mercoledì 26 settembre 2018

MAURIZIO BLONDET -“LORO” SONO PREPARATI ALL’8 SETTEMBRE. NOI NO.



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“Il regalo avvelenato. Come Mario Draghi ha salvato l’euro e rovinato i risparmiatori” tedeschi (Handelsblat, settembre 2017).
   
Assalto sovranista-tedesco all’Italia durante l’audizione di Draghi al Parlamento Europeo: “Non è vero che abbiamo privilegiato Roma”
Due deputati chiedono il rimborso immediato dei debiti nel caso di Italexit. Il Governatore risponde: “Non è nello Statuto”. E replica alle insinuazioni sui favori

….tutto inizia con la domanda dell’eurodeputato Marcus Pretzell, ex esponente di AfD nonché marito di Frauke Petry, ex leader del partito di estrema destra che ha poi abbandonato per contrasti sulla linea politica: partendo dalla grave situazione di rischio in cui versa il principale istituto tedesco, la Deutsche Bank, e alla “regressione” degli asset di DB e della seconda banca tedesca Commerzabank, Pretzell ha sottolineato come la politica monetaria non convenzionale adottata dalla Bce non abbia aiutato le due banche; e ha insinuato al tempo stesso privilegi per gli istituti italiani da parte di Francoforte: “E quindi – ha chiesto l’europarlamentare – secondo lei non c’è stato qualche squilibrio tra quello che è stato fatto per il suo Paese d’origine e quello che è stato fatto per la Germania?”...

“Lei non è ben informato”, ha esordito Draghi. “Lei dice che la Bce ha offerto dei prestiti all’Italia, non è vero punto e basta. Ha comprato titoli sovrani e di società in ogni Paese, noi perseguiamo una politica monetaria per tutti i Paesi”. Visibilmente infastidito per l’accusa di privilegiare l’Italia nelle decisioni di politica monetaria, il presidente Bce ha aggiunto che la missione di Francoforte ‘”è la stabilità dei prezzi nella zona euro e non in uno stato o in un altro”. Allo stesso deputato che proponeva un limite ai pagamenti della Bce nel sistema Target 2, Draghi ha risposto che questo “sarebbe fatale” per l’Eurozona, e che “non ha nessun senso fare pagamenti sino a una certa soglia”.
Alcuni europarlamentari tedeschi, in particolare quelli dell’ultradestra, hanno molto a cuore la situazione politica italiana, non certo per un’innata sensibilità quanto per il loro attivo nei pagamenti Target 2. Poco prima di Pretzell era infatti già intervenuto un altro europarlamentare di Berlino, Bernd Lucke (anche lui fuoriuscito da AfD) spingendosi persino oltre e arrivando a ipotizzare una sorta di riscatto immediato da prelevare dal sistema dei pagamenti europeo Target 2 un secondo dopo la malaugurata uscita dell’Italia dall’Eurozona.
“Lei ha ricevuto una lettera dal Ministro Savona sul costoso piano di riforme che si vogliono approvare in Italia”, ha affermato il ben informato Lucke, chiedendo al Governatore se “secondo lei la Bce non dovrebbe indicare le conseguenze per i crediti e i debiti Target se un Paese dovesse lasciare l’Eurozona in maniera illegale?”. Domanda che, così posta, non è chiaro dove voglia andare a parare. Ma in uno slancio di concretezza, Lucke è arrivato al dunque: “Non è possibile rimodellare il sistema dei pagamenti in modo che i debiti Target diventino debiti della Banca centrale di quel Paese per esempio con tassi variabili e scadenze a lungo termine, rendendo così i debiti esigibili immediatamente?”.
Target 2 è la principale piattaforma europea per il regolamento di pagamenti di importo rilevante e viene utilizzato sia dalle banche centrali sia dalle banche commerciali per trattare pagamenti in euro in tempo reale. In Germania, che ha un consistente attivo in Target 2, il tema è molto sentito, perché il timore è che quei crediti diventino inesigibili, nel caso in cui un Paese dovesse uscire dall’euro. Di qui le apprensioni tedesche, a cui Draghi ha risposto: “La questione sarebbe complessa giuridicamente e non è nelle mani della Bce. Ma qualsiasi limitazione al Target 2 esplicita o implicita andrebbe a distruggere l’unione monetaria, che si sgretolerebbe”. “Non è quello che ho proposto io!”, ha interrotto Lucke. “Io non voglio limitare il sistema target, ma dicevo di trasformare le posizioni nel sistema Target in strumenti di debito! Così che la Banca centrale nazionale sarebbe giuridicamente responsabile del rimborso del debito in caso di uscita dall’euro”.
Draghi ha allora chiarito che “già nel sistema attuale ci sono delle garanzie”, nel caso un Paese non onori il debito, aggiungendo che l’uscita di un Paese dall’eurozona è “un evento impossibile”. Ma quanto proposto da Lucke, “trasformare le passività rendendole in crediti della Bce non è nello statuto della Bce”.
Quanto all’Italia, il Governatore della Bce è tornato sulla frase utilizzata qualche giorno fa: “Ho detto che le parole hanno fatto effettivamente danni, perché le famiglie e le imprese pagano tassi più alti di prima”. In numeri, “20 punti base in più per il credito al consumo, lo stesso per piccole e medie imprese”, mentre circa “64 punti base sulle emissioni obbligazionarie delle grandi imprese”, e al tempo stesso sono state date “garanzie e clausole più esigenti”, mentre “per i mutui processo è più lento”, ha detto Draghi.
Due  osservazioni (a parte quella che Draghi è non solo un anti-italiano comprovato, ma in uscita dalla BCE e non conta più nulla). Anzitutto,  la provenienza politica del tedesco  che interroga Draghi in quel modo derisorio, accusatorio (“Hai aiutato gli italiani”, questi scrocconi) ed arrogante: una affermazione dell’AfD (ora nei sondaggi secondo partito) non ci farà trovare nuovi alleati in Europa, ma ancora più nemici dell’Italia.
Esattamente come i “moderati ed europeisti”  della CDU, vogliono recuperare un presunto credito che ritengono di avere verso l’Italia (460 miliardi!)  e la Spagna (400), senza contare gli altri paesi dell’euro che importando beni tedeschi, hanno accumulato questo “debito”.  In realtà sono  per lo più soldi già pagati – come sa chiunque ha comprato una BMV o VW;  ma  come prendersi il Target2  è diventata non solo l’idea fissa di noti economisti tedeschi, amplificata dai media tedeschi, bensì  è diventata politica ormai iscritta nel programma economico del partito della Merkel CDU, come ha spiegato il francese Asselineau,  per il quale con questo la Germania sta attuando una “uscita furtiva dall’euro”.
Draghi, nell’audizione, conferma:  “Ogni limitazione del Target 2 distruggerebbe l’euro”.   Lui ovviamente aggiunge che l’euro è “irreversibile”. Palle, tutte le zone monetarie dell’ultimo secolo si sono disciolte.
La volontà germanica è riprendersi i 900 miliardi. Die Welt ha pubblicato questa  molto significativa  tabella: a  quanto ammonta lo psuedo-debito Target 2, e quanta  riserva in oro hanno i paesi “debitori” della Germania.
Hanno già calcolato: la riserva d’oro di Bankitalia (banca privata!) non copre che il 19,8% dei “debiti Target 2” italiani. La percentuale cade all’11,3% per la Slovacchia, al 6,1% Grecia, al 2,6% per la Spagna…

