sabato 11 giugno 2016

PieroFassinoPd: “I poveri non sono un’invenzione” La Caritas lo bacchetta ....

L'organismo della Diocesi contesta l'uso strumentare del disagio sociale fatto dai due candidati durante il confronto in tv. "Si tratta di persone non numeri", un messaggio rivolto in particolare al sindaco che aveva definito "inventata" la cifra di 100mila torinesi in difficoltà. Non si fa campagna elettorale sulla pelle dei poveri. Dopo il botta e risposta tra i candidati sindaco Piero Fassino e Chiara Appendino nel confronto televisivo di ieri sera che proprio sulla questione delle dimensioni del disagio sociale hanno duellato, la Caritas Diocesana di Torino interviene per deplorare “ogni strumentalizzazione a fini di polemica politica sul tema dei poveri nella nostra città e nel territorio dell’area metropolitana torinese”. All’organismo della Chiesa che si occupa di opere di carità non è affatto piaciuta la confutazione da parte del sindaco uscente dell’entità del fenomeno. “Siamo di fronte a persone che soffrono e che vanno rispettate e amate - sottolinea la Caritas - così
come cercano di fare i molti volontari che li seguono”. Di fronte alle telecamere di Sky Tg24, Fassino ha contestato la presenza di 100mila poveri a Torino, stima che la stessa Caritas aveva fatto un mese fa per bocca del suo presidente Pierluigi Dovis. “Una cifra inventata”, secondo il sindaco a cui aveva replicato la sfidante grillina: “Il problema non va nascosto sotto il tappeto, ma preso di petto”.....

L’altra Torino, quella che non è finita sotto i riflettori di questi anni. “Stiamo parlando di persone in povertà più classica e grave - precisa la Caritas in una nota - ma anche di tanti altri che sono finiti negli ultimi dieci anni in una situazione di serio impoverimento  a causa della mancanza del lavoro; in particolare famiglie sottoposte a sfratto, padri e madri soli con figli a carico, immigrati precari, anziani soli e a basso reddito, giovani che non trovano occupazione, bambini che fanno le spese dei problemi economici o relazionali delle loro famiglie. Non possono essere trattati come numeri pronti ad essere rimpallati tra le parti”.
“L'impegno della Caritas e di altre realtà del privato sociale si fonda sulla concorde collaborazione anche con gli organismi istituzionali pubblici per cercare insieme di far fronte a tante necessità”, si legge ancora nella nota della Caritas Diocesana. “Risulta, dunque, fuori luogo ogni utilizzo strumentale della questione da parte di tutti gli attori in gioco. Auspichiamo che nel dibattito vengano, invece, evidenziate le strade percorribili per incrementare la presa in carico di questi fratelli”. 

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