PS: Flop iniziale e polemiche contro la Moratti e Guigo Bertolaso...? ( " ma che, solo invidia dei giornalisti") adesso la campagna di vaccinazione "corre", è vicina a quota 100mila dosi al giorno e tra pochi giorni mancheranno i vaccini!
Il cambio di passo, dopo gli errori, le gaffe e le polemiche, c’è stato. La Lombardia non è più la regione fanalino di coda, sulle vaccinazioni ha ingranato la marcia e ora corre.
Su questo concordano tutti e, d’altra parte, i numeri parlano chiaro. Le dosi di vaccino somministrate sono più di tre milioni (3.045.429 dai dati aggiornati a stamattina) e il 91,9% di quelle consegnate è stato distribuito. Nella giornata di oggi si conta di sfondare il muro delle 90.000 somministrazioni e ora l’obiettivo è raggiungere quota 100.000. “Ci arriveremo tra il 29 e il 30 aprile”, assicurano dallo staff di Guido Bertolaso. E se, come sembra ormai probabile, tra il 3 e il 6 maggio in Italia si arriverà a tagliare il traguardo delle 500.000 somministrazioni quotidiane, “nei giorni a seguire la Lombardia dovrà attestarsi sulla media delle 85.000 inoculazioni quotidiane”.
È stato lo stesso Bertolaso a dirlo nei giorni scorsi, facendo riferimento a una sorta di accordo con il generale Figliuolo,“un’ipotesi minima di assestarci sulle 85mila dosi” anche se “abbiamo una macchina da guerra in grado di fare 140mila dosi”. Lui, Bertolaso, dal 2 febbraio a capo della macchina organizzativa per le vaccinazioni qualche giorno fa ha annunciato l’intenzione di allentare la presa. “Dalla seconda metà di maggio non sarà più presente sette giorni su sette, ma non andrà via”, spiegano ad HuffPost i suoi stretti collaboratori. L’ex capo della Protezione civile “continuerà a coordinare le operazioni fino a quando non sarà vaccinato l’ultimo dei lombardi” e d’altra parte proprio lui, insediandosi, aveva promesso la vaccinazione di “6,6 milioni di lombardi entro giugno”.
Stamattina, mercoledì 28 aprile, si sono aperte le prenotazioni del vaccino per i cittadini fragili di età compresa tra i 55 e i 59 anni, la “categoria 4” del piano vaccini nazionale. Sono circa 700.000 i lombardi con esenzione per patologie croniche: su di loro, dunque, si concentrerà adesso la campagna vaccinale. Non si procederà in parallelo con gli over 50, come l’amministrazione regionale sembrava intenzionata a fare e quindi, dopo aver messo in sicurezza “la categoria 4”, si riprenderà il calendario per fasce d’età come fatto finora. I 50-59enni non fragili dovranno aspettare: sulla base del piano stilato da Bertolaso l’avvio delle prenotazioni era fissato al 30 aprile, “ma slitterà certamente. Per ora non c’è una data precisa”, dicono dallo staff del coordinatore.
Non nascondendo la soddisfazione “per i grandi risultati raggiunti”. Anche rispetto al Lazio, da sempre veloce sul fronte della vaccinazione e considerata la regione “rivale”. “La percentuale delle dosi somministrate rispetto a quelle consegnate della Lombardia è superiore a quella del Lazio”, ripetono dal Pirellone. All’inizio di gennaio, la campagna vaccinale aperta da pochi giorni nel Paese, quando il Lazio già aveva inoculato quasi il 50% delle dosi ricevute la Lombardia, con i 3126 vaccinati, aveva somministrato meno del 3% delle 80.595 consegnate.
Ritardi e lentezze accumulati per mesi, nonostante il cambio alla guida dell’assessorato al Welfare - Letizia Moratti al posto di Giulio Gallera - e l’arrivo, agli inizi di febbraio di Bertolaso per coordinare una campagna tenuta per almeno un altro mese al palo dalla piattaforma di prenotazione gestita dall’azienda regionale Aria. Rivelatasi un flop, dal 2 aprile è stata sostituita dal portale di Poste italiane.
È stato questo nuovo sistema a cambiare il corso delle cose? Per il consigliere regionale del Pd, Matteo Piloni, il cambio di marcia è stato innestato da due azioni. Il passaggio dal sito di Aria, “costato circa 20 milioni di euro”, alla piattaforma, “gratuita”, di Poste Italiane per le prenotazioni e l’allineamento del piano regionale a quello nazionale in seguito alla visita in Lombardia, il 31 marzo, del commissario straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Figliuolo, con l’indicazione delle priorità, il criterio su cui il generale ha impostato il “suo” piano vaccini.
“È stato soprattutto il commissario a raddrizzare le cose”, considera Piloni.
Qualche difficoltà, organizzativa e di gestione, resta. Di recente, per esempio, l’hub vaccinale di Crema ha bloccato le agende per due giorni: per vaccinarsi i cittadini cremaschi hanno dovuto prenotare a Bergamo o addirittura a Vigevano, a cento chilometri di distanza. E succede che nella stessa Azienda sanitaria territoriale (Ats Valpadana), la provincia di Cremona, col suo 26%, abbia la percentuale più alta di somministrazioni, mentre Mantova, ferma al 20%, sia la più lenta. “Mancano criteri precisi sulla distribuzione delle dosi nelle varie Ats - va avanti il consigliere dem - e si riscontrano ancora difficoltà di prenotazione per le persone con fragilità. Soprattutto sul fronte dei vaccini a domicilio alcune Ats sono molto indietro e tante persone - conclude Piloni - come un anno fa, sono lasciate sole”.
Anche il consigliere Roberto Anelli, capogruppo della Lega in Consiglio regionale concorda con il fatto che a imprimere il cambiamento nel ritmo della campagna vaccinale sia stato il passaggio dalla piattaforma di Aria al sistema di Poste Italiane per le prenotazioni. “Errore nostro, nella fase iniziale abbiamo sbagliato - ammette Anelli - ma siamo corsi ai ripari”. Più di Figliuolo, però, per Anelli ha fatto Bertolaso. “Ha messo in campo un’organizzazione precisa con hub, dal più piccolo al più grande, tutti molto efficienti. E poi ci sono arrivate anche più dosi, va detto. Anzi, ce ne consegnassero di più potremmo fare pure numeri più alti. Abbiamo un potenziale enorme da poter sfruttare, ben oltre le 100.000 somministrazioni quotidiane”. Ma, per ora, è questo il prossimo obiettivo della Lombardia.
- Luciana MatareseGiornalista
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