La loro volontà – germanica  – s’è indurita da  quando l’Italia ha il nuovo governo,  che mostra di non voler più sottostare passivamente (come i precedenti) al dominio tedesco sull’euro.
La  volontà germanica di prendersi i 900  e passa miliardi del Target 2 in vista dello smembramento dell’euro s’è indubbiamente acuita  ancor più oggi, da quando Macron, in disastroso calo di popolarità, ha annunciato che la Francia farà  il deficit del 2,9 %  e  Di Maio, giustamente,  ha annunciato:
La Francia per finanziare la sua manovra economica farà un deficit del 2,8%. Siamo un Paese sovrano esattamente come la Francia. I soldi ci sono e si possono finalmente spendere a favore dei cittadini. In Italia come in Francia

In breve: io temo che siamo per vedere un altro 8 settembre. Noi  annunciamo  a parole, ma siamo ostacolati nel progetto (intelligente di Savona) dagli avversari interni, da ministeriali che remano contro, da magistratura e dal Quirinale, oltre che l’opposizone di sinistra, pronta a mettersi al servizio dei tedeschi pur di far fallire il governo che gli ha tolto il potere.
Come dice giustamente Paolo Savona:
in caso di bocciatura della manovra da parte dell’UE :” è necessario un gruppo dirigente pronto a qualsiasi evenienza.”
Savona dice anche:
Paolo  a  23/09/2018 «In Europa abbiamo un’enorme massa di risparmio inutilizzato: se l’Europa riuscisse a mobilitare 460 miliardi di dollari di nuova spesa e investimenti, scavalcherebbe Cina e Stati Uniti nello sviluppo!»
“In Europa si costruiscono modelli di sviluppo partendo da un numeretto. E la devono smettere e questo è chiaro! Partendo dal parametro si costruisce il bilancio. Io non ho mai visto un libro di politica economica che costruisca modelli di sviluppo in questo modo”.
I tedeschi sanno che ha ragione, che gli italiani hanno cambiato il gioco in Europa, che sono  come sempre il laboratorio politico che loro non riescono ad essere. Ma sanno anche che gli italiani sono disorganizzati,  parolai litigiosi, divisi di fronte al nemico, pieni di quinte colonne “perché non siam popolo/perché siam divisi”.  Insomma che hanno magari ragione, ma non hanno “la forza” Che è la sola cosa che conta oggi in Europa.
Insomma, secondo me, subiremo, sotto forma di colpo finanziario, un altro 8 settembre ’43. Quando i  soldati italiani furono colti di  sorpresa perché rimasti senza ordini né piano B, mentre le forze armate tedesche  già sapevano tutto, si erano preparate e  non esitarono un attimo a trattare l’alleato da nemico:  cominciarono i rastrellamenti delle nostre povere truppe, fino alla strage di Cefalonia per quelli che osarono resistere.
Come al solito, una fake news.
Noi siamo ancora lì a rallegrarci che Macron sfora, e dunque noi possiamo sforare,  e a dover litigare per cercare di convincere nemici interni culturalmente arretrati in economia, o oppositori per principio:
Invece i tedeschi sono unti.  E in silenzio colpiranno.
Non so come faranno, ma so che lo faranno: proveranno a incamerare le nostre riserve auree, lamentandosi che “noi scrocconi” (pensano infatti che sono loro a mantenerci) non abbiamo altro che il 19%. Si prenderanno i  900 miliardi dello pseudo-credito Target 2, con cui compenseranno le perdite di competitività che comporterà per loro lo sfascio dell’euro, quando dovranno esportare con marco al 30% in più, e l’Italia con la lira al 18% in meno (la Francia col franco al -6) prospereranno. Si sono già preparati.

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