I film, i libri e la vita. Storia del sodalizio con il grande regista: il poeta che amava la democrazia
lL ricordo che ho di Ettore Scola è di quelli che restano nella memoria e non sono fuggitivi, ti toccano nel profondo e fanno parte della tua vita. Da quando l'altra sera ebbi da Walter Veltroni notizia della sua morte quel ricordo mi è costantemente presente. Avevamo cenato insieme pochi giorni prima e poi ci eravamo ancora incontrati alla festa che ha celebrato i quarant'anni diRepubblica nella sala di Santa Cecilia all'Auditorium della musica. Ha avuto un improvviso malore domenica, tre giorni dopo quell'ultimo nostro incontro. Questa mattina andrò a salutare la sua salma alla Casa del Cinema di Roma. Scrivo queste personali notizie come testimonianza - condivisa da moltissimi amici - dell'importanza che ha avuto nel cinema italiano, che per suo merito, insieme e poi in anni successivi alla loro scomparsa, ha condiviso con Rossellini e con Fellini. Ha girato una quarantina di film, uno più bello dell'altro, da C'eravamo tanto amati a Una giornata particolare, La famiglia, La terrazza e infine quello che lui chiamava un documentario ma che in realtà - almeno per me - è stato uno dei suoi più grandi film se non addirittura il migliore: lo intitolò Che strano chiamarsi Federico ed è un racconto magico della vita di Fellini.....
Merita d'esser rivisto, quel film su Federico, perché trascende il protagonista del racconto, ne coglie l'anima, la fantasia, le emozioni e la fuga di Fellini da una realtà mediocre alla ricerca d'un mondo fantasticato dell'arte, della bellezza, della libertà, dell'invenzione. L'invenzione: è la facoltà che distingue la nostra specie da quella degli animali dai quali proveniamo. Quando il quadrupede scimmiesco delle origini si alzò da terra e rimirò il cielo stellato e riuscì a guardare se stesso con la mente, in quello stesso momento nacque in lui l'invenzione e insieme con essa nuovi desideri e nuovi bisogni da soddisfare. L'invenzione è il dono che la natura ci ha dato ed è questo che Ettore ha celebrato in tutti i suoi film, ma non soltanto; direi con la sua vita e i valori che l'hanno ispirata, le amicizie che ha avuto, la politica cui ha aderito.
Fu animato dall'amore verso la democrazia e verso la sinistra. Votava per il partito comunista soprattutto quando quel partito fece propri, non a parole ma con i fatti, i valori democratici. Berlinguer e Pietro Ingrao furono i suoi punti di riferimento; il fascismo il suo nemico costante, non più come antico ricordo ma come tentazione sempre presente della tirannide e della dittatura, che è una delle caratteristiche del potere e della presa che il potere ha sulla mente degli uomini. Bisogna vincerla, quella tentazione. Scola lo lascia intendere in tutti i suoi film con le forme cinematografiche le più diverse, da quella esplicita di Una giornata particolare a quelle implicite del gradasso, spesso impersonato da Vittorio Gassman. Nel film La famiglia lo scontro tra l'amore e il potere appare in una serie di scene dove quei due sentimenti contrapposti si intrecciano l'uno con l'altro e alimentano l'intensa contraddizione all'interno di tutti i personaggi del film, come nella realtà avviene in ciascuno di noi. Sono due caratteri essenziali nella vita e ciascuno di noi ne è pervaso. Anche Scola, perché non si può inventare senza contraddirsi e viceversa. Di queste cose parlavamo spesso, lui le raccontava nei suoi film, io nei miei libri e tutti e due, senza dircelo, ne eravamo pervasi. Per questo non scorderò Ettore finché vivrò: eravamo molto simili e quell'intreccio di sentimenti fece la nostra forza e la nostra debolezza insieme alla gioia di vivere e alla malinconia che sempre l'accompagna.
http://www.repubblica.it/cultura/2016/01/21/news/io_scola_e_lo_scontro_tra_l_amore_e_il_potere-131704429/Merita d'esser rivisto, quel film su Federico, perché trascende il protagonista del racconto, ne coglie l'anima, la fantasia, le emozioni e la fuga di Fellini da una realtà mediocre alla ricerca d'un mondo fantasticato dell'arte, della bellezza, della libertà, dell'invenzione. L'invenzione: è la facoltà che distingue la nostra specie da quella degli animali dai quali proveniamo. Quando il quadrupede scimmiesco delle origini si alzò da terra e rimirò il cielo stellato e riuscì a guardare se stesso con la mente, in quello stesso momento nacque in lui l'invenzione e insieme con essa nuovi desideri e nuovi bisogni da soddisfare. L'invenzione è il dono che la natura ci ha dato ed è questo che Ettore ha celebrato in tutti i suoi film, ma non soltanto; direi con la sua vita e i valori che l'hanno ispirata, le amicizie che ha avuto, la politica cui ha aderito.
Fu animato dall'amore verso la democrazia e verso la sinistra. Votava per il partito comunista soprattutto quando quel partito fece propri, non a parole ma con i fatti, i valori democratici. Berlinguer e Pietro Ingrao furono i suoi punti di riferimento; il fascismo il suo nemico costante, non più come antico ricordo ma come tentazione sempre presente della tirannide e della dittatura, che è una delle caratteristiche del potere e della presa che il potere ha sulla mente degli uomini. Bisogna vincerla, quella tentazione. Scola lo lascia intendere in tutti i suoi film con le forme cinematografiche le più diverse, da quella esplicita di Una giornata particolare a quelle implicite del gradasso, spesso impersonato da Vittorio Gassman. Nel film La famiglia lo scontro tra l'amore e il potere appare in una serie di scene dove quei due sentimenti contrapposti si intrecciano l'uno con l'altro e alimentano l'intensa contraddizione all'interno di tutti i personaggi del film, come nella realtà avviene in ciascuno di noi. Sono due caratteri essenziali nella vita e ciascuno di noi ne è pervaso. Anche Scola, perché non si può inventare senza contraddirsi e viceversa. Di queste cose parlavamo spesso, lui le raccontava nei suoi film, io nei miei libri e tutti e due, senza dircelo, ne eravamo pervasi. Per questo non scorderò Ettore finché vivrò: eravamo molto simili e quell'intreccio di sentimenti fece la nostra forza e la nostra debolezza insieme alla gioia di vivere e alla malinconia che sempre l'accompagna.
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