Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sul fatto che i fondi in arrivo da Bruxelles per la ripresa post-pandemica siano legati a condizionalità o meno, le parole del vicepresidente della Commissione europea, fanno chiarezza. Nel caso i paesi non dovessero realizzare le riforme richieste, vedi alla voce riforme strutturali, Bruxelles può procedere alla sospensione dei pagamenti.
Insomma, nulla di nuovo sotto al plumbeo cielo europeo. Si vogliono perpetuare quelle fallimentari politiche che hanno ridotto alla stremo un intero continente.
Queste le parole di Dombrovskis tratte dal Financial Times: “Il sistema che abbiamo messo in piedi è un sistema robusto, che garantirà un uso corretto di questo finanziamento dell'UE”, quindi l’Unione Europea sarà vigile e pronta a sospendere i pagamenti a quei governi che dovessero avere l’idea di allontanarsi dal neoliberismo dominante nel Vecchio Continente. "Ci sono criteri piuttosto rigidi”, ha aggiunto il politico lettone.
Quindi all’ordine del giorno ci sono tagli pensionistici, riforme peggiorative per il mondo del lavoro, tagli al welfare e così via. “Se alcune riforme si bloccano, se qualche progetto di investimento non sta andando avanti per qualsiasi motivo, questa parte del denaro non scorre”. Niente ‘riforme’, niente denaro. Il concetto è ripetuto fino allo sfinimento da Dombrovskis: “"L'esborso di denaro è direttamente collegato al progresso delle riforme e degli investimenti". [...] "Inizialmente, con i piani di molti Stati membri, abbiamo visto che non c'era sufficiente attenzione alle riforme e che le raccomandazioni specifiche per paese non venivano indirizzate in misura soddisfacente”.
Se il quadro è questo, possiamo dire tempi bui attendono i popoli europei che sono costretti a languire sotto il tallone di ferro (neoliberista) dell’Unione Europea.
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