giovedì 4 luglio 2019

Bartolomeo Prinzivalli - La disfatta del Governo?...NO! ...dell'opposizione...!

Si erano addormentati speranzosi sul divano, come i pargoli davanti al caminetto con le calze appese mentre aspettano la befana, ma il risveglio è stato traumatico: procedura d’infrazione scongiurata, borsa in rialzo, spread sotto i 200 punti. Eppure per mesi avevano riempito i palinsesti con le proprie favole nere, dipingendo scenari apocalittici, cadaveri accatastati sui bordi delle strade e nei vicoli sotto un cielo plumbeo a causa delle pire di miliardi bruciati dai mercati, investitori in fuga modello Bolt, iva al 1000%, i grandi antichi di Cthulhu, Xabaras, il barone Ashura di Mazinga Z, Crudelia Demon e chiunque si fosse voluto unire alla festa. E adesso?...
Adesso saranno costretti a riporre nell’armadio il vestito in latex indossato per l’occasione, plastica su plastica, aspettando la prossima opportunità (ottobre) e magari cercando nel frattempo di attribuirne i meriti allo splendido lavoro fatto dai governi precedenti, quelli dei competenti, dato che persino l’Istat ne ha scombinato i piani con i dati sulla disoccupazione in calo come non si vedeva da quarant’anni.
Dormivano sereni il sonno dei giusti, come Berlusconi il primo giorno al parlamento europeo, svegliarsi così deve fare davvero male. Comunque, nonostante le premesse da fine del mondo, si sarebbero accontentati di poco: una dichiarazione in commissione che definisse Conte un accattone, una frustata simbolica sulle chiappe di Tria, persino con le mutande su, un ammonimento col ditino agitato in faccia, una tiratina d’orecchie, uno sputo sulla scarpa, qualcosa insomma, qualsiasi cosa con cui riempire quel calzino puzzolente appeso, fosse anche carbone. Una disfatta, da rovinarsi le vacanze.
Ma non tutto è perduto; le nuove nomine di Von der Leyen e Lagarde (da FMI a BCE, senza pudore alcuno) lasciano intravedere spiragli di rigore nero e scriteriato in cui cullarsi ed accoccolarsi, tanto che il detto “dalla padella alla brace” non pare essere sufficiente per definirne le possibili conseguenze, più indicato sarebbe “dal cesso alla fogna”, ma fare i catastrofisti adesso non serve, più utile munirsi di stivali ascellari da pescatore. Vero fiore all’occhiello è però l’elezione di Sassoli a presidente del parlamento europeo, un attestato di merito in piena regola per aver fatto… mah, qualcosa avrà pur fatto, cui spetta la gravosa eredità di Tajani, ossia dichiarare ogni giorno davanti alle telecamere che il governo del proprio Paese sia una vergogna; arduo compito sì, ma molti confidano che ne sarà all’altezza.
Una magra consolazione, è chiaro, che però alimenta la speranza che quella calza possa riempirsi dei doni desiderati e che la nuova befana sia più generosa della precedente, perché in fondo è bello che anche i bambini peggio viziati non smettano di credere all’esistenza dei propri miti e tornino a dormire fra due guanciali.
La realtà è sempre un brutto risveglio…

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