(pressreader.com) –
Da mesi il Pd ripete che il reddito di cittadinanza è una pacchia per fancazzisti e finti poveri ansiosi di poltrire sul divano a spese dello Stato. Ora si scopre che un dipendente del Caf-Cgil di Palermo insegna a fancazzisti e finti poveri i trucchi per incassare il reddito senz’averne diritto. Indovinate chi è? Un consigliere comunale del Pd a Monreale (Palermo). La classica profezia che si autoavvera grazie a chi l’ha fatta. La notizia, anzi la parabola, fa il paio con le truppe da sbarco del Pd che fanno la staffetta sulla nave Sea Watch, aggravando vieppiù le condizioni dei migranti, scampati al naufragio ma non a Martina e Orfini. Una staffetta che sarebbe più completa se, a bordo della nave dell’Ong tedesca battente bandiera olandese ma specializzata in porti italiani, fossero saliti anche Minniti e Gentiloni: avrebbero potuto spiegare un bel po’ di cosette sulla Libia, la Tunisia, le Ong, gli scafisti e l’Ue al comandante, ai passeggeri e soprattutto agli smemorati staffettisti. Invece mancano all’appello i due responsabili della stretta sull’immigrazione che ora tutti attribuiscono a Salvini, invece era già stata avviata dal governo precedente. Persino sulla chiusura dei porti, auspicata da Minniti e bloccata da Delrio (come rivelò quest’ultimo): eppure all’epoca furono in pochi, a sinistra, a scoprire di non essere pesci...
Ora la Giunta delle autorizzazioni a procedere del Senato deve rispondere alla richiesta del Tribunale dei ministri di processare Salvini per sequestro di persona sul caso Diciotti. E già si sa che Lega e FI voteranno no, mentre Pd e sinistra diranno sì. Invece i 5Stelle, dopo aver annunciato il sì, si tormentano su un punto non secondario: il quesito non è, come nei casi di immunità parlamentare, se Salvini sia perseguitato dai giudici; ma se il ministro dell’Interno (con tutto il governo) abbia tenuto per 5 giorni la nave Diciotti nel porto di Catania per “un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o per un preminente interesse pubblico”. Se la questione fosse solo giuridica, dovrebbero rispondere che sì, lo scopo non era sequestrare quei disperati, ma inchiodare gli altri Paesi all’impegno assunto un mese prima in Consiglio europeo di ripartirsi su base volontaria i migranti in arrivo (tant’è che appena Vaticano, Irlanda e Albania si dissero disponibili, la nave sbarcò). E negare l’autorizzazione a procedere. Ma la questione è soprattutto politica e il M5S si suiciderebbe se votassero con FI e Lega per salvare il ministro: meglio autodenunciarsi e assumersi la responsabilità della scelta; ma autorizzare il processo.
Così saranno i giudici terzi, non la maggioranza parlamentare, a stabilire se quella decisione politica fu un delitto o no. Tantopiù che la lealtà e la solidarietà ora invocate da Salvini sono state tradite da lui stesso, che prima s’è fatto campagna elettorale giurando di farsi processare come un cittadino qualunque, e ora se ne fa un’altra con la tesi opposta, che per giunta gli “alleati” hanno scoperto non dalla sua voce in un vertice di maggioranza, ma leggendo la sua improvvisa lettera al Corriere. Ora i 5Stelle se la vedranno con la loro coscienza e la loro eventuale coerenza. Ciò che fa sorridere sono le lezioni di legalità del Pd, schierato fin da subito, prim’ancora di leggere le carte del Tribunale, per il sì al processo. Posizione lodevole, se non fosse del tutto inedita. Sia perché il Pd, a ogni richiesta di insindacabilità per parlamentari imputati o di autorizzazione all’arresto o all’utilizzo delle intercettazioni (dove l’immunità c’entrava eccome), ripete sempre la litania del “bisogna leggere le carte”. Sia perché, dopo averle lette, ha quasi sempre salvato i parlamentari dai processi, dagli arresti e dalle indagini basate su intercettazioni. Dal 1994 a oggi, tenendo fuori Tangentopoli per mancanza di spazio, i giudici hanno chiesto l’autorizzazione ad arrestare 35 fra deputati e senatori, per reati di mafia o di vil denaro: le risposte sono state 5 sì e 30 no. I 5 arrestati sono Papa (FI), Lusi (Pd), Galan (FI), Genovese (Pd), Caridi (Gal). I 30 salvati sono: Previti (FI), Dell’Utri (FI), Cito (centrodestra, 2 volte), Matacena (FI), Firrarello (FI), Giudice (FI), Sanza (FI), Luongo (Ds), Di Giandomenico (Udc), Blasi (FI), Adolfo (Udc), Fitto (FI), Simeoni (FI), Di Girolamo (FI, due volte), Cosentino (FI, due volte), Marano (FI, due volte), Nocco (FI), Tarantino (FI), Nespoli (An), Tedesco (Pd), e De Gregorio (FI), Margiotta (Pd), Milanese (FI), Azzollini (Ncd), Bilardi (Ncd), De Siano (FI).
Nella stragrande maggioranza dei casi, il Pd (o i precedenti partiti del centrosinistra, eccezion fatta per l’Idv) ha votato contro i giudici e pro indagati, come dimostrano i salvataggi nelle tre legislature in cui il centrosinistra aveva la maggioranza. Nel 1996-2001 scamparono alle manette Previti (indagato per corruzione giudiziaria), Dell’Utri (calunnia ai pentiti che lo accusavano di mafia), Cito (concorso in Sacra corona unita), Matacena (concorso in ’ndrangheta) e Firrarello (concorso in mafia). Nel 2006-08 Adolfo (corruzione e truffa), Fitto (corruzione e illecito finanziamento) e Simeoni (associazione a delinquere e corruzione). Nel 2013-18 Cesaro (concorso in camorra), Azzollini (associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, induzione illecita), Bilardi (peculato e falso) e De Siano (associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta). Ora il Pd che ha miracolato tutta questa bella gente e ancora il mese scorso ha regalato l’insindacabilità-impunità alla leghista Cinzia Bonfrisco imputata di associazione per delinquere e corruzione, voterà a occhi chiusi per processare Salvini. Secondo voi, si sono convertiti improvvisamente alla giustizia uguale per tutti, o c’è dell’altro?
“La legge è uguale per tutti”, di Marco Travaglio sul Il Fatto Quotidiano del 31 Gennaio 2019
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