domenica 3 gennaio 2016

Maurizio Blonde - Dove ci sta portando la NATO di Erdogan

Dove ci sta portando la NATO di Erdogan

Se, come pare difficilmente evitabile dopo il crimine deliberato saudita (1), casa Saud farà guerra all’Iran, è molto probabile che Erdogan entri nel conflitto, ovviamente da sunnita a fianco dei Saud. Ora, l’utilità del richiamo inascoltato che dovevamo uscire dalla NATO al più presto, forse comincerà a farsi chiaro anche nelle menti più ottuse – come sono precisamente quelle che ci governano in Europa. La Turchia non è solo membro della NATO; è anche il membro più armato e forte, l’unico che abbia un vero esercito. Sta facendo una politica consona agli interessi non si dice europei, e magari anche nostri, ma della stessa NATO, Erdogan? Forse a Bruxelles e a Berlino – dove al capo della famiglia mafiosa stendono tappeti rossi – non è chiaro fino a che punto egli ha ampliato il suoi interventi militari oltre i confini turchi, in zone casualmente ricche di petrolio?  Specialmente dopo la sua rielezione a novembre....

Manifestazione a Teheran dopo l'assassinio dello sceicco
Manifestazione a Teheran dopo l’assassinio dello sceicco
Siria. NATO e UE fanno finta di non sapere che, oltre ad armare e rifornire ISIS e comprarne il greggio, Ankara ha dispiegato la “    Brigata Turcmena Sultan Murat”, che finge di essere composta da turcomanni, minoranza etnica e “ribelli moderati”, ma è inquadrata e rimpolpata da militari turchi. Secondo il giornale Yeni Safak, filo-Erdogan, questa brigata “consoliderà le varie brigate turcomanne ed altri gruppi   combattenti in un Esercito Unificato Turcomanno” che dovrà prendere il controllo di Aleppo e Baybucak via Latakia. Aleppo è il centro da cui dovrebbe passare il progettato gasdotto che   dovrebbe portare il gas del Katar alla Turchia, e da qui raggiungere il lucroso mercato europeo per arricchire Erdogan & famiglia con le grasse royalties che noi europei (del Sud) dovremo pagargli: per il privilegio di avere, su ordine Usa, rinunciato al gas russo, molto più economico e vicino, che il progettato gasdotto deve appunto (nei progetti Usa) rimpiazzare, togliendo a Mosca la sua clientela sud-europea.
Domanda sommessa: tutto ciò è in qualche modo nel nostro interesse? Ci conviene come membri della NATO?
Irak Come forse saprete, Ankara ha mandato qualche centinaio di soldati, con una trentina di carri armati,alle porte di Mossul, nella zona petrolifera di Bashika, senza l’invito del governo iracheno. Alle proteste ed intimazioni di Baghdad, Ankara ha risposto che i suoi sono lì per addestrare i miliziani del Governo Regionale del Kurdistan, ossia del Kurdistan iracheno, a cui americani ed israeliani hanno promesso lo stato indipendente. Il quotidiano Hurriyet ha spiegato che i militari non se ne andranno, sono lì per costituire una base permanente turca in Irak. Permanente.
Cipro. E’ dal ’74 occupata per metà dalle forze armate turche. La novità è che da qualche mese la flotta turca afferma la sua potenza navale sulle zone di mare cipriote sotto cui si ascondono grandi giacimenti, gli stessi che anche Israele s’è in parte già accaparrata. In cosa si esercita la prepotenza di Erdogan? Per esempio nel minacciare le navi di esplorazione norvegesi e italiane che, s contratto del governo di Cipro, stanno facendo le prospezioni nella “Exclusive Economic Zone” (EEZ) delle acque cipriote. Sì, avete letto bene, anche italiane. A luglio, una cannoniera turca ha accostato aggressivamente la Odin Finder, un vascello di prospezione battente bandiera italiana, obbligandola a cannoni puntati a ritirarsi dallo specchio di mare su cui stava operando, con la pretesa che quella non era zona cipriota, ma turca. Una seconda nave da guerra turca s’ unita alla prima, e poi sono rimaste a pattugliare la zona. Dopo che i nostri si sono ritirati. Che lo specchio di mare sia in EEZ, ci sono pochi dubbi. Ma Ankara pretende che Cipro interrompa le esplorazioni per idrocarburi fino alla conclusione dei “negoziati di riunificazione” delle due metà di Cipro.
La nave italiana minacciata dal nostro alleato
La nave italiana minacciata dal nostro alleato
Non è consolante per noi italiani avere un così valido alleato NATO? Pronto a difenderci con tutte le sue formidabili armi?
Grecia. Le forze aeree turche hanno violato ripetutamente lo spazio aereo greco nel 2014. Quanto ripetutamente? Solo 2 mila e 244 volte. Secondo i greci, la frequenza di queste violazioni è deliberata, ed ha lo scopo di aggravare la situazione finanziaria di Atene, alleato nella NATO: ad ogni violazione i caccia ellenici devono comunque decollare per ricacciare gli intrusi, e ciò costa, per 2244 volte, centinaia di milioni.
Katar: il felice principato che arde dalla voglia di vendere a noi europoidi il suo gas,   superando la ragguardevole distanza con un facile accorgimento: rovesciare l’attuale governo della Siria, ha in allestimento sul proprio territorio una base militare turca permanente: tremila uomini, e forze aeronavali adeguate. Nel darne l’annuncio a dicembre ambasciatore turco in Katar, Ahmet Demirok: “Non stiamo costruendo una nuova alleanza, ma riscoprendo gli storici e fraterni legami” (di quando il Katar era parte dell’impero Ottomano, che andava dalla Bosnia a Golfo Arabico). E’ appena il caso di ricordare che il Katar non è solo uno dei massimi finanziatori di DAESH, ma che è anche sede della più grossa base Usa nell’area, con 10 mila soldati, ad Al Udeid. Domanda: Washington avrà dato il suo placet all’insediamento turco? E come domandarsi se Washington a dato il suo assenso all’abbattimento del Sukhoi russo da parte dell’aviazione turca: silenzio. Magari sarebbe il caso di chiedere al nostro massimo alleato nella NATO, la sola Superpotenza rimasta – che ci protegge e difende –  se per caso ha deciso di lasciare in gestione a Erdogan e al reuccio wahabita l’area medio-orientale, dopo averla ridotta ad un grumo di   devastazioni e di sangue? Giusto per sapere a cosa ci serve stare nella NATO, a noi, e così ci guadagniamo ad obbedire agli ordini euro-occidentali.

