martedì 24 aprile 2018

Peppino Caldarola: “Fico finirà l’opera e distruggerà il Pd”



(Peppino Caldarola – lettera43.it)
 E adesso tocca a Fico, il gauchiste dei 5 stelle. Franceschini, che appena sente aria di sinistra non resiste, ha dichiarato che non si può dire sempre di no sembrandogli due mesi di ostilità alla resistibile scesa di Di Maio e Salvini un tempo insopportabilmente lungo. I governisti sono così: quando sentono aria di svolta a sinistra non li tiene più nessuno. Lo scoglio che devono superare è il “no” di Renzi che, tanto per non farsi mancare nulla, ha spinto Lotti a fare la trattativa con Di Maio e Fico. Se va bene, per loro, avremo due trattative: una con Franceschini and company, l’altra, più sostanziosa, con Lotti per conto di Renzi.
LE ILLUSIONI DEI GOVERNISTI. Se andrà ancora tutto bene con una maggioranza risicata i piddini, i cui ministri saranno stati nominati da Di Maio o da Fico, proveranno a governare con i 5 stelle che diranno, di fronte a ogni difficoltà, che è colpa di quelli di prima. Secondo i governisti questa sinistra che si apre sarebbe pronta a riaccogliere milioni di voti del Pd andati ai 5 Stelle. Probabilmente, invece, un’altra milionata se ne andrebbe via lasciando solo, come merita, il Partito democratico....
Con questi chiari di luna è difficile il compito di Martina. Se fosse un uomo coraggioso che ha in testa la storia non la politichetta dovrebbe fare ai suoi questo breve ragionamento: «Amici, o compagni se preferite, l’Italia ci ha respinto, ma la sinistra è nelle radici di questo Paese. Stiamo fermi un giro, rivoluzioniamo tutto, quelli di noi che hanno fatto male se ne stiano un po’ in disparte o vadano a fondare altri partiti, noi vogliamo coinvolgere la nostra gente in una missione bellissima, una grande assemblea, al termine di tante assemblee locali, che ci dica alla fine come deve essere la sinistra».
IL PD HA UN’IDEA STRANA DI OPPOSIZIONE. Martina non farà questa scelta e forse non ne farà alcuna. Saranno i 5 stelle a decidere se il Pd va bene per loro oppure se è meglio tornare da Salvini che, tanto per parlare alla memoria degli italiani di destra, minaccia «una passeggiata a Roma». So bene che la cultura che si è affermata nella sinistra in questi trent’anni è che o si governa o si governa. Al massimo se c’è da fare opposizione si deve spaccare la destra e governare con una parte di essa.
INTANTO GLI ELETTORI DI SINISTRA FUGGONO. Poi è inutile chiedersi perché le riforme abbiano avuto quelle caratteristiche, perché i lavoratori se ne siano andati, perché gli insegnanti abbiano scelto i 5 stelle, perché quel «vaffanculo» collettivo che Grillo pronunciò in piazza non era rivolto a tutti quelli che stavano governando ma a un partito solo, il Pd. Per i dem garantirà Marco Travaglio coronando quello schema che inaugurò Furio Colombo: dare in mano a uomini di destra la guida morale e politica della sinistra. Bene, avanti così. Not in my name.

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