Giuseppe Conte, 4 giugno, ore 17:35 twitta in inglese:
“L’Italia conferma il suo appoggio alla cooperazione globale contro il Covid-19 . Oggi ho annunciato contribuzioni aggiuntive da parte italiana al GAVI, onde continuare il programma di immunizzazione per 300 milioni di bambini ed accelerare una equa distribuzione di un vaccino per il Covid19”
Italy confirms its support to global cooperation against COVID-19. Today I announced additional contributions from Italy to @gavi , to continue immunization programs for 300 million children and to accelerate an equitable distribution of a #COVIDー19 vaccine #GVS2020
Gavi, Global Alliance for Vaccines and Immunization, è (naturalmente) l’organizzazione direttamente creata da Bill Gates e dalla sua Fondazione per imporre la vaccinazione universale ed obbligatoria, e a tale scopo raccogliere fondi enormi da governi e privati. Robert Kennedy ne ha smascherato gli intenti tutt’altro che filantropici.....
Quindi, Conte ci fa adottare in pieno il programma di Bill Gates. Mentre il Paese manca di liquidità tragicamente, e il PD preme perché la chiediamo in prestito al MES , lui regala una quantità di milioni del contribuente italiano, in aggiunta ad altri evidentemente già stanziati. E dice che serve per il vaccino contro il Covid-19, che è clinicamente scomparso.
Una menzogna rivoltante, una complicità sfrontata alle trame del miliardario e delle sue organizzazioni dipendenti (fra cui come sappiamo l’OMS). Peggio: fa mancare i quattro soldi promessi alle famiglie e alle piccole imprese; il Gualtieri ritarda e blocca persino la cassa integrazione (le aziende che possono la stano pagando ai dipendenti di tasca loro), perché mancano i soldi a tal punto che (dice ancora Zingaretti) li dobbiamo chiedere al MES … ma ha abbastanza soldi da regalare milioni al Progetto di Bill Gates.
Quanti, poi? Il 2 maggio scorso, quando si seppe che Bill Gates aveva chiamato Conte al telefono (o il contrario?) e i due s’erano parlati “per un’ora e mezzo”, il Corriere parlò di “una cifra compresa tra i 110-140 milioni di euro”. In realtà, pare arrivi a 150 milioni. Quante casse integrazioni si potrebbero pagare?
Ma se possibile, è ancora peggio. Conte dice che prenderà questi soldi dal Decreto derisoriamente detto di Rilancio, il quale è ancora in discussione in Parlamento. “Come si permette il Presidente di dare per scontato l’esito dell’esame del decreto rilancio che contiene questi soldi? Sa che ci sono centinaia di emendamenti che hanno come copertura proprio questa voce? Ancora offese al Parlamento?”, così ha protestato Claudio Borghi.
“ENNESIMO sfregio. Il decreto con quel finanziamento è in esame alla Camera e quei soldi potrebbero tranquillamente essere assegnati ad altro. Ignoranza delle procedure, spocchia, arroganza. Il M5S non ha nulla da dire?”.
(Dal minuto 13.)
Borghi ha elevato la sua protesta, giusta; su twitter. Ovviamente non può far altro, i media mainstream si guardano bene di informare il popolo italiano di questa sottrazione di denaro pubblico senza discussione parlamentare.
La sfrontata impudenza mediatica è ben esemplificata dalla paginona di Repubblica che intervista Alain Minc (uno dei potenti della pompe à fynance che hanno “creato” Macron)
Cancellare il debito, è infatti ciò che la BCE, se funziona da banca centrale, può fare – semplicemente trattenendo, e non rivendendo, i miliardi di debito pubblico che ha comprato – con moneta creata dal nulla – in queste settimana
E’ una proposta molto sensata e giusta, a cui il potere francese dà il suo appoggio.
Il punto è che proprio Claudio Borghi disse la stessa cosa due anni fa – era il maggio 2018 – e tutti i media,a cominciare da Repubblica, lo schernirono,ululando: “La fanta economia di Claudio Borghi! Braccio destro di Salvini!”..
Due anni persi così, a inveire e a distruggere soluzioni ragionevoli e sensate, per poi accettarle come una radiosa novità se la dice un Padrone internazionale,che è presidente di SANEFI (la Atostrade francesi) e nei consigli di Yves Saint-Laurent, Prisa, CaixaBank, Fnac, Poweo Direct Énergie, Ingenico…
Servi.
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