martedì 18 settembre 2018

Altro che rottura...Berlusconi e Salvini torneranno a vedersi stasera. A Palazzo Grazioli, per cena



(Salvatore Dama – Libero Quotidiano) – 
Silvio Berlusconi e Matteo Salvini torneranno a vedersi stasera. A Palazzo Grazioli, per cena. All’ incontro parteciperà Giorgia Meloni. L’ esigenza di un nuovo appuntamento si è resa necessaria per entrare nel vivo della trattativa sulle candidature alle elezioni regionali. E per chiudere il cerchio sulla vicenda Rai.
Questo ritorno di «passione» all’ interno del centrodestra non fa piacere ai Cinquestelle.
Ovviamente. I grillini, dando vita all’ asse gialloverde, pensavano di aver messo fine alla coalizione berlusconiana, relegando il Cav a icona nel libro dei ricordi della Seconda Repubblica. Non è così.
Perché Salvini ha tutto l’ interesse a sottolineare la sua leadership in un’ alleanza dove la Lega è il partito di maggioranza relativa. E lo ha fatto, inserendo in agenda due appuntamenti in rapida sequenza, dopo mesi di polemiche a distanza. Salvini aveva la possibilità di annettere Forza Italia. Sarebbe bastato aprire la porta a uno dei fuoriusciti degli ultimi mesi e sarebbe stato uno tsunami.
Ma non è questo il piano del leader del Carroccio. Tant’ è che chi ha detto addio agli azzurri bussando a via Bellerio sta ancora lì a pigiare il dito sul campanello. Domenica sera, cenando a Villa San Martino, il «capitano» ha ribadito che non ha alcuna intenzione di approfittare del momento di difficoltà dei forzisti. In questo patto di non belligeranza ci sta anche che il Cavaliere possa rinunciare alle elezioni europee...
CANDIDARSI O NO?..

«Antonio, vuole che mi candidi, vedremo», ha intavolato l’ argomento Silvio, precisando di non avere certezze sul tema. È Tajani che insiste, si è schermito l’ ex premier. Il fatto è che se la percentuale di Forza Italia resta sotto al 10, ci sarà posto per un eletto a circoscrizione.
Cioè cinque in totale. Quasi un terzo degli attuali. Perciò gli uscenti sperano che Berlusconi traini le liste azzurre facendo leva sul suo consenso personale. Ma essere in lizza alle Europee, oltretutto in una lista collegata al Ppe, significa dover fare una campagna tutta contro i populisti. Cercando dunque di contendere voti a Salvini. Al Cav questa cosa non piace. E, soprattutto, non gli interessa fare il paladino di questa Europa, lui che l’ ha sempre criticata.
Ma ad Arcore, l’ altra sera, sono stati affrontati anche argomenti pratici. In principale, è il terrore berlusconiano verso rappresaglie grilline mirate alle sue aziende. Il piano annunciato da Crimi per mettere un tetto alla raccolta pubblicitaria televisiva danneggerebbe enormemente Mediaset, che attira la maggioranza degli inserzionisti per il fatto che la Rai, percependo il canone pubblico, non può trasmettere più di un tot di reclame. Giancarlo Giorgetti, presente al vertice verde-azzurro, ha ricordato che la materia non è contemplata dal contratto di governo e dunque non sarà approvata.
VIALE MAZZINI
Però ieri i vertici grillini, indispettiti dalla rimpatriata brianzola, hanno rilanciato: «Il piano Crimi andrà avanti». In Forza Italia c’ è chi non si fida. E teme che Salvini – che da un lato dialoga con Berlusconi e dall’ altro assicura la durata quinquennale del governo – stia facendo troppe parti in commedia.
In ogni caso, il tema della presidenza Rai dovrebbe essere a un punto di svolta. Con Berlusconi pronto a rimuovere il veto sulla presidenza di Marcello Foa. Nelle prossime ore la Vigilanza Rai sarà chiamata a votare una mozione per rilegittimare il presidente sfiduciato.
Servono i voti azzurri per arrivare alla maggioranza qualificata dei due terzi. Silvio ha chiesto a Matteo di dare spazio a tutte le sensibilità del centrodestra nella scelta delle nuove direzioni.
Ma anche qui i Cinquestelle annunciano battaglia: «Berlusconi non metterà le mani sulla Rai», assicurano. Resta il tema delle elezioni locali. Dopo le minacce di corse solitarie, ora i leghisti ribadiscono le ragioni dell’ alleanza. A breve andranno al voto il Trentino-Alto Adige, l’ Abruzzo, la Sardegna, la Basilicata e poi il Piemonte.
Gli azzurri hanno chiesto due candidati presidenti, ma probabilmente ne otterranno uno solo. Il più accreditato è l’ eurodeputato forzista Salvatore Cicu aspirante governatore della Sardegna. La pratica è affidata a Giorgetti e Tajani che hanno ricevuto mandato di portare avanti il dialogo tra i partiti a nome dei leader.---

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