Nel ghetto delle palazzine Cirio scoppia la guerriglia fra i braccianti bulgari e i mondragonesi. Il Viminale manda l'esercito per presidiare la zona rossa. Salvini e De Luca si beccano. "Hanno scoperto l'acqua calda".
Luciana MatareseGiornalista
Mondragone la verità è sotto gli occhi di tutti e da anni. Le palazzine Cirio, i cubi di cemento abitati in gran parte dai bulgari, sono “ghetti” e la convivenza tra gli uomini e le donne venuti dall’Est e gli italiani, i mondragonesi, è sempre stata problematica. Per questo la guerriglia scoppiata oggi - e sedata grazie all’intervento delle forze dell’ordine - perché alcuni dei bulgari in quarantena, confinati in zona rossa, hanno protestato chiedendo cibo e la possibilità di uscire per guadagnarsi da vivere nei campi come braccianti e altri risultati positivi al coronavirus che dovevano essere trasferiti al Covid Hospital di Maddaloni mancavano all’appello, non ha colto tutti di sorpresa. E più d’uno, nella cittadina della provincia di Caserta, ha ricordato l’accoltellamento, qualche anno fa, di un mondragonese che aveva rimproverato un bulgaro per strada. E l’appello a evitare ogni forma di xenofobia lanciato dal Vescovo di Sessa Aurunca, monsignor Orazio Francesco Piazza....
“Oggi abbiamo scoperto l’acqua calda”, commenta Mimma D’Amico, del centro sociale Ex Canapificio, che si occupa di immigrazione e inclusione sociale nel casertano. Le scene del bulgaro che lanciava una sedia di legno dal balcone della palazzina, degli italiani che sfondavano il vetro di un furgoncino, strappando la targa da un’auto in sosta per portarla in trofeo al grido di “Mondragone siamo noi” continuano a rimbalzare in rete e nelle televisioni.
La tensione resta alta, ma sono in tanti a far notare che il Covid ha fatto solo esplodere una situazione ben nota e drammatica. Quella in cui vivono, da anni, i bulgari, per lo più lavoratori agricoli, sfruttati dai caporali, per 4 euro l’ora. Uomini ma in gran parte donne, che per sei mesi all’anno - quando con l’arrivo del bel tempo partono dalla Bulgaria per venire a guadagnare in Italia per la stagione del raccolti - e da circa 700 arrivano pure a duemila. Sovente le donne arrivano accompagnate dai figli e con loro, insieme ai connazionali, vivono stipati nelle palazzine ex Cirio. In appartamenti piccoli, fatiscenti, in condizioni igienico sanitarie precarie e pagando fitti a nero. Sono tutti lavoratori sfruttati, in balia dei caporali che all’alba li caricano su furgoni spesso privi di assicurazione e con vetri oscurati per sfuggire ai controlli. “Una situazione ai limiti della sopravvivenza”, sospira D’Amico. Nei palazzoni dei bulgari anche le associazioni di volontariato hanno difficoltà a entrare. “Ma la politica e le istituzioni conoscono la questione - domanda l’attivista - perché non si predispone un piano per cominciare a risolverla con interventi adeguati?”.
Trovare una soluzione a quello che definisce “un problema”, più che un obiettivo è una necessità anche per Maria Conte, assessore nella vicina Castel Volturno, ma mondragonese doc. Nel pomeriggio, mentre nella sua cittadina d’origine saliva la tensione - e il sindaco Virgilio Pacifico chiedeva “di adottare ogni misura al fine di ripristinare la legalità” - insieme ad alcuni imprenditori della zona, ha incontrato il Prefetto. Per chiedere l’invio di altri militari - “che arriveranno a stretto giro”, spiega l’assessora ad HuffPost - ma anche, “una volta che la questione Covid sarà risolta, l’apertura di un tavolo tecnico per affrontare questa annosa questione con una serie di azioni mirate, a partire da un censimento serio”.
Quante persone vivano nelle palazzine ex Cirio, infatti, nessuno lo sa con certezza. “Quello che sappiamo - dice l’assessora - è che c’è il caporalato, la delinquenza, lo sfruttamento. Bisogna fare in modo che queste persone vivano in condizioni umane e nel rispetto delle leggi. È ora di disinnescare questa bomba, che può deflagrare da un momento all’altro”. Acuendo le già numerose difficoltà - vedi le tante prenotazioni disdette - che gli imprenditori della zona, per lo più a vocazione agricola e turistica, si trovano a dover affrontare dopo la pandemia.
“Quello che è successo oggi - conclude Conte - fa capire che questa situazione può sfociare in una guerra civile. E allora la politica e le istituzioni devono farsene carico, non si può più fare finta di niente”.
Intanto, nel tardo pomeriggio i manifestanti hanno bloccato la statale Domiziana e il caso Mondragone è diventato anche politico, con il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha attaccato il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, dicendo “Tante parole e zero fatti: è un piatt vacant”. De Luca, intanto, dopo l’esplosione della guerriglia, ha chiesto al Ministro dell’Interno di rafforzare il presidio del territorio - “Lamorgese ha annunciato l’arrivo di un contingente dell’esercito”, ha poi spiegato il governatore. Poco prima aveva garantito: “Stiamo facendo un lavoro rigoroso e impegnativo per isolare i contagi che sono arrivati dalla Bulgaria o da altre parti del mondo, ma come sempre siamo impegnati a garantire la serenità delle nostre famiglie”. Ma Mondragone è tutt’altro che serena. E il Covid c’entra fino a un certo punto.
- Luciana MatareseGiornalista
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