Erdogan guarda a Sion

E Israele, direte voi? Come vede la cosa Israele, con una Turchia in piena espansione militare esterna (senza contare dello sterminio dei curdi che sta attuando all’interno)? Sarà inquietaMa no:

“Erdogan: la Turchia ha bisogno di Israele”, ha buttato in pasto alle agenzie il capo della famiglia:   “La Turchia deve riconoscere che ha bisogno di Israele”. Dimenticato l’assalto piratesco della Mavi Marmara, nel 2010, in cui le forze armate israeliane piombarono sulla nave che portava aiuti a Gaza ammazzando nove attivisti, fra cui dei turchi. Tutto dimenticato. Ora Ankara “ha bisogno di Israele” per condurre la sua politica neo-ottomana; ne ha bisogno specialmente dopo la rottura dei rapporti con Mosca, contro cui è sostanzialmente in guerra sul territorio siriano.
Magari una guerra di otto anni che dissangui i musulmani, sul modello di quella che Washington istigò Saddam a scatenare contro l’Iran dal 1980 all’88, è negli auspici di Sion e della superpotenza da essa posseduta;   tanto più che stavolta l’emorragia coinvolgerebbe Hezbollah oltre all’odiato Iran. Da questa guerra uscirebbero al lumicino tutti, russi compresi. A meno che non ritengano necessario risolvere la cosa più in fretta con il ricorso a bombe atomiche tattiche.
Ma la UE è cosciente di ciò che ha fatto, assistendo ed aiutando Erdogan in funzione anti-russa? Sono sonnambuli. La patetica Mogherini ha “condannato” i 47 assassini dei sauditi, ricordando che la UE è contraria “alla pena di morte di generale”. Già, i nostri valori. Provi con la promozione delle nozze gay, magari fra la classe alta saudita trova orecchie più benevole. La NATO ha inviato in Turchia un aereo AWACS per difenderla da Putin;   dai giornali tedeschi leggo che “l’Arabia Saudita è il più stretto alleato della Germania e degli Stati Uniti nella regione”. Scusate, avete detto “alleato”? Berlino vende armi ai monarchi, noi vendiamo Ferrari e Armani. Ma alleati, da quando? A nostra insaputa? Anche in questo ciò che è utile per la Germania è utile per noialtri?
Sarebbe da chiarire. La NATO è diventata una strana cosa: a Nord è diretta di fatto da baltici e polacchi che si vogliono riempire di armamento americano per regolare gli antichi conti con Mosca; lì la UE è tutta con Kiev e pretende da Putin che restituisca la Crimea al regime neonazista (i neonazisti ci vanno benissimo, lì?); nel Mediteraneo, la NATO è diretta di fatto dalle ambizioni e aggressività di Erdogan. Sì; e noi? Noi dobbiamo solo continuare a sanzionare la Russia, subendo i danni; aspettare che sia un giorno Erdogan a fornirci il gas che oggi ci fornisce Gazprom, una volta sterminato Assad e qualche centinaia di migliaia d siriani che stanno con lui, specie cristiani; mentre s’intende, Berlino “pratica” le sanzioni alla Russia sotto forma di raddoppio del North-Stream.
Ora, da una guerra sciiti-sunniti con Erdogan nostro alleato che ci si ficca, possiamo guadagnarci solo un rincaro repentino e stellare del greggio, se basta. Se non basta, essere coinvolti in un conflitto demente, in guerra con i jihadisti e gli ottomani, contro russi e persiani. Non so se vi rendete conto. E’ in qualche modo nel nostro interesse nazionale? Ah pardon, m’è scappato “nazionale”. Non succederà più.

Guarda ed ascolta il Video:
Note   Il massacro di 47 sciiti, prigionieri, compreso il rispettato e rispettabile sceicco Nimr Baqr al-Nimr, è senza dubbio una deliberata provocazione. Opera dell’astro nascente nella famiglia reale saudita, Mohamad bin Salman Al Saud, attuale ministro della guerra, nonché secondo nella linea di successione al decrepito re Salman bin Abdulaziz, e quindi alla disperata ricerca di vincere il primo posto accrescendo il suo punteggio con colpi di testa militari. E’ stato lui ad invadere lo Yemen, ed a rincarare la dose di armamenti moderni, come i missili anticarro TOW, ai jihadisti siriani (che non sono siriani, ma al 90 per cento, mercenari pagati venuti da altrove). Già da tempo i servizi tedeschi, BND, avevano avvertito il loro governo che la politica cauta dei vecchi regnanti sauditi stava per cedere il posto ad un “Interventismo aggressivo” ed “impulsivo”, ossia sventato. Ma Angela Merkel non esce dalla bolla del suo sogno, con milioni di “immigrati siriani” da impiegare alla Volkswagen.

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