"Non rinnego nulla e non fuggo dalle mie responsabilità di ministro. Sono convinto di aver agito sempre nell’interesse superiore del Paese e nel pieno rispetto del mio mandato. Rifarei tutto. E non mollo", scrive il vicepremier in una lettera al Corriere della Sera. "Decidemmo tutti insieme", precisa il ministro dei Trasporti spiegando che "se vogliono farlo diventare un processo al governo vogliamo andare tutti davanti a un giudice".
Quella per la nave Diciotti è stata una decisione presa “nell’interesse pubblico“, per questo “va negata l’autorizzazione ai giudici“. A dirlo è il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini in una lettera al Corriere della Sera in cui replica alle accuse di sequestro di persona e abuso d’ufficio che gli vengono mosse dalla Procura di Catania in relazione al caso della Diciotti, la nave militare italiana che lo scorso agosto Salvini costrinse a rimanere nel porto di Catania per giorni senza far sbarcare nessuno dei 177 migranti che si trovavano a bordo. Come previsto dalla Costituzione in caso di accuse a un ministro infatti, il Tribunale dei ministri di Palermo ha chiesto al Senato l’autorizzazione a procedere e saranno quindi i senatori a dover decidere con un voto se Salvini possa essere processato...
“Se processano Salvini devono processare anche me e tutto il governo. Se vogliono farlo diventare un processo al governo vogliamo andare tutti davanti a un giudice”, ha rilanciato il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, che in un’intervista sempre al Corriere ha mostrato il suo sostegno al vicepremier garantendo che la tenuta della maggioranza non è minacciata dall’esito di questa vicenda. “È stato Salvini, mi pare, a chiedere di andare in giudizio – ha detto -. Non è un processo a lui e non sarà un processo al Governo, perché sarà il Governo stesso a dire in modo compatto che quella era una decisione collegialedi tutto l’esecutivo”.
La lettera di Salvini – “La mia vicenda giudiziaria è strettamente legata all’attività di ministro dell’Interno e alla ferma volontà di mantenere gli impegni della campagna elettorale”, evidenzia Salvini citando i dati su sbarchi e rimpatri. “Non rinnego nulla e non fuggo dalle mie responsabilità di ministro. Sono convinto di aver agito sempre nell’interesse superiore del Paese e nel pieno rispetto del mio mandato. Rifarei tutto. E non mollo. La valutazione del Senato è vincolata all’accertamento di due requisiti (ciascuno dei quali di per sé sufficiente a negare l’autorizzazione): la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o il perseguimento di un preminente interesse pubblico”, spiega Salvini. “Il Senato non è chiamato a giudicare se esista il fumus persecutionis nei miei confronti dal momento che in questa decisione non vi è nulla di personale“. Infatti, prosegue il vicepremier, “i giudici mi accusano di aver violato la legge imponendo lo stop allo sbarco, in virtù del mio ruolo di ministro dell’Interno”.
“Dopo aver riflettuto a lungo su tutta la vicenda, ritengo che l’autorizzazione a procedere debba essere negata. E in questo non c’entra la mia persona. Innanzitutto il contrasto all’immigrazione clandestina corrisponde a un preminente interesse pubblico, posto a fondamento di precise disposizioni”, sottolinea ancora il leader della Lega. “In secondo luogo, ci sono precise considerazioni politiche. Il governo italiano, quindi non Matteo Salvini personalmente, ha agito al fine di verificare la possibilità di un’equa ripartizione tra i Paesi dell’Ue degli immigrati a bordo della nave Diciotti. Questo obiettivo – conclude – emerge con chiarezza dalle conclusioni del Consiglio europeo del 28 giugno del 2018″.
Toninelli sul caso Sea Watch – “Un governo serio e rigoroso sta rispondendo ai ricatti di una Ong che viola i trattati internazionali e che peraltro si muove in modo da farsi pubblicità e ottenere più finanziamenti”, accusa Toninelli riferendosi anche alla vicenda della Sea Watch, la nave con a bordo 47 migranti ancorata da quattro giorni al largo di Siracusa. “Secondo noi la Sea-Watch ha contravvenuto alle indicazioni della stessa Olanda e non ha cercato il riparo sicuro più vicino, in Tunisia, mettendo a rischio l’incolumità di tutti i passeggeri. Questo lo ritengo un fatto grave“.
Sulle iniziative di alcuni parlamentari delle opposizioni saliti a bordo, “la navigazione attorno alla nave Sea Watch è stata interdetta dalla Capitaneria di Porto per motivi meramente tecnici. Alcuni parlamentari hanno violato il divieto e probabilmente saranno segnalati all’autorità giudiziaria”, dice Toninelli. “Mentre loro fanno un po’ di teatro, io e tutto il governo stiamo lavorando per trovare uno sbocco”.”Sulla nave le condizioni di salute sono buone, comprese quelle dei minori, quasi tutti sedicenni”, assicura il ministro, secondo cui “ciò che conta davvero è chi prende in carico i 47 migranti a bordo, l’approdo è un tema secondario. Trattandosi di una Ong tedesca e di una nave che batte bandiera olandese, mi pare chiaro che in attesa che l’Unione europea si svegli, sia Olanda che Germania debbano intervenire. Trovino il modo, ma lo facciano in fretta”.---
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