà maggiori garanzie.
Hanno consentito alle persone di viaggiare all’estero e a prendere l’aereo e il treno usando il tampone.
Quando una persona veniva trovata con la temperatura della fronte alta gli facevano IL TAMPONE.
Ora, per vendicarsi con chi non ha ubbidito non facendosi il buco col c.d. “vaccino” hanno deciso che il tampone non dà più risultati affidabili e quindi chi non si buca non può andare in nessun locale pubblico durante le vacanze di Natale.
Serve il SUPER GREEN PASS che non si può ottenere con il tampone proprio perché dà risultati poco affidabili. Da oggi.
E serve il super green pass, perché dicono che i contagi sono in aumento… e che il tampone non è affidabile…ma se gli chiedi come fanno a sapere che i contagi sono in aumento ti rispondono che lo sanno con il tampone.
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