martedì 24 aprile 2018

Il procuratore Saluzzo: “Il boss della ’ndrangheta ebbe rapporti con l’ala deviata del Pd”



PS: Una posizione che non doveva prendere il Procuratore Saluzzo:  non si..." tira il sasso"...( dice che una parte deviata del Partito Democratico...)..."e poi nasconde la mano"...(non fa i nomi , cognomi e dove vivono)...imbarazzato per l'importanza dell'accaduto?...la giustizia deve essere "uguale per tutti".
umberto marabese
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Nelle carte dell'inchiesta figurano dei contatti, risalenti al 2010, per la ricerca di voti per le primarie locali e per le elezioni del sindaco di un comune dell’hinterland di Torino.
TORINO
Salvatore Giorgio Demasi, padrino della ‘ndrangheta torinese con pesantissime parentele a San Luca (è genero di Sebastiano Romeo detto U Staccu, ritenuto a lungo capo crimine dell’organizzazione mafiosa nel suo complesso) ha avuto rapporti «con l’ala deviata del Partito Democratico». Cosi il Procuratore Generale Francesco del Piemonte Saluzzo ha parlato nelle controrepliche dell’accusa che hanno preceduto la condanna di cinque boss mafiosi nell’ultimo stralcio (Appello/bis) del maxi processo Minotauro. 
A De Masi, difeso dai legali Ercole Cappuccio e Lorenzo Imperato, sono stati inflitti nove
 anni di reclusione (era stato condannato a 14 anni in primo grado)....
Nessuno degli appartenenti al Pd richiamati – senza essere citati da Saluzzo - è mai stato imputato in Minotauro. 


LE CARTE DELL’INCHIESTA  
Ma nelle carte dell'inchiesta figurano dei contatti, risalenti al 2010, finalizzati alla
 ricerca di voti per le primarie locali e delle elezioni del sindaco di un comune dell’hinterland di Torino. Gli interessati, quando furono sentiti dagli investigatori, 
dissero che non sapevano che De Masi fosse legato alla criminalità organizzata.
 «In realtà - ha spiegato Saluzzo, interpellato in proposito successivamente - a noi 
risulta che De Masi fosse un personaggio di altissimo livello. Al punto che era 
addirittura destinato a ricoprire il ruolo di capo della cosiddetta Camera di Controllo
 (un organismo intermedio di raccordo fra i clan locali e la casa madre in Calabria) che l'organizzazione stava progettando di insediare in Piemonte. Il fatto che fosse lui a 
tenere questo genere di contatti non era una casualità». 

IL SERBATOIO DI VOTI
«Ovviamente - ha precisato il procuratore generale - io non ho parlato del Pd nel suo complesso. Il Pd non è questo. E queste persone non rappresentano tutto il Pd. Senza contare che il fenomeno della ricerca di serbatoi di voti è vasto e ha una portata più generale. Parliamo però di persone che facevano cattiva politica. Senza farsi troppe domande».--
 